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VENEZIA | Caffè Florian

Intervista a STEFANO STIPITIVICH di Francesca Di Giorgio

Come le calli, i canali, l’alta e la bassa marea il Caffè Florian (il più antico d’Italia) è un simbolo per la città di Venezia ma, forse, alcuni non sanno che nel tempo è cresciuto tanto da diventare un vero e proprio “marchio” che oggi esporta la sua filosofia, in Italia e all’estero, attraverso l’apertura di nuove sedi, distribuendo i prodotti del proprio brand in Boutique Coffee Shop, Retail Corner…
Inaugurato il 29 dicembre 1720, a Venezia il Florian ha visto avvicendarsi varie gestioni.
L’ultima nel 2009 con il passaggio alla Florian Holding srl, di cui è presidente Andrea Formilli Fendi, figlio di Franca una delle sorelle che ha lanciato, a livello internazionale, la famosa maison di moda italiana.
Da sempre legato al mondo dell’arte, della cultura, della politica e degli affari, si sono seduti ai tavoli del Caffé: Giuseppe Parini, Silvio Pellico, Nicolò Tommaseo, Lord Byron, Ugo Foscolo, Johann Wolfgang von Goethe, Madame de Staël, François-René de Chateaubriand, Charles Dickens, Marcel Proust, Gabriele D’Annunzio, Eleonora Duse, Arthur Rubinstein, Igor Stravinsky, Amedeo Modigliani e Massimo Campigli, solo per citarne alcuni… Oggi è l’arte, insieme alla musica, ad intrecciare un dialogo sempre più stretto con il contemporaneo, non a caso, è proprio qui che, sul finire del XIX secolo, la Biennale di Venezia, da un incontro di idee, è diventata realtà.
Parliamo al presente con Stefano Stipitivich, Direttore Artistico Caffè Florian, in occasione degli eventi organizzati per la 55. Esposizione Internazionale d’Arte e di un importante progetto di ampliamento della sede fiorentina di cui presentiamo un’anteprima.

Perché esportare il nome Florian al di fuori dei confini veneziani?
La storia del caffè, la “negra bevanda”, com’era chiamata un tempo, nasce a Venezia alla fine del ‘600. Le “botteghe da caffè” diventano, nel XVIII secolo, luoghi dove non solo si potevano gustare prelibatezze come la cioccolata ed il caffè, ma anche spazi pubblici dove gli intellettuali si davano appuntamento. Ecco quindi l’idea del Florian, il più antico Caffè del mondo, assieme al Procope di Parigi, di sposare, ancora una volta, la tradizione, fatta di qualità di prodotti e di servizio ricercato, alla cultura, in particolare all’arte contemporanea.

Oggi si contano diverse sedi del Florian in Italia e all’estero…
Oltre a Venezia, Roma, Firenze, Londra e presto anche Doha in Qatar. Roma, all’interno della Farnesina, è una vetrina aperta sul mondo, a Londra il Florian è il “salotto buono” di Harrods e Firenze presto avrà un nuovo ampio spazio legato all’arte contemporanea.

A proposito di Firenze, che progetti avete per questo nuovo spazio?
Una parte consistente del fondo artistico di opere d’arte contemporanea del Florian, acquisito negli ultimi 25 anni, verrà esposta al pubblico in maniera permanente. Potranno essere così visibili le installazioni e le opere di Fabrizio Plessi, Mimmo Rotella, Gaetano Pesce, Aron Demetz, Pietro Ruffo, Bruno Ceccobelli, Irene Andessner, Fausto Gilberti, Luca Buvoli, Marco Nereo Rotelli, Arcangelo, ecc… Uno spazio, poi, verrà anche dedicato a giovani artisti emergenti ai quali verrà chiesto di creare un’opera “site specific” rendendo il Florian di Firenze ancora più dinamico.

La Biennale di Venezia è nel vostro DNA. Quest’anno ospitate un progetto di Omar Galliani. Chissà quanti ricordi e aneddoti legati agli artisti con cui avete collaborato negli anni…
Nel 1993 Mimmo Rotella accettò l’invito di intervenire al Florian con la sua arte. Durante la notte andammo furtivamente assieme in giro a Venezia, per calli e campielli, a strappare i “manifesti” da utilizzare per la sua performance. Poi il maestro del “décollage” cominciò a lavorare quella notte stessa freneticamente nella saletta “Liberty” del caffè. Al mattino presto Mimmo, esausto, andò a dormire. Arrivarono gli addetti alle pulizie che trovarono la saletta del Florian piena di manifesti strappati, con strani disegni molto elementari dipinti con colori acrilici. Ovviamente stavano per eliminare quella che consideravano solo “spazzatura”. Io stavo rincasando ed ebbi un “flash”, telefonai e salvai, proprio sul filo del rasoio, una notte di lavoro del grande Rotella. Saputo dell’accaduto il Maestro rise divertito.

Caffè Florian
Piazza San Marco, Venezia
Info: +39 041 5205641
info@caffeflorian.com
www.caffeflorian.com

Evento in corso:
XII Edizione di Temporanea – Le Realtà possibili del Caffè Florian
Omar Galliani. Il sogno della Principessa Liu-Ji al Florian
a cura di Stefano Stipitivich
30 maggio – 30 settembre 2013

Caffè Florian nel mondo:

FIRENZE
Via del Parione 28/R
+ 39 055 284291

ROMA
Palazzo della Farnesina
+39 06 36913995

LONDRA (Harrods)
Knightsbridge Third Floor
+44 207730 1234

Caffè Florian a Venezia. La storia.
In posizione prestigiosa sotto i portici delle Procuratie Nuove in Piazza San Marco a Venezia, il Caffè Florian è il più antico caffè italiano e rappresenta un simbolo della città. Inaugurato il 29 dicembre 1720 da Floriano Francesconi con il nome di “Alla Venezia Trionfante”, venne rapidamente chiamato dagli avventori Florian, dal nome del suo proprietario, diventando la più famosa “botega da caffè”. E mentre si servivano i migliori rosoli, nonché caffè e vini di Oriente, Malvasia, Cipro e Grecia, la storia passava davanti alle vetrate del locale: lo splendore e la caduta della Repubblica Serenissima di Venezia, le cospirazioni segrete di quanti volevano sovvertire il dominio francese e poi austriaco, e ancora, durante i moti del 1848, la cura dei feriti all’interno delle sale del locale.
Fin dagli inizi, il Caffè Florian vanta una clientela illustre. I nobiluomini veneziani si sedevano accanto ad ambasciatori, mercanti, cacciatori di fortuna, uomini di lettere e artisti, ma anche accanto a semplici cittadini. Tale variegato assortimento inevitabilmente stimolava l’immaginazione e la creatività di un osservatore arguto dei costumi sociali come il commediografo Carlo Goldoni, che era un assiduo frequentatore del locale. Trattandosi dell’unico locale del tempo che consentiva l’ingresso alle donne, il Florian era inoltre un luogo di caccia per Casanova, sempre alla ricerca di compagnia femminile.
Il Caffè rimase aperto e attivo anche in tempo di guerra come luogo ideale per bere e incontrarsi tra amici. Con l’inizio del ‘900, il Caffè Florian adottò l’idea tradizionale europea di “caffè-concerto” con un’orchestra permanente. Questo locale, dove si vive ancora una tradizione Veneziana così forte, è luogo d’incontro di svariati mondi.
Con un po’ di fortuna, oggi ci si può trovare seduti al fianco di stelle del cinema o del teatro, nonché di personalità del mondo dell’arte, della cultura, della politica e degli affari.

Caffè Florian e l’arte contemporanea.
Temporanea – Le Realtà Possibili del Caffè Florian, una iniziativa che ha luogo ogni due anni in concomitanza con l’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, che vede l’interpretazione dello “spazio Florian” attraverso l’installazione di artisti del calibro di Bruno Ceccobelli (1988), Mimmo Rotella (1990), Fabrizio Plessi (1993), Gaetano Pesce (1995), Luca Buvoli (1997), Arcangelo (1999) e Irene Andessner (2003), Fausto Gilberti (2005), Botto&Bruno (2007), Marco Tirelli (2009), Pietro Ruffo (2011).
Un’altra attività artistica di spicco è la manifestazione Unica – Un’opera d’arte contemporanea al Caffè Florian che offre la possibilità a giovani artisti contemporanei di realizzare opere uniche da esporre all’interno del Caffè. Tra le edizioni realizzate si annoverano quelle di artisti come Marco Nereo Rotelli, Arcangelo, Cristiano Bianchin, Sergio Pausig, Yoichi Ohira, Paolo Smali, Toots Zinski, Mariagrazia Rosin, Richard Marquis, Massimo Nordio, The Royal Art Lodge, Michele Burato, Judi Harvest, Gilbert Herreyns, Silvano Rubino, Alessandro Mendini, Omar Ronda, Mauro Bonaventura, Bruno Fermariello, Massimo di Capua, Antonio Dei Rossi, Stefano Curto, Paolo W. Tamburella e Aron Demetz.

 

 

 

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