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VERONA | La Giarina Contemporary Art | 11 febbraio – 6 maggio 2023

Intervista a Valerio Dehò di Francesca Di Giorgio

L’anno appena trascorso ha visto passare il 60° anniversario della nascita del movimento internazionale Fluxus che ha rivoluzionato il linguaggio dell’arte attraverso la contaminazione e l’ibridazione della pratica estetica dei molteplici linguaggi visivi e multimediali. Il lascito di questo movimento è ancora oggi presente, più o meno consapevolmente, nella pratica di molti artisti contemporanei. Il feeling tra Andrea Bianconi e Fluxus è evidente e ci sono mille modi per raccontarlo. La mostra Fluxidea. Andrea Bianconi e i fluxartisti, a cura di Valerio Dehò, e che apre sabato 11 febbraio da La Giarina a Verona è uno di questi modi.
Ne abbiamo parlato con il curatore…

Per costruire una mostra così i punti di partenza potrebbero essere infiniti. Da dove siete partiti?
Siamo partiti dalla stupidità. Bianconi recentemente ha scritto un libro, Manuale per esercitare la propria stupidità, alla sua maniera, tra testi e disegni in cui ha ricreato delle situazioni di “sana idiozia”, quella che può capitare a tutti. Baudelaire diceva che la stupidità è “ornamento della bellezza”, Conrad che vi “era una stupidità così profonda che era interessante”, senza parlare di Musil o dell’idiota nella filosofia di Cusano. Insomma, di argomenti ce ne sono. Ma cosa c’entra Fluxus con tutto questo? C’è di mezzo la verità, dire le cose come stanno, sembrare stupidi senza esserlo. Pensate a Ben Vautier, ai paradossi di Emmett Williams, ai testi di Dupuy, ai gesti distruttivi di Knizak o alle performance del 1962 con cui i Fluxus si presentano a Wiesbaden. La ragione abdica in favore dell’assurdo, dell’illogico, del gesto demenziale e gratuito fuori dalla prassi dei comportamenti definiti “normali”.

Veduta della mostra, Andrea Bianconi e i fluxartisti, courtesy La Giarina, Verona

Fluxidea – Andrea Bianconi e i fluxartisti è un bell’intreccio di esperienze. Tra la ricerca contemporanea di Bianconi e quella storica di una selezione di artisti Fluxus, insieme al percorso della Galleria La Giarina che conosce il movimento da vicino e lo ha incontrato sulla sua strada. In che misura sono presenti tutti questi elementi e come sono stati messi in relazione? 
Abbiamo pensato ad una mostra unica, non alla giustapposizione di una mostra personale e di una collettiva. Detesto il termine “omaggio”, l’arte non è un inchino o un salamelecco a destra o a sinistra. Grazie alle opere Fluxus acquisite storicamente dalla galleria, abbiamo realizzato un’esposizione totalmente integrata tra le opere di Bianconi e quelle dei fluxartisti. Abbiamo cercato continuità e integrazione tra le opere attuali di Andrea e quelle ormai storicizzate. E questo per far capire che Fluxus è un atteggiamento mentale e una scelta di vita, non un movimentino da liquidare in poche righe di una qualsiasi storia dell’arte. C’è dietro gran parte delle avanguardie della seconda metà del Novecento, Cage e il Black Mountain College, le filosofie orientali e la poesia concreta, la casualità intelligente e la stupidità come ribellione alla razionalità che soffoca la creatività. So che parlare di “anarchia” oggi è sconveniente perché la si collega agli attentati e alla violenza, ma l’arte è anarchica perché è libera, è presa di coscienza e responsabilità anche di violare le regole. Il resto è decoro.

Veduta della mostra, Andrea Bianconi e i fluxartisti, courtesy La Giarina, Verona

Sembra che la parola, la scrittura, pratica continua e quotidiana nel lavoro di Andrea Bianconi, sia un terreno comune da condividere con Fluxus e la sua filosofia. Ci racconta come è presente in mostra l’aspetto della poetica della parola, così importante anche oggi nei linguaggi del contemporaneo?
Avendo scritto un libro nel 2010 chiamato “Words” in cui ho raccontato il rapporto tra immagine e parola dai carmina figurata alla Public art, ammetto che vedere tante parole nelle opere d’arte mi riempie d’immenso. L’arte contemporanea nasce nel 1897 con un poeta che di nome faceva Stephan Mallarmé e un poema dal titolo “Un coup de dés jamais n’abolira le hasard.” Duchamp è dietro l’angolo. La parola è quindi molto presente nella mostra, le opere di Bianconi sono nell’allestimento il fil rouge che collega tutte le altre. Quindi abbiamo da Ray Johnson, pioniere della Mail art, a Jean Dupy con un poema oggetto e poi una carta geografica rettificata di Dick Higgins, Ben Vautier, George Brecht, Giuseppe Chiari con uno dei suoi “manifesti” più belli e gli altri, tra cui due teli di Bob Watts. La parola proprio in un mondo dominato dalle immagini acquista sempre più senso, riempie il vuoto del consumo illimitato delle icone di consumo. Rappresenta in un contesto artistico un argine alla dispersione, alla ridondanza e alla velocità delle immagini che si sovrappongono annullandosi. Chi l’avrebbe mai detto che la poesia potesse farci risvegliare da torpore della società digitale?

Veduta della mostra, Andrea Bianconi e i fluxartisti, courtesy La Giarina, Verona

FLUXIDEA – ANDREA BIANCONI E I FLUXARTISTI
Andrea Bianconi e i fluxartisti: George Brecht, Giuseppe Chiari, Jean Dupuy, Ken Friedman, Dick Higgins, Ray Johnson, Milan Knizak, Ben Vautier, Bob Watts
a cura di Valerio Dehò

11 febbraio – 6 maggio 2023
Inaugurazione sabato 11 febbraio 2023, ore 18.00

La Giarina Contemporary Art 
via interrato acqua morta 82, Verona

Orari: dal martedì al sabato 15.30 – 19.30

Info: +39 045 803 2316
info@lagiarina.it
http://www.lagiarina.it/

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