Non sei registrato? Registrati.
VENEZIA | Fondaco dei Tedeschi | Fino al 1 maggio 2023
UMBRIA | Sedi varie | Fino al 16 aprile 2023
MILANO | Gilda Contemporary Art | Fino al 11 aprile 2023

Intervista a ROBERTO GHEZZI di Gabriele Salvaterra

Continua il periodo di intenso impegno espositivo per Roberto Ghezzi. Con attualmente tre progetti di mostra che lo vedono coinvolto – tra cui il primo, che ha inaugurato il 2023, è a Venezia, ăquae naturografie, all’ultimo piano del Fondaco dei Tedeschi, fino al 1 maggio – è noto come per lui affrontare un progetto non si riduca soltanto all’allestimento di nuove opere all’interno di un nuovo spazio ma significhi sempre avviare complessi processi organizzativi che coinvolgono soggetti istituzionali, autorevoli enti scientifici, viaggi in luoghi più o meno remoti e tempi piuttosto lunghi. Abbiamo colto l’occasione per parlarne direttamente con l’artista, discorrere, comprendere e tornare alle ragioni profonde e alla genesi delle sue ©Naturografie, nel confronto ogni volta diverso che sanno instaurare con ogni nuova “occasione”. Questo strumento operativo – non una tecnica ma un’idea come tiene più volte a precisare Ghezzi – ha la forza di portare con sé innumerevoli altri elementi, scoperchiando una rete di relazioni, significati e possibilità davvero ampie.

Roberto Ghezzi. ăquae naturografie, Roberto Ghezzi. ăquae naturografie, Fondaco dei Teschi, Venezia. Foto: Simone Rossi

Domanda banale – che probabilmente tutti ti hanno fatto – ma ineludibile: cosa ti ha spinto ad abbandonare gli strumenti tradizionali della pittura e cominciare, con le Naturografie, a lasciare che fosse l’ambiente a intervenire nel tuo lavoro artistico?
Questa scelta è avvenuta circa quindici anni fa come un gesto che definirei tra l’istintivo e il ribelle. Ho sempre dipinto il paesaggio, l’ho sempre frequentato, vivo sull’Appennino toscano, vicino Cortona, a quotidiano contatto con un ambiente ancora abbastanza naturale. Si è trattato di un passaggio quasi obbligato; mediante la pittura un luogo lo puoi interrogare, lo puoi interpretare, lo puoi modificare, esagerandolo e mettendoci del tuo, ma a un certo punto, per entrare ancora più in profondità, l’unica scelta possibile rimane quella di cedere la tela al paesaggio stesso. Tutto quello che avevo fatto prima mi ha in qualche modo portato a questa cosa.
È una scelta nata dalla volontà di dialogo e di conoscenza; prima la mia restituzione era in qualche modo “artefatta”, avevo bisogno di qualcosa di più reale, di più presente: invece che rappresentare il lago, il bosco, il fiume o il mare, ho lasciato che scrivessero loro stessi, direttamente, sulla tela, confessandomi le loro “verità”. Presentandosi.

Roberto Ghezzi. ăquae naturografie, veduta della mostra, Fondaco dei Teschi, Venezia

Chiaramente una buona parte del tuo lavoro artistico è costituita dai contatti, dagli studi, dai viaggi, dalle ricerche e dalle temporalità che queste opere esigono o favoriscono. Ma l’oggetto finale quanto ti interessa? È insomma un puro pretesto o ha una sua autonomia estetica?
In questi anni mi sto trasformando. L’opera finale mi interessa ancora, ma mi rendo conto che è la punta di un iceberg sotto al quale ci sono i 4/5 della ricerca. Le Naturografie sono nel tempo divenute un vero e proprio crocevia di strade che vanno dall’aspetto scientifico all’aspetto umano, ad esempio. Spesso affido la cura, la verifica e il monitoraggio delle mie opere ad altre persone, anche per necessità pratiche, e da questo si sviluppano legami incredibili o rapporti di entusiasmo e complicità con persone che con l’arte contemporanea non c’entrano nulla. Si arriva addirittura a forme di arte collettiva o partecipata, in un certo senso. L’opera si dilata e intreccia tanti settori della vita reale. In fondo le Naturografie più che una tecnica, sono un’idea, una modalità di interazione tra me e il paesaggio e tra me e le persone che quel paesaggio lo vivono, lo conoscono e di cui si prendono cura ogni giorno.

Roberto Ghezzi. L’impronta dell’acqua, Castiglione del Lago. Foto: Mara Predicatori

Al momento hai tre mostre in Italia a te dedicate: ăquae naturografie al Fondaco dei Tedeschi di Venezia, L’impronta dell’acqua, mostra diffusa in Umbria presso alcuni comuni del Lago Trasimeno e, la più recente, presso Gilda Contemporary Art a Milano intitolata The Greenland Project. Puoi parlarci di questi tre progetti?
Sono tutti e tre grandi progetti bilanciati tra arte, scienza e sostenibilità ambientale, realizzati in collaborazione con prestigiosi interlocutori istituzionali scientifici. Per la mostra veneziana, curata da Start Cultura ed Econtemporary, resa possibile grazie al contributo della regione Friuli Venezia Giulia, abbiamo collaborato con il CNR IOM e il CNR ISMAR. La mostra umbra invece, realizzata grazie al sostegno della Cassa di Risparmio di Perugia, ha visto la collaborazione attiva e la promozione di ARPA Umbria. Per la personale di Milano infine, frutto di una residenza di un mese presso la Red House di Tasiilaq in Groenlandia, ho collaborato con Biagio Di Mauro, ricercatore del CNR ISP. Tuttavia in quest’ultimo caso ho realizzato Naturografie avvalendomi di un procedimento nuovo preso in prestito dalla cianotipia.

Roberto Ghezzi. L’impronta dell’acqua, Castiglione del Lago. Foto: Mara Predicatori

In effetti in The Greenland Project noto una finitura conclusiva delle opere diversa rispetto al tuo lavoro più noto, puoi raccontarci il processo di questi lavori?
In mostra da Gilda Contemporary Art ci sono diverse tipologie di opere. Insieme a disegni che rappresentano la fase progettuale e a stampe del paesaggio artico realizzate attraverso la tecnica della cianotipia a contatto da negativo, presento una nuova serie di Naturografie create mediante la reazione tra liquido cianotipico, sole e ghiaccio in fusione.
Durante la residenza ho realizzato 55 opere di questo tipo, sotterrando sotto alcuni centimetri di ghiaccio in fusione carte pre-trattate con liquido cianotiopico fresco, in maniera che la reazione ai raggi UV restituisse la dinamica di fusione del ghiaccio stesso (e non solo la sua forma o il suo profilo concreto).
Tramite questo procedimento ho realizzato opere sia in zone di ghiaccio “sano”, sia in aree invase da una particolare specie di alga rossa, la Chlamydomonas Nivalis, che al momento è ancora in fase di studio e che potrebbe incrementare la velocità di scioglimento dei ghiacci perché con il suo pigmento determina una fusione maggiore della superficie congelata dell’area. Anche in questo caso l’effetto estetico evidenzia o sottende dinamiche più ampie, che vanno dallo studio scientifico del fenomeno della fusione dei ghiacci alla sensibilizzazione del pubblico al problema del surriscaldamento globale.

Roberto Ghezzi, The greenland project, uno scatto durante la residenza, 2022

Il tuo lavoro registra processi in divenire ma esso stesso si pone come organismo instabile e, credo, difficile da fissare nel suo naturale deperimento. Quanto sei interessato a far sì che anche l’opera abbia una sua mutazione dopo che la prelevi dalla natura?
Le mie opere sono in realtà molto più stabili di quello che si potrebbe pensare, adoperandomi sin dal prelievo al fine di fermare o rallentare i processi che la natura ha messo in atto (muffe, modificazioni cromatiche, ecc.). Detto ciò, per quanto il cambiamento delle mie opere mi interessi principalmente nel periodo di esposizione del supporto nella natura, l’impermanenza che potrebbe caratterizzarle anche dopo, come del resto caratterizza ogni cosa che ci circonda, noi per primi, non mi tocca più di tanto. Spero tuttavia che nessuno dei miei collezionisti legga questa intervista o dovrò cercarmi un nuovo lavoro (ride, ndr).

The Greenland Project – Mostra personale di Roberto Ghezzi. Courtesy Gilda Contemporary Art. Ph Vincenzo Pagliuca

Su cosa stai lavorando in questo momento? Sono consapevole che per la complessità organizzativa, logistica, temporale e anche economica dei tuoi progetti questa domanda abbia una valenza dal peso specifico maggiore rispetto al solito…
Ci sono molte iniziative in programma nell’immediato futuro, per citarne una soltanto la residenza alle Isole Svalbard che sto organizzando assieme a un team di lavoro per il luglio dell’anno prossimo, anche questa volta in collaborazione con ricercatori del CNR ISP.
Le Svalbard sono isole tra la Norvegia e il Polo, note per essere il luogo abitato più a nord del mondo: circa 2000 persone e 3000 orsi polari… beh sì, bisognerà guardarsi le spalle (ride, ndr)!
Per questa occasione sto pensando di sviluppare qualcosa di diverso, rivolgendomi a media che non ho ancora utilizzato nel mio percorso espressivo. Non posso dire di più… staremo a vedere!

Roberto Ghezzi. ăquae naturografie
progetto e allestimento a cura di Start Cultura e EContemporary
testo critico a cura di Francesca Di Giorgio:  https://startcultura.it/naturografie-aquae-testo-critico-ita/
realizzato con la collaborazione di Fondaco dei Tedeschi
con il Patrocinio di Regione Veneto e Comune di Venezia
Con il contributo di Regione Friuli Venezia Giulia, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale (Venezia)
Il Partenariato di CNR IOM (Trieste) e CNR ISMAR (Venezia) e della Riserva Naturale Statale Oasi WWF di Valle Averto
Fino al 1 maggio 2023
Fondaco dei Tedeschi

Calle del Fontego dei Tedeschi, Ponte di Rialto, Venezia
Info: https://startcultura.it/

APPUNTAMENTO Domenica 26 marzo 2023 ore 11.00
Incontro con l’artista Roberto Ghezzi che assieme a Stefano Borella (Direttore Riserva Naturale di Val Averto) e Michele Zacchigna (Ricercatore CNR-IOM), guideranno il pubblico alla scoperta delle sue opere realizzate nella Laguna di Venezia: un intreccio tra arte, natura e scienza.
L’appuntamento è previsto alle ore 11.00 nel corridoio del 4° piano di fronte al banco accoglimento situato all’arrivo della scala mobile.
La partecipazione è libera su prenotazione al seguente indirizzo: info@startcultura.it.
Le prenotazioni saranno attive fino a mezz’ora prima dell’inizio dell’evento, e comunque fino ad esaurimento dei posti disponibili.


Roberto Ghezzi. L’impronta dell’acqua
Il Trasimeno tra arte e scienza nell’opera di Roberto Ghezzi
a cura di Mara Predicatori
progetto culturale promosso da Arpa Umbria
con il sostegno della Fondazione Perugia
Fino al 16 aprile 2023
Sedi Varie Regione Umbria:

Comuni di Castiglione del Lago, Corciano, Magione, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Tuoro sul Trasimeno
Ino: https://limprontadellacqua.arpa.umbria.ite e sulla pagina facebook dedicata


Roberto Ghezzi . The Greenland Project
a cura di Cristina Gilda Artese
Fino all’11 aprile 2023
Gilda Contemporary Art
via San Maurilio 14, Milano
Info: info@gildacontemporaryart.it
https://gildacontemporaryart.it/

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •