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Intervista a GIULIA BIAFORE di Francesca Di Giorgio

Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
Il lockdown è stato un po’ come perdere il senso dell’orientamento: il giorno prima la galleria era aperta al pubblico e il giorno successivo lo stesso spazio era chiuso per un tempo non definito. Tanta incertezza e silenzio, e proprio da questo silenzio sono nate le prime idee.
L’utilizzo dei social è cambiato in termini di proposta, in accordo con il momento che stavamo vivendo in prima persona; in collaborazione con gli artisti e i critici vicini alla galleria è nata la rubrica RELATED. Il format ha collezionato 24 video, alternando una rilettura della storica rivista G7 Studio all’incontro diretto con gli artisti che hanno virtualmente aperto i loro studi al pubblico. Ho lavorato anche a una viewing room che oggi accompagna online l’attività espositiva della galleria; non una semplice mostra, ma un dialogo a due voci che propone un confronto diretto tra diverse ricerche artistiche.
Il progetto che mi ha fatto sentire più vicino il sostegno dei miei collezionisti – con i quali il rapporto è stato costante, seppur a distanza – è stata la campagna #anchenoiaiutiamo, una raccolta fondi a beneficio del progetto “più forti INSIEME” della Fondazione Sant’Orsola di Bologna che ho costruito selezionando dall’archivio della galleria 7 edizioni differenti, senza coinvolgere gli artisti in nuove produzioni.

Ann Veronica Janssens, exhibition view, mostra personale a cura di Chiara Bertola. Courtesy l’artista e Galleria Studio G7, Bologna in collaborazione con Galleria Alfonso Artiaco, Napoli. Foto Alessandro Fiamingo

Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
L’arte ha parlato tanto in questi mesi, offrendo una moltitudine di contenuti: collezioni e mostre online, talk tra diversi operatori del settore e approfondimenti, ma purtroppo il tutto è rimasto uno scambio “interno”. Le problematiche già presenti nel sistema ed esasperate in questo periodo storico non hanno trovato aiuti concreti né possibili tentativi di risoluzione reali. Il modo di affrontare l’attività, dal lato umano, è lo stesso: il centro del lavoro sono gli artisti, e il dialogo aperto e continuo permette di costruire un percorso di supporto e promozione con l’obiettivo di consolidare il lavoro, nel breve e lungo periodo. In termini pratici, ho sempre creduto nella collaborazione tra i diversi operatori del sistema, e sono contenta di vederla sempre più concreta e strutturata; mi viene subito in mente il progetto GALLERY TO GALLERY ideato da Veronica Veronesi, una modalità di visita guidata che coinvolge sei gallerie della mia città (Gallleria più, CAR DRDE, De’ Foscherari, Otto Gallery, Enrico Astuni e Studio G7) e nato dalla volontà di fare fronte comune per la promozione e il supporto dei reciproci programmi e spazi espositivi.

CHIAROSCURO, exhibition view, a cura di Leonardo Regano. Courtesy Galleria Studio G7, Bologna. Foto: Alessandro Fiamingo

Siamo nella famosa Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
La fotografia perfetta per questi tre momenti è CHIAROSCURO, mostra collettiva che presenta i lavori di Bill Beckley, Gregorio Botta, Daniela Comani, Franco Guerzoni, Eduard Habicher, Jacopo Mazzonelli e Mariateresa Sartori, allestita in galleria dal 28 maggio al 18 settembre 2020. Il progetto è nato dal bisogno di riappropriarsi della relazione diretta con l’opera. Da questo punto di partenza, ho poi coinvolto tre realtà locali, il critico e curatore Leonardo Regano, a cui ho affidato la curatela, l’agenzia di comunicazione Estro.Studio e la startup bolognese per la realtà virtuale ATTESE.
La sinergia con Regano è stata proficua, e più l’esposizione prendeva forma, più capivo che c’era il bisogno di renderla fruibile il prima possibile. Il progetto si modula sul visitatore e sulla sua personale relazione tra la galleria e le singole opere; si propone una doppia esperienza, prima virtuale e successivamente reale trasformando lo spazio espositivo nel punto di arrivo e ricordando come rimanga il centro della nostra attività.

www.galleriastudiog7.it

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