Borgo Valsugana (TN) | Arte Sella | Malga Costa e Villa Strobele
intervista a GIACOMO BIANCHI di Livia Savorelli
Restituire a parole la bellezza di un luogo è quanto mai difficile ma sicuramente le immagini scelte a corredo di questo intervento ne suggeriranno la portata. Ecco, tutte le volte che ho raggiunto il magico posto di cui mi accingo a parlarvi (in Trentino, nella Valle Sella, a Borgo Valsugana), ho percepito un totale senso di armonia: la natura ti accoglie e tu ne esci rigenerato, nella mente e nello spirito. Arte Sella è questo, luogo di cura e di rispetto per la Natura ma anche spazio dove far transitare nuove visioni e nuove modalità di dialogo, tra la stessa e l’umanità, generative di un’Arte nella Natura. Molti i nomi – legati al mondo dell’architettura e dell’arte contemporanea – che si sono succeduti, a partire da quel lontano 1986 in cui tutto ebbe inizio: Michele De Lucchi, Stefano Boeri, Gulio Iacchetti, Pinuccio Sciola, Arcangelo Sassolino, Edoardo Tresoldi, Velasco Vitali, Quayola, Krištof Kintera, solo per citarne alcuni.
Dopo una piacevole immersione in Arte Sella e la visita all’interessante progetto di Marzia Migliora – Lotta per l’esistenza, a cura di Lorenzo Fusi – incontro Giacomo Bianchi, Presidente di Arte Sella dal 2012, per tracciare un primo bilancio in vista dell’importante traguardo, nel 2026, dei quarant’anni di attività…

Arte Sella si appresta, il prossimo anno, a raggiungere l’ambizioso traguardo dei 40 anni di vita. Più di trecento artist*, provenienti da diverse nazioni, hanno in quasi quattro decadi vissuto il luogo e, attraverso la loro opera, restituito la riflessione cardine alla base di Arte Sella: la capacità trasformativa dell’arte radicata nel dialogo con la Natura, in una rigogliosa valle del Trentino, la Valsugana. Rispetto a quel lontano 1986 quando tutto ebbe inizio (anno di una delle più terribili tragedie della nostra contemporaneità, il disastro di Černobyl’), come Arte Sella si è posta quale testimone del cambiamento, quale catalizzatore di istanze e progettualità differenti, in un mondo in costante cambiamento e sempre più fragile?
Tracciamo insieme un breve bilancio… Come Arte Sella viene oggi percepita dalla sua comunità di riferimento e come è invece vissuta da coloro che giungono da diverse parti del mondo a visitarla?
In quarant’anni di storia Arte Sella si è evoluta contestualmente ai cambiamenti avvenuti sia a livello locale che a livello globale. L’intuizione iniziale, ossia la disponibilità di Arte Sella ad essere intrinsecamente disponibile alla trasformazione, si è rivelata uno strumento straordinario per raccontare il cambiamento come opportunità di crescita e, forse, come unica possibilità di coesistenza con la natura, in un mondo che sembra progressivamente destinato al conflitto. Per quanto riguarda la relazione con il luogo d’origine è bello – interessante – constatare come si è passati da un’iniziale comprensibile incomprensione nei confronti della visionarietà del progetto ad un’integrazione sempre più fertile del museo con la comunità, ne sono prova i numerosi progetti portati avanti da Arte Sella non solo in Val di Sella, ma anche nel contesto più ampio di Borgo Valsugana e della Valsugana, in collaborazione con le istituzioni pubbliche e, aspetto molto interessante, anche con soggetti apparentemente distanti dal mondo della cultura, come ad esempio le aziende o altri operatori privati.

Le opere ideate per Arte Sella assecondano i ritmi della natura, si fondono con essa modificandosi, la loro presenza sul territorio non è permanente (questo fa parte del grande gioco della natura), persino la loro percezione varia da un momento all’altro della giornata a seconda del meteo, della luce, delle stagioni. Come l’impermanenza si combina ai principi fondanti di Arte Sella? Quali sono i criteri di scelta degli artist* invitati/e a presentare una progettualità?
L’impermanenza è uno dei due grandi pilastri su cui si basa la storia di Arte Sella assieme alla volontà di basare il processo di produzione artistica sulla relazione che l’artista è chiamato ad instaurare con il luogo, le persone, la storia, che definiscono Arte Sella.
La scelta degli artist*, affidata ai curatori delle diverse discipline (arte, architettura, design, musica, danza), è una conseguenza di questo principio ispiratore e quindi non è tanto basata su logiche economiche o commerciali, quanto piuttosto sulla capacità che si intravvede nell’artista di diventare interprete di questo luogo.

Mentre le prime opere utilizzavano come media soprattutto elementi tratti dal mondo naturale, con il passare degli anni le nuove urgenze della contemporaneità hanno modificato l’approccio al paesaggio da parte degli artisti/e e sono nate opere frutto del dialogo con la tecnologia come mezzo (penso ad esempio a Physis di Arcangelo Sassolino e a Proserpina #A_S4 di Quayola). Come immagini i futuri scenari di Arte Sella?
Se, come già accennato, la propensione al cambiamento è uno dei tratti distintivi di Arte Sella, mi immagino e auspico che le scelte che orienteranno il suo futuro siano in grado di mantenere l’equilibrio che c’è sempre stato tra una storia lunga decine di anni e uno sguardo rivolto al futuro e capace di scelte coraggiose.
Alcune linee di visione sono già chiare, altre sono oggetto di una continua e proficua dialettica interna. In particolare, alcuni aspetti come la vivibilità del luogo, la straordinaria capacità di molte opere di entrare in relazione con il visitatore attraverso lo stimolo di tutti i sensi, l’aspetto comunitario e l’apertura a luoghi e culture ancora poco presenti sono tra le questioni più attuali della nostra visione.

A seguito della tempesta Vaia, Arte Sella ha subito molti danni sia alle opere sia al bosco, che ha visto intere parti completamente spazzate via, che cosa avete provato e che perdite avete subito?Certamente Vaia è stato un evento unico per quanto riguarda la velocità e la dimensione della trasformazione. La distruzione quasi totale dello storico percorso Arte Natura e di gran parte delle opere del giardino di Villa Strobele è stato per tutta Arte Sella un trauma difficile da superare, nonostante il cambiamento sia parte integrante della nostra realtà. Ognuno di noi ha reagito in modo molto personale e proprio grazie alle diverse sensibilità l’Associazione si è rafforzata ed ha innestato una rinnovata fiducia nel futuro.

Nel giugno scorso ha preso vita l’intenso progetto di Marzia Migliora, Lotta per l’esistenza, una profonda riflessione sulla fragilità dell’ecosistema e sulla necessità di una mutua cooperazione tra le specie che si è sviluppata a Villa Strobele e a Malga Costa (che ha visto la riapertura per l’occasione dell’edificio dell’ex stalla). L’indagine della Migliora parte dal Bostrico Tipografo, un’altra diretta conseguenza della tempesta Vaia… Quanto è importante la riflessione innestata dall’artista e come si svilupperà la terza fase della collaborazione con la stessa?
L’incontro con Marzia Migliora, grazie ad una felice intuizione di Lorenzo Fusi, è stato per Arte Sella centrale per operare una riflessione su quanto accaduto senza insistere sugli aspetti catastrofici, per quanto evidenti e spesso tragici, ma dando spazio alla complessità del pensiero e alle possibilità di cambiamento intrinseche all’uomo e alla natura. Marzia Migliora ha saputo condividere, come scritto nel volume edito da Dario Cimorelli che accompagna la mostra “il lavoro di Marzia si intreccia ai luoghi come un balsamo che lenisce le ferite, le trasforma in una nuova occasione di ri-nascita”.
Il dialogo con Marzia Migliora sta proseguendo immaginando ulteriori interventi, in particolare, proprio in occasione della riapertura del percorso Arte Natura.

Nel 2017, avete avviato un nuovo percorso di indagine “Arte Sella Architettura”, mettendo in dialogo l’intervento antropico dell’uomo e il paesaggio ed innestando una riflessione quanto mai attuale sulla ricerca di nuovi equilibri tra permanenza e mutabilità… Da quale necessità è nata l’idea del confronto con la figura dell’architetto? Puoi condividere con noi qualche aneddoto legato alle figure invitate e alle opere architettoniche installate?
Il progetto nasce da una riflessione sulla questione dell’abitare e del paesaggio e quale relazione potrà avere in futuro l’uomo, l’umanità, con i luoghi in cui è insediato e che sono attraversati da un processo continuo di mutamento e di modellazione. Architetti quali Kengo Kuma, Eduardo Souto De Moura, Michele De Lucchi, Atsushi Kitagawara, Stefano Boeri, Ian Ritchie, Rocco Yim e Jean Nouvel hanno realizzato opere d’arte architettoniche capaci di indagare questi temi, senza necessità di assolvere ad alcuna funzionalità immediata.

Il 26 settembre inaugurerete un nuovo intervento site-specific che troverà collocazione lungo il percorso permanente: Discrete Landscape di Mario Cuccinella Architects. Quale sono le caratteristiche dell’opera e dove sarà collocata?
L’opera prenderà corpo all’interno di una radura, lasciata dalla tempesta Vaia nel 2019, del giardino di Villa Strobele. L’installazione nasce dall’idea di modellare la terra per avvolgere il visitatore lungo un percorso sinuoso che si allarga in una cavità contemplativa: un “rifugio” scavato nello spazio aperto, capace di incorniciare scorci di bosco, cielo e acqua. A emergere dal suolo sono 415 blocchi stampati in 3D – 58 tipologie modulari che ricordano colonne basaltiche: forme irregolari, talvolta cave, talvolta piene a formare sedute o tasche di terra per piccole essenze arboree autoctone. La varietà tipologica consente a ogni modulo di auto-incastrarsi, generando una struttura autoportante, priva di malte o leganti, fedele alla tradizione costruttiva a secco ma reinterpretato ad oggi con supporto digitale all’avanguardia.

Per concludere, un auspicio e un desiderio per il futuro di Arte Sella…
L’auspicio è che Arte Sella possa continuare a interpretare attraverso il linguaggio dell’arte l’evolversi della relazione tra uomo e natura e che possa rimanere sempre un luogo di ricerca, cura e relazioni.

Arte Sella
Trentino, Val di Sella, Borgo Valsugana, Malga Costa, Villa Strobele
www.artesella.com
Evento in corso:
Marzia Migliora: Lotta per l’esistenza
a cura di Lorenzo Fusi

Giacomo Bianchi, nato a Belluno il 23 gennaio 1979. Si è diplomato in studi classici e si è laureato in ingegneria biomedica nel 1998 presso il Politecnico di Milano. Appassionato di scrittura sin dalla sua giovinezza, è giunto finalista a numerosi premi letterari nazionali. Durante gli studi universitari si è avvicinato al mondo della fotografia e nel 2010 è diventato fotografo professionista, lavorando come libero professionista e frequentando il Master Photoart Workshop presso IED Venezia. Dal 2008 è fotografo ufficiale di Arte Sella, responsabile della documentazione fotografica delle installazioni e degli eventi. Dal 2012 è Presidente di Arte Sella.



