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NUORO | MAN – Museo d’arte Provincia di Nuoro | 15 novembre 2013 – 16 febbraio 2014 

Intervista a RUDY CHIAPPINI di Matteo Galbiati

In occasione della mostra che il MAN di Nuoro dedica a Jean Arp (1887-1966)  che, oltre ad opere del grande maestro, presenta anche un dialogo tra la sua figura e i maggiori protagonisti dell’arte internazionale del secolo scorso – abbiamo intervistato Rudy Chiappini che, con Lorenzo Giusti direttore del museo sardo, ha curato questa importante rassegna.

Dopo Marini il MAN parla ancora di scultura attraverso i capolavori di un altro straordinario protagonista della scultura moderna. Come è nato questo progetto dedicato a Jean Arp?
Da un incontro con Lorenzo Giusti è nata l’idea di proporre al MAN di Nuoro una mostra coraggiosa, dedicata ad uno dei più rappresentativi esponenti delle avanguardie storiche. Un artista molto apprezzato a livello internazionale, in particolare in Francia e in Germania, tuttavia poco conosciuto in Italia. 

La galassia di Arp, veduta della mostra, Museo MAN, Nuoro

Quali aspetti e caratteristiche avete voluto, quindi, mettere in risalto della sua ricerca?
Innanzitutto abbiamo voluto presentare l’opera di Arp nella sua complessità. In ogni caso, all’interno della poetica del maestro di Strasburgo, più che la ricerca di un’obbligata linea evolutiva è opportuno apprezzare la coerenza di un discorso omogeneamente articolato. Oltre ai rilievi, le cui molteplici affinità con le sculture sono facilmente riscontrabili, la mostra presenta anche i papiers déchirés, in grado di soddisfare lo spirito ludico dell’artista quanto l’ansia di trasgressione insita nel dadaismo, i collages e gli arazzi, evidenti esemplificazioni del concetto di arte concreta così profondamente radicato nella poetica arpiana.
La rassegna si prefigge quindi di presentare la ricca varietà di sbocchi della ricerca dell’artista legata a pochi concetti fondamentali  il sogno, la spontaneità dell’ispirazione, la metamorfosi delle forme – che nel corso degli anni si arricchisce costantemente di nuove sfumature in virtù degli stretti rapporti di complementarietà tra un’opera e quelle immediatamente precedenti o successive. 

Come avete pensato, organizzato e strutturato il percorso espositivo? Cosa proponete al pubblico?
La mostra è incentrata sui lavori della maturità di Arp, eseguiti a partire dalla metà degli anni Cinquanta. Rilievi, sculture e collages che non rappresentano un gruppo a sé stante, caratterizzato da stilemi distintivi. Infatti quando l’artista si stabilisce al sud delle Alpi, per la precisione nella regione di Locarno, ha già compiutamente fissato i capisaldi della propria poetica. Indubbiamente nel corso degli ultimi anni Arp ha purificato ulteriormente il proprio linguaggio, raggiungendo i vertici dell’essenzialità formale e dell’autonomia espressiva. Le sue opere sono state integrate negli spazi del MAN da lavori di altri artisti che, per periodi lunghi o brevi, lo hanno accompagnato nella sua ricerca oppure hanno goduto della sua stima e amicizia.

La galassia di Arp, veduta della mostra, Museo MAN, Nuoro

In mostra si potranno quindi ammirare anche opere di altri artisti che offrono uno spaccato ampio sulle influenze, richiami, confronti e collaborazioni che Arp ha avuto. Su quali orientamenti vi siete concentrati? Chi proponete e perché?
Abbiamo cercato di raggruppare gli artisti per tendenza in senso lato. Da una parte le opere legate al dadaismo e al surrealismo, movimenti dei quali Arp è stato tra i fondatori, e dall’altra  i lavori  ispirati all’astrazione e alla scansione geometrica delle forme, all’arte concreta. In mostra si possono quindi trovare opere di Hans Richter, Paul Klee, presente con un vero gioiellino a suo tempo esposto nella mostra sell’arte degenerata promossa nel 1937 dal regime nazionalsocialista, Joseph Albers, Sonia Delaunay, Kurt Schwitters, Theo van Doesburg, Meret Oppenheim, Victor Vasarely, Arthue Segal, Francis Picabia e altri ancora. 

In cosa Arp ha rinnovato il linguaggio della scultura moderna? Cosa rende ancora fortemente attuale la sua scultura?
La principale caratteristica dell’opera di Jean Arp è rappresentata dalla cristallina indipendenza spirituale nei confronti dei movimenti intellettuali e artistici del suo tempo come dall’indifferenza verso le correnti politiche e gli ideali borghesi tradizionali. Egli ha saputo trovare da solo, al di fuori da ogni presupposto di tendenza, un mondo di forme organiche, surreali, concrete, lasciando lo spirito disponibile per qualsiasi avventura, ricerca o esperienza. Il suo merito è di aver consacrato una nuova concezione dell’espressione artistica, valorizzando segni e forme primordiali. Simboli universali presenti nella memoria collettiva condivisa, “ripescati” attraverso un’analisi introspettiva. La sua opera rappresenta, dunque, il risultato di una visione inedita e contestatrice del processo creativo, non più tradizionalmente in rapporto ai modelli forniti dalla natura.

In questo senso l’“arte concreta” di Arp costituisce una pietra miliare, un passo essenziale nell’evoluzione dell’arte del XX secolo.

La galassia di Arp, veduta della mostra, Museo MAN, Nuoro

La mostra nasce in collaborazione con la città di Locarno che detiene una raccolta particolarmente ricca di opere di Arp in una collezione a lui interamente dedicata. Cosa di dice di questa istituzione e delle opere che costituisce?
Al mondo esistono tre importanti nuclei dei lavori di Arp. Uno in Germania a Rolandseck, uno in Francia a Clamart nei pressi di Parigi e uno in Svizzera a Locarno, sulle rive del Lago Maggiore. Fin dagli anni Venti Arp unitamente ad altri artisti, intellettuali, scrittori, attori ha frequentato questa regione considerata allora una sorta di paradiso terreste caratterizzato dalla natura rigogliosa del sud delle Alpi e reso ancor più attrattivo  dalla neutralità politica della Svizzera.  Per questa ragione Arp ha mantenuto per tutta la vita un rapporto privilegiato con il Ticino al punto da trasferirsi definitivamente a Locarno nell’ultima stagione della sua vita dove ha ritrovato e lavorato al  fianco di vecchi compagni come Bissier, Richter, Nicholson. Nel 1966, poco prima della morta, ha donato alla Città un importante nucleo di sue opere e di lavori di suoi amici. Un lascito che ha originato il nucleo iniziale delle collezioni d’arte moderna del museo di Locarno.
 

La galassia di Arp
a cura di Rudy Chiappini e  Lorenzo Giusti
catalogo con testi di Lorenzo Giusti, Rudy Chiappini e Francesco Tedeschi

15 novembre 2013 – 16 febbraio 

MAN – Museo d’arte Provincia di Nuoro
via Sebastiano Satta 27, Nuoro

Orari: tutti i giorni 10.00-13.00 e 15.00-20.00; chiuso il lunedì
Ingresso: intero Euro 3,00; ridotto dai 18 ai 25 anni Euro 2,00; gratuito under 18, over 60 e ultime domeniche del mese

Info: +39 0784 252110
www.museoman.it

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