BOLOGNA | MAMbo – Museo d’Arte Moderna | Sala delle Ciminiere | Fino al 29 settembre 2024
di IACOPO COTALINI
In occasione del 44° anniversario della strage di Ustica, il Mambo – Museo d’Arte Moderna di Bologna inaugura la mostra P E R S O [A] N O M A L I A di Robert Kuśmirowski, curata da Lorenzo Balbi e Marinella Paderni. Il percorso si articola nella Sala delle Ciminiere al piano terra del museo e mostra una ‘collezione difettosa’, come la definisce l’artista, di oggetti dimenticati e ritrovati, dando luogo a una soglia temporale di installazioni inedite in cui si intrecciano elementi storici reali con altri fittizi.
Nella prima sala, una colonna sonora per pianoforte composta da Kuśmirowski pervade lo spazio apparentemente vuoto, creando un’atmosfera malinconica. Proseguendo nella visita, un odore di carta bruciata colpisce l’olfatto ancor prima di vedere l’installazione da cui proviene, Die brennende Bücher (2024): un cumulo di libri bruciati sui quali si posa una sedia, anch’essa ustionata. Sulla sinistra, S H E L [L] F (2024) racconta di uno scaffale dimenticato i cui ripiani sembrano sul punto di cedere, vissuti dalla polvere e da un piccolo ecosistema di muffe e tarli, ultimi custodi – assieme all’artista – di questi oggetti appassiti. Kuśmirowski si definisce tale attraverso la successiva installazione, Portier (2024), in cui ricostruisce un enorme casellario di oggetti, ognuno accuratamente ordinato, al cui centro si trova una scrivania circondata da un archivio. Un ufficio da cui l’alter ego dell’artista si prende cura della sua collezione, in un processo salvifico della memoria, di cui lui stesso è artefice, decidendo se conservarli o smaltirli.
Tale ricerca poetica viene descritta nella sala seguente. Lo spazio, P O [O R] L A N D (2024), è ricco di oggetti deperiti, tra cui due porte poste l’una di fronte all’altra sulle pareti, allestite come opere d’arte che creano un ponte tra il passato e il futuro, una soglia storica su cui affacciarsi. Allo stesso modo, DUSTtribute (2022-2024), dipinge tramite un vecchio proiettore cinematografico e un videoproiettore contemporaneo un velo sulla parete successiva, sovrapponendo la luce del macchinario più antico al video di una performance realizzata in Germania al Kunstraum Dornbirn nel 2022. Nell’opera seguente emerge il legame con la sua terra natale, Stanislaw Szulalski’s house (2024), in cui Kuśmirowski raccoglie una pietra dalla casa del noto artista polacco e la pone su una base in verticale, in modo che l’ombra dia l’illusione di una casa vera e propria, ribaltando il concetto di maceria in un’ottica di cura della memoria a cui fa eco la nostalgia profonda dalla quale proviene.
Proseguendo nella visita, la melodia dell’ingresso ci riconduce in una sala abitata da un vecchio pianoforte ormai inutilizzabile, con i tasti fuori posto e il seggiolino eroso dal tempo, trasportando lo spettatore in un’atmosfera intima, quasi di raccoglimento, in cui fermarsi ad ascoltare le ultime note di un ricordo lontano composte dallo stesso artista con un antico pianoforte del 1906. Dal lato opposto della Sala delle Ciminiere, emerge il lato più critico di Kuśmirowski, che ricostruisce con Luft Hansa (2017) un intero ufficio della nota compagnia aerea, cambiando il titolo – in origine Lindster.35 – in riferimento alla strage di Ustica. Affacciandosi su questo velo di più realtà temporali, l’occhio si rende conto che non è solo il passato il protagonista, ma anche il presente, in quanto nei giornali appoggiati sul bancone di accoglienza spunta il volto dell’artista, con articoli e immagini relativi alla sua ricerca.
Dal lato opposto della sala, Cosmorama (2010) si presenta come una camera delle meraviglie, composta da tavole di legno con appositi spioncini dai quali si intravedono vari video, in cui l’artista svolge mestieri antichi con strumenti antichi, come il fabbro o il tessitore, aprendo una riflessione sull’origine degli oggetti ma anche, come lui stesso scrive, su come ‘cose realizzate quasi 100 anni fa sono ancora in uso oggi, e quelle realizzate oggi potrebbero non aspettare fino a domani’.
A cura di Lorenzo Balbi e Marinella Paderni con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì
21 giugno – 29 settembre 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Sala delle Ciminiere
Via Don Giovanni Minzoni 14, Bologna
Info: +39 051 6496611
www.museibologna.it/mambo
info@mambo-bologna.org