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NEW YORK | artist in residence

Intervista ad Elisa Bertaglia e Gabriele Grones di Chiara Serri

Vincitori di una residenza artistica al MANA Contemporary di Jersey City
, da un paio di mesi Elisa Bertaglia (Rovigo, 1983) e Gabriele Grones (Arabba, Belluno, 1983) vivono a New York, tra grandi fiere ed artisti internazionali. Un’esperienza formativa importante in uno scenario artistico e culturale estremamente ampio e variegato, durante la quale confrontarsi con professionisti del settore e riflettere sul proprio lavoro, anche in vista di imminenti esposizioni newyorkesi. Una volta tornati in Italia, la loro recente produzione sarà presentata da Officine dell’Immagine a Milano (Elisa Bertaglia) e da Galleria Narciso a Torino (Gabriele Grones), mostre-premio di Arteam Cup 2015.

Elisa Bertaglia, veduta dello studio presso la ESKFF

Elisa Bertaglia, veduta dello studio presso la ESKFF

Com’è strutturata la residenza e cosa vi sta offrendo? Come procede il lavoro?
Gabriele Grones:
La residenza è promossa dalla Eileen S. Kaminsky Family Foundation (ESKFF), con sede al MANA Contemporary: un complesso di edifici che ospita studi d’artista, gallerie e musei. Viene offerto agli artisti uno studio per tre mesi e un budget per la produzione delle opere. Durante questo periodo sono programmati incontri con critici, curatori e giornalisti per discutere dei lavori e della ricerca. Inoltre gli studi sono visitabili dal pubblico di sabato e durante gli open day. Poter parlare del lavoro in un confronto diretto con professionisti del settore è stimolante e permette di avere un approccio culturalmente diverso nei confronti della ricerca.
Elisa Bertaglia: Il lavoro procede molto bene! Oltre a tutto quello che la residenza ci offre, davanti a noi c’è New York. Possiamo visitare ogni giorno centinaia di mostre diverse, conoscere di persona gli artisti che sono stati per noi dei maestri, confrontare la nostra esperienza e condividere le nostre riflessioni con altri giovani artisti.

Elisa Bertaglia, Brutal Imagination, 2016, oil, charcoal and graphyte on paper, 8,5x11 inches

Elisa Bertaglia, Brutal Imagination, 2016, oil, charcoal and graphyte on paper, 8,5×11 inches

Di recente avete visitato le grandi fiere newyorkesi… Che impressione vi hanno fatto? Quali sono le principali differenze rispetto al circuito artistico italiano?
G. G.
: Frieze è una fiera istituzionale alla quale partecipano le più importanti gallerie al mondo, la qualità è molto elevata. Oltre a Frieze, contemporaneamente ci sono a New York tante altre fiere, come Art New York o Nada, più o meno sperimentali, che ospitano anche gallerie più giovani. In generale le fiere newyorkesi presentano un panorama di gallerie e artisti più internazionali rispetto alle fiere italiane.
E. B. : Anche se secondo me quest’anno Frieze è stata un po’ meno audace, le fiere offrono sempre una qualità indiscussa, con artisti nuovi e interessanti da conoscere. Rispetto al circuito italiano, che alle volte rischia di essere più omogeneo, qui propongono più novità e artisti molto eterogenei tra loro. In genere hanno una visione più aperta e ampia. Visitare le fiere permette anche di vedere luoghi ed edifici della città interessanti e non sempre accessibili, come la Contemporary African Art Fair al Pioneer Works a Brooklyn.

Come ha influito questa esperienza nel vostro lavoro? Ci sono delle novità?
G. G. : La possibilità di vedere moltissime opere nelle gallerie e dialogare con professionisti del mondo dell’arte alimenta il lavoro e stimola idee e soluzioni per la propria ricerca. Ho iniziato e sto sviluppando una serie di dipinti con soggetti nuovi e di dimensioni diverse rispetto al mio formato abituale.
E. B. : La mia ricerca procede in modo sperimentale: ho voluto sfruttare quest’occasione per dipingere con calma, possibilmente senza pregiudizi, liberando il lavoro da alcuni limiti. Ho introdotto tonalità più aspre e sviluppato una maggiore interazione tra pittura e disegno, che nelle ultime opere si svincola dall’accezione grafica per diventare elemento pittorico a tutti gli effetti.

Gabriele Grones, Michela, 2016, oil on canvas, cm. 40x30

Gabriele Grones, Michela, 2016, oil on canvas, cm. 40×30

Oltre alla residenza, si stanno aprendo nuove prospettive?
E. B. : Entrambi prenderemo parte ad una mostra collettiva all’Undercurrent Project Space, una galleria del Lower East Side, che inaugurerà il prossimo 11 giugno. Stiamo valutando anche altre residenze d’artista per il prossimo anno, a New York o altrove.
G. G. : Oltre alla collettiva, in autunno prenderò parte ad una mostra alla Bernarducci Mesiel Gallery di New York, la galleria con cui lavoro stabilmente da due anni e che ha realizzato nel 2015 la mia prima personale negli USA.

Cosa porterete in Italia? Anche le opere per nuove mostre?
G. G. : Alcuni lavori tra quelli realizzati in residenza rimarranno qui negli Stati Uniti, uno di questi sarà parte della collezione permanente della ESKFF. Le altre opere saranno esposte nell’ambito di mostre che ho in programma in Italia e in Europa, tra le quali una personale alla Galleria Narciso di Torino. Altri dipinti andranno alla Galleria MZ di Augsburg, in Germania.
E. B. : Un’opera entrerà a far parte della collezione della ESKFF. Una selezione dei dipinti realizzati qui costituirà il corpus di opere della prossima mostra personale in Italia, presso la Galleria Officine dell’Immagine di Milano, che mi rappresenterà anche ad Art Verona il prossimo autunno. Stiamo organizzando, inoltre, un viaggio in macchina in cui attraverseremo l’America da Est a Ovest, un’avventura bellissima. Quello che ci porteremo a casa, tra arte, cultura, natura e umanità, sarà un pezzo di vita che ci trasformerà completamente.

MANA Contemporary
http://manacontemporary.com/

Elisa Bertaglia
http://elisabertaglia.com/

Gabriele Grones
http://gabrielegrones.com/

Per info su Arteam Cup: www.arteam.eu

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