Non sei registrato? Registrati.

LONGIANO (FC) | FONDAZIONE TITO BALESTRA ONLUS | 12 OTTOBRE – 1 DICEMBRE 2019

Intervista a VANNI CUOGHI di Chiara Serri

Ripetuti come un mantra, i corvi di Vanni Cuoghi costituiscono una riflessione sul disegno e sul suo farsi. Non pensiamo alle pennellate vorticose di Van Gogh nel Campo di grano con volo di corvi (probabilmente una delle sue ultime opere), ma all’esercizio lento della pittura, che consente all’artista di sfruttare la forza delle correnti per essere trasportato in un altrove visionario. La mostra, allestita nella Chiesa della Madonna di Loreto, sede della Fondazione Balestra, si configura come un’installazione site-specific che, attraverso il volo dei corvi nella navata, conduce il visitatore sino all’altare, occupato da una tela di grandi dimensioni raffigurante Le due verità. Di particolare interesse, il concerto per pianoforte di Matteo Ramon Arevalos organizzato in occasione del finissage. All’interno della cassa armonica del pianoforte danzeranno, infatti, i “folli” di Vanni Cuoghi, piccole figure di carta elaborate a partire da La Nave dei folli di Bosch. Un viaggio, quello della Stultifera navis del primo Rinascimento, che, come anticipa lo stesso Cuoghi, finirà in una rovinosa – ma lieve – caduta, tra arte e musica, ironia e narrazione…

Vanni Cuoghi, Folli, acquerello e china su carta, dimensioni variabili

All’interno del Castello Malatestiano di Longiano si sta per concludere la tua personale Esuli Pensieri. Un po’ come per la Chiesa di San Sisto, anche nel caso della Chiesa della Madonna di Loreto ti sei trovato a dialogare con lo spazio del Sacro… Come ti sei posto nei confronti del luogo?
Tutte le volte che mi devo relazionare con uno spazio, mi accorgo che è la storia stessa del luogo che mi suggerisce come operare. Nel caso di San Sisto, a Milano, dovevo fare i conti con il duplice ruolo che l’edificio aveva avuto: prima luogo di culto e poi studio di Francesco Messina. Ogni tipo di intervento doveva rapportarsi col vissuto pregresso dello spazio e con la città. I vincoli linguistici dovevano risultare parole pronunciate sottovoce e ogni mia azione avrebbe dovuto porsi in modo discreto e non invasivo. Ecco perché sulle pareti, nelle nicchie e sulla vetrata di fondo, avevo installato una cinquantina di disegni “volanti”, su carta, che non interferivano con l’architettura, ma ne diventavano parte.  Il tema della mostra era incentrato sul disegno e sulla sua autonomia linguistica. Nel caso della Chiesa della Madonna di Loreto a Longiano, invece, ho agito in modo più spregiudicato: pur mantenendo lo stesso impianto installativo dei disegni, ho voluto porre, tra l’altare e il pubblico, una tela di tre metri per due raffigurante una figura femminile dalla cui gonna fuoriescono sei terrificanti tentacoli e che tiene, al centro del palmo delle mani, un fuoco acceso. Alle sue spalle, proiettate sulla parete, incombono due grandi ombre di corvi. In questo frangente ho ragionato molto di più sull’impianto narrativo della rappresentazione e sull’attribuzione di senso che il pubblico avrebbe dato al tutto.

Veduta della mostra Esuli Pensieri

Come è nato il rapporto con la Fondazione Balestra? Avete studiato insieme il progetto espositivo? Le principali opere in mostra?
Raccontare come è nato il mio rapporto con la Fondazione Balestra e il paese di Longiano è come cercare di tirare le fila di un discorso che ha molteplici inizi. Sono arrivato a Longiano nell’estate del 2015 per una breve vacanza, ma conoscevo già il paese e la Fondazione perché me ne avevano parlato Ilaria Fioravanti (nipote del celebre scultore Ilario Fioravanti), Tonino Guerra e Giovanni Balestra, ma non mi aspettavo una collezione così bella in una cornice, quella del castello, così suggestiva. Il progetto è nato in modo spontaneo insieme a Flaminio Balestra e Massimo Balestra che hanno accolto tutte le mie proposte di realizzare una mostra con una forte accezione intimista e abbiamo deciso di puntare su un allestimento che avesse una connotazione narrativa e che coinvolgesse in maniera diretta il pubblico.

Vanni Cuoghi, Corvo 1A, 2017, acquerello e china su carta, cm 70×100

Il titolo della mostra – Esuli Pensieri – sembra alludere all’idea di volo, di leggerezza, di viaggio non strutturato all’interno della propria interiorità…
Hai ragione. Ho superato da un pezzo il “mezzo del cammin di nostra vita” e mi accorgo che cerco la qualità nel tempo che mi rimane. Per fare questo non seguo più programmi strutturati e finalizzati al raggiungimento di un obiettivo. Ottimizzare il tempo significa saperlo “perdere” in modo disciplinato e consapevole, viverlo al meglio e saper sfruttare la forza delle correnti, scegliendole. Un modo di agire erratico, e in apparenza casuale, porta a scoperte inimmaginabili e orizzonti imprevedibili, perché la vita ha molta più immaginazione di noi.

Vanni Cuoghi, Le due verità, 2017, acrilico e marker su tela, cm 310×210

Ancora una volta, come era accaduto a Milano nel 2017, il protagonista della mostra è il corvo. Perché hai scelto questo animale? Ha un valore simbolico o costituisce un mero pretesto narrativo?
Molto spesso l’azione di un artista è connotata da elementi figurativi ricorrenti che contraddistinguono un determinato periodo della sua vita. Non saprei dire perché ad un certo punto ho deciso di disegnare corvi… Le motivazioni che mi sono dato sono molteplici, ma forse la più plausibile è che semplicemente mi andava. Era un pretesto per concentrare in una figura decine di ore di tratteggio, quasi come se fosse un mantra, un modo per meditare e ragionare sul ruolo linguistico del disegno e del suo farsi.

Veduta della mostra Esuli Pensieri

La mostra si concluderà con un concerto di Matteo Ramon Arevalos, che avevamo avuto modo di conoscere nel 2013 al Museo Civico di Crema. E le tue figure “balleranno” ancora una volta all’interno della cassa armonica del pianoforte… Il legame tra arte e musica?
Matteo Ramon Arevalos mi fu presentato da Elisabetta Sgarbi nel 2011. Nacque un bellissimo sodalizio umano e professionale. Matteo esegue, da diverso tempo, proprie composizioni musicali utilizzando, alla maniera di John Cage, il pianoforte “preparato”. Invece di limitarsi ad inserire oggetti (pietre, rami, piume) nella cassa armonica, che modificano il suono dello strumento, chiede agli artisti di inserire piccole opere o frammenti di esse, dando al concerto un taglio… “visivo”. La musica si fonde con le immagini delle opere che, riprese da una telecamera, vengono proiettate su un grande schermo. Gli oggetti saltano sulle corde a tempo di musica in una danza meccanica e corale. Nel 2013 Matteo compose La Folia: variazione su un tema musicale di origine portoghese del sec XVI che fu sviluppato in tutto il periodo barocco da personaggi del calibro di Frescobaldi, Marin Marais, Geminiani, Vivaldi e molti altri, fino ad arrivare a Rachmaninov e diventando addirittura la colonna sonora di Barry Lyndon di Kubrick. Se in quell’occasione lavorai su Paolo Uccello e La battaglia di San Romano, in questo caso il tema è quello della follia. Ho pensato quindi a Hieronymus Bosch e al suo dipinto La Nave dei folli in cui il pittore riprende un’opera satirica di Sebastien Brant, celebrando il tema dalla pazzia con figure allegoriche che alludono ai sette vizi capitali. La portella faceva parte di un polittico smembrato il cui monito generale inneggiava alla vanitas e all’inutilità dei beni terreni dopo la morte. Ho realizzato così delle piccole sagome che poggiano su una base di rame in modo che i “folli” ballino sulle corde del piano e la cassa armonica dello strumento diventi la loro barca. Questo vascello non li porterà da nessuna parte e la loro danza finirà in una rovinosa caduta. Matteo ed io giochiamo ancora una volta con la musica, la pittura, la narrazione e l’ironia che sono gli unici mezzi per affrontare la vita senza perdere il lume della ragione.

Vanni Cuoghi, Corvo 8A, 2017, acquerello e china su carta, cm 70×100

Per concludere, una battuta su Hong Kong, dove si è da poco conclusa la tua personale presso Rossi-Martino Gallery. Com’è andata? Altri progetti in cantiere?
La mostra The eye of the Storm a Hong Kong è stata un’esperienza fantastica che mi ha aiutato a mettere a fuoco alcune tematiche del mio lavoro incentrate sulle modalità della rappresentazione e della convenzione. Attualmente, sulla base di queste considerazioni, sto preparando una serie di nuovi dipinti a olio su tela, ma il progetto è top secret e sarà presentato in concomitanza di MiArt 2021. Come anticipazioni a breve termine, posso dirti che a primavera esporrò una serie di Giardini del Drago (diorami dipinti su confezioni di psicofarmaci) presso le stanze della Villa Reale di Monza supportato dall’associazione culturale MArCo e dalla galleria di Maurizio Caldirola di Monza.

Vanni Cuoghi

Vanni Cuoghi, Esuli Pensieri
a cura di Flaminio Balestra e Massimo Balestra

12 ottobre – 1 dicembre 2019

Fondazione Tito Balestra Onlus
Castello Malatestiano, Longiano (FC)

Orari: da martedì a domenica e giorni festivi ore 10.00-12.00 e 15.00-19.00
Finissage: Domenica 1 dicembre 2019, ore 16.00, presso il Teatro Errico Petrella di Longiano (FC).
Concerto per pianoforte di Matteo Ramon Arevalos.
Ingresso a offerta libera. Si consiglia la prenotazione.

Info e prenotazioni: +39 0547 665420
info@fondazionetitobalestra.org
www.fondazionetitobalestra.org

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •