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Un nuovo concorso internazionale, gratuito, finalizzato alla promozione dell’arte contemporanea ed alla valorizzazione del legame tra arte, industria e territorio, nel nome della ricerca e della creatività.

Il concorso, promosso da Main Street Srl – con sede in Usella-Cantagallo (PO) – Società che fa capo a Gruppo Colle Srl, leader mondiale nel settore della tintura di fibre tessili e filati, rappresenta un’occasione unica per tutti gli artisti e/o collettivi di proporre un progetto inedito per la decorazione della facciata di una sede storica della Società, diventando elemento portante nella comunicazione aziendale.
L’iniziativa è parte del progetto DHG – dyeinghousegallery (www.dyeinghousegallery.comwww.dhgshop.it), che unisce l’esperienza di un gruppo che da oltre cinquant’anni opera nel settore tessile e la creatività di piccoli artigiani, sempre alla ricerca di nuovi materiali.
Il colore è elemento fondamentale, così come la passione per il lavoro e per la città di Prato, che dal 1200 è espressione dell’eccellenza tessile italiana.



Cosa spinge un’azienda ad abbracciare un progetto culturale, a coniugare il suo linguaggio produttivo-commerciale a quello dell’arte e della comunicazione?
Ci siamo fatti raccontare da
Gaia Gualtieri a.d. di Main Street Srl – azienda che fa capo a Gruppo Colle Srl, di cui è Responsabile Area Marketing – lo spirito di questa nuova avventura tra arte ed industria, tradizione ed innovazione, colore e creatività

Francesca Di Giorgio: DHG Art Factory fa parte di un progetto più ampio, DHG – Dyeinghousegallery, che coinvolge dall’interno la mission della vostra azienda. Di cosa si tratta? Quando avete iniziato a pensare di integrare l’arte contemporanea nei vostri obiettivi?
Gaia Gualtieri:
L’incontro tra arte ed industria è proprio nel DNA del progetto Dyeinghousegallery. Il nome stesso vuole suggerirlo: dyeinghouse significa tintoria industriale e gallery significa galleria d’arte. Fin dall’inizio, quindi, abbiamo voluto rimarcare la connessione tra due mondi che nell’immaginario collettivo sono ritenuti lontani, ma che in realtà sono spesso molto vicini. Il nostro caso ne è un esempio lampante, giacché un’azienda prettamente industriale, che da sessant’anni lavora nel tradizionalissimo comparto tessile, si è resa conto qualche anno fa che i suoi altrettanto tradizionali prodotti rispondevano perfettamente alle esigenze dei fiber artist. È stato un colpo di fulmine e, come nella più classica storia d’amore, un mondo che sembrava tanto diverso dal nostro è diventato così affine. Una volta entrati nel mondo della fiber art, il passo verso l’arte contemporanea in senso lato è stato breve. Anche perché, qui a Prato, arte contemporanea ed arte tessile sono sempre andate a braccetto. Prato, dal dopoguerra in poi, ha sempre dimostrato una grande vocazione per l’arte contemporanea. Forse è stata una naturale risposta alla vicinanza di Firenze, che ci ha costretti ad intraprendere nuove strade per costruire la nostra identità, o forse ancora è stato semplicemente il benessere economico portato proprio dall’industria tessile, abbinato ad una certa sensibilità per l’arte (che riconosciamo anche nel Museo Pecci), o meglio ancora, è stata la combinazione di questi fattori che ha fatto diventare Prato un avamposto importante per l’arte contemporanea.

Perché la forma di un concorso? Dove sono chiamati ad intervenire gli artisti e attorno a quali temi sono invitati a rispondere?
Da quando lavoriamo in questo settore, la nostra azienda ha spalancato le porte al mondo. Internet, che è il mezzo attraverso il quale commercializziamo i nostri prodotti nei cinque continenti, ci offre l’opportunità di connetterci con artisti provenienti da molti paesi e l’incontro con persone e culture differenti è, e sarà sempre, la marcia in più di questo progetto. È proprio da questa continua ricerca, che ci è venuta l’idea di un concorso internazionale. Attraverso un progetto di così ampio respiro, speriamo di arrivare a qualcosa di più che alla realizzazione di una bella opera per la nostra nuova sede. Vogliamo incontrare artisti, creare un network e farci conoscere, sperando che questa iniziativa sia solo il primo di numerosi eventi in cui arte e industria potranno trovarsi. Non nego che tutto ciò venga fatto anche con un occhio al business e all’immagine aziendale, visto che l’opera diventerà parte integrante della nostra comunicazione, ma se devo essere sincera la spinta maggiore è data dal fatto che semplicemente “ci va”! Il tema su quale gli artisti dovranno lavorare è proprio quello dell’incontro tra arte ed industria, tradizione ed innovazione, colore e creatività.

DHG Art Factory, Prize for contemporary art non è un’iniziativa isolata ma si preannuncia come l’inizio di una serie di progetti all’insegna della creatività… In quali ambiti vorreste spingere la vostra immaginazione?
Da quando lavoriamo nel mondo della fiber art abbiamo imparato che non vanno mai posti limiti all’immaginazione. Il settore in cui operiamo tradizionalmente, quello del tessile e dell’abbigliamento, è certamente molto creativo, ma ciò che predomina è necessariamente il lato commerciale del manufatto. Le logiche di mercato la fanno da padrone (ed è normale che sia così!), quindi siamo spesso costretti a scendere a compromessi. DHG Art Factory ci offre la possibilità di scappare da logiche di tipo economico e seguire ciò che semplicemente stimola la nostra immaginazione.

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Info: DHG Art Factory Prize for contemporary art
www.dyeinghousegallery.com/artfactory
www.facebook.com/dhgprize

 

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