Małgorzata Mirga-Tas, The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma (dettaglio), 2025, veduta di mostra, Collezione Maramotti, Reggio Emilia ©Małgorzata Mirga-Tas. Courtesy of the artist; Foksal Gallery Foundation, Warsaw; Frith Street Gallery, London; and Karma International, Zurich. Foto: Dario Lasagni

Małgorzata Mirga-Tas in Collezione Maramotti. Sotto lo stesso cielo: storie personali, traumi condivisi

REGGIO EMILIA | Collezione Maramotti | 12 ottobre 2025 – 8 febbraio 2026

di FRANCESCA DI GIORGIO

E se pensassimo al cielo come ad un archivio? Oggi non è affatto raro trovare all’interno delle ricerche di artiste ed artisti contemporanei l’immaginario cosmico come strumento simbolico per esplorare concetti estremamente terreni, interrogare il nostro posto nel mondo, le speranze, le paure e la complessità di un’esistenza soggetta a grandi cambiamenti.
Nella mostra The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma, Małgorzata Mirga-Tas solleva lo sguardo verso il cielo per comporre una nuova mappa terrestre. La costellazione del Grande Carro, simbolo di orientamento e libertà, diventa il punto da cui partire per raccontare le traiettorie della comunità rom e sinta: una diaspora di corpi, storie e memorie che si riflette oggi nel tessuto dell’arte contemporanea.

Małgorzata Mirga-Tas, The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma (dettaglio), 2025, veduta di mostra, Collezione Maramotti, Reggio Emilia ©Małgorzata Mirga-Tas. Courtesy of the artist; Foksal Gallery Foundation, Warsaw; Frith Street Gallery, London; and Karma International, Zurich. Foto: Dario Lasagni

Alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia, l’artista, educatrice e attivista rom polacca — che in Italia, nel 2022, ha rappresentato la Polonia, nel primo padiglione rom nella storia della Biennale d’Arte di Venezia — prosegue nella sua ricerca di riscrittura visiva dell’identità rom e sinta, trasformando la trama del pregiudizio in tessitura di riconoscimento. Małgorzata costruisce un racconto corale fatto di incontri, materiali raccolti, testimonianze e immagini provenienti dalla comunità sinta reggiana. La mostra è il risultato di un ascolto profondo: un dialogo tra arte e territorio che restituisce visibilità e voce a una storia spesso taciuta o marginalizzata.

Fulcro dell’allestimento è una “giostra cosmica” a seggiolini, il calcinculo, reinventata come macchina del tempo e del cosmo. Il suo moto circolare evoca la ciclicità della vita (su cui l’artista ha già riflettuto in maniera diversa ma complementare nella decorazione dell’esterno del Padiglione Polonia alla Biennale 2022, dove uno degli arcani maggiori dei tarocchi, la Ruota della fortuna, simboleggiava ciclicità e destino volubile), la rotazione dei pianeti, ma anche l’eterno ritorno delle migrazioni e degli spostamenti forzati.
Mirga-Tas trasforma l’immagine ludica della giostra in un dispositivo simbolico: un emblema del viaggio perpetuo che da secoli definisce l’identità rom, sospesa tra radicamento e nomadismo. In questo spazio dinamico, lo spettatore è invitato non solo a guardare, ma a partecipare fisicamente al movimento del racconto. La giostra diventa un cerchio di memoria e di cura, dove il tempo si fa tessuto e la storia si ripete in forme sempre nuove.

Małgorzata Mirga-Tas, The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma (dettaglio), 2025, veduta di mostra, Collezione Maramotti, Reggio Emilia ©Małgorzata Mirga-Tas. Courtesy of the artist; Foksal Gallery Foundation, Warsaw; Frith Street Gallery, London; and Karma International, Zurich. Foto: Dario Lasagni

Nei grandi arazzi e nei cavallini scolpiti in legno (che ricordano molto quelli delle giostre tradizionali), il linguaggio di Mirga-Tas si affida alla materia come strumento di narrazione politica, dove il tessuto si fa corpo e linguaggio.
I tessuti raccolti da amici, familiari o mercatini portano con sé le tracce di vite vissute: indumenti consunti, stoffe domestiche, frammenti di passato che l’artista cuce insieme lasciando visibili le cuciture, come ferite che non vanno nascoste ma rese parte del disegno.

«Ogni filo cuce insieme vite individuali, storie personali e traumi condivisi» afferma l’artista. In questo gesto, umile e quotidiano, si compie un atto di riparazione: un modo di rimettere insieme ciò che la storia ha separato, di sanare l’assenza attraverso la presenza tattile della materia.
A dare voce al cielo che sovrasta la mostra è la poetessa rom Bronisława Wajs, in arte Papusza, la cui scrittura attraversa le opere come un canto di resistenza e bellezza. Le sue parole — “Chioccetta, pigolio stellare e Carro in cielo ai rom il futuro predicono” — suggeriscono un legame intimo tra il cosmo e la terra, tra la quotidianità domestica e l’infinito.
Per Mirga-Tas, Papusza è una figura specchio: entrambe usano l’arte come forma di riscatto, cucendo linguaggi differenti ma convergenti — la parola e il tessuto — per affermare una memoria femminile, corale e planetaria.

Małgorzata Mirga – Tas, The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma (dettaglio), 2025 Patchwork tessile, acrilico, tecnica mista, © Małgorzata Mirga – Tas. Courtesy of the artist; Foksal Gallery Foundation, Warsaw; Frith Street Gallery, London; and Karma International, Zurich Ph. Dario Lasagni

L’opera di Mirga-Tas si muove sul confine tra poetico e politico. Nel suo lavoro la rappresentazione non è mai denuncia diretta, ma restituzione di dignità. Attraverso la bellezza e la cura, l’artista riscrive l’immaginario antizigano, trasformando lo sguardo stereotipico in una visione di comunità transnazionale, transculturale e non violenta.

Nei suoi arazzi si specchiano figure che non chiedono pietà, ma riconoscimento: il pugile sinto Johann Trollmann, eroe della resistenza al nazismo; le famiglie dei luna park reggiani; le donne che tramandano gesti, saperi e memoria. Tutti partecipano a una narrazione collettiva che, attraverso l’arte, si fa documento, rito, possibilità di futuro.

Con The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma, Małgorzata Mirga-Tas costruisce un vero e proprio ordito dove fili, volti e voci si intrecciano in una costellazione comune. La sua è una pratica di cura che unisce estetica e politica, memoria e presente, gesto manuale e cosmologia. Guardare i suoi lavori significa accettare di entrare in un tempo circolare, dove il passato non è chiuso ma continuamente riattivato, e dove ogni punto di cucitura diventa una stella che brilla nel buio, indicando la direzione del domani.

Małgorzata Mirga-Tas, The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma (dettaglio), 2025, Patchwork tessile, acrilico, tecnica mista, ©Małgorzata Mirga-Tas. Courtesy of the artist; Foksal Gallery Foundation, Warsaw; Frith Street Gallery, London; and Karma International, Zurich Ph. Marcin Tas
Małgorzata Mirga-Tas, The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma (dettaglio), 2025, Patchwork tessile, acrilico, tecnica mista ©Małgorzata Mirga-Tas Courtesy of the artist; Foksal Gallery Foundation, Warsaw; Frith Street Gallery, London; and Karma International, Zurich Ph. Marcin Tas


Małgorzata Mirga-Tas – The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma
a cura di Collezione Maramotti
Con la collaborazione delle comunità sinte di Reggio Emilia

12 ottobre 2025 – 8 febbraio 2026

Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi, Reggio Emilia

Visita alla mostra con ingresso libero nei seguenti orari: giovedì e venerdì 14.30–18.30. Sabato e domenica 10.30–18.30
Chiuso: 1 novembre, 25-26 gennaio, 1 e 6 gennaio

Info: +39 0522 382484
info@collezionemaramotti.org
collezionemaramotti.org

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