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RAMISETO (RE) | CASA CANTONIERA

intervista a NILA SHABNAM BONETTI e GIOVANNI CERVI di Livia Savorelli

Vicini di Casa di KAMart, realtà con la quale abbiamo dialogato la scorsa settimana (leggi qui l’intervista), Nila Shabnam Bonetti e Giovanni Cervi scelgono anche loro di lasciare le rispettive città per iniziare un progetto di vita comune basato su valori condivisi e dettato dalla necessità, come ci racconteranno a breve, di “ritornare ad una umanità” che i ritmi frenetici della vita quotidiana di tutti noi soffocano. Una filosofia che ruota intorno all’Essere e non all’Avere e si definisce nella parola Valico Terminus.
Il legame con il territorio e la volontà di assecondare i ritmi e le stagioni dettati dalla Natura, portano Nila e Giovanni a lavorare i frutti della terra creando una società agricola. In tutto questo l’arte, elemento chiave nella vita di entrambi, entra trionfalmente con un progetto di residenze d’artista volte ad interagire con l’ambiente naturale e tessere relazioni con la comunità del luogo…

Valico Terminus, il cui stesso nome indica una esperienza “altra” al di fuori dei confini convenzionali, è il vostro progetto di vita che parte dalla scelta di staccarsi dai ritmi frenetici della città e vivere secondo quelli della Natura. Per la vostra Casa Cantoniera a Ramiseto (RE), nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, l’arte resta un elemento fondamentale di questo percorso, portando gli artisti a vivere la vostra quotidianità. 
Come essi hanno potuto interagire con l’ambiente naturale e con il territorio? Come la comunità ha accolto il vostro progetto?

Stefania Pedretti, ?Alos, recording session

La cosa più importante, indispensabile da fare all’inizio, che si ripete ogni volta che decidiamo di invitare un artista, è di scegliere con attenzione la persona da coinvolgere. Per stare qui non ci vuole solo un percorso di ricerca allineato al contesto di residenza, ma anche una condizione mentale adatta. Risulta fondamentale la curiosità per la natura e le ricchezze che offre e una certa propensione all’adattamento. Per fare un esempio banale, magari una persona ama la natura, i fiori e l’aria frizzante, ma è terrorizzata dagli insetti, in quel caso sconsiglieremmo vivamente di raggiungerci. Quando arriva un artista teniamo un preventivo colloquio informale, magari accompagnato dalla merenda, per capire come vorrebbe muoversi. Noi diamo dritte e iniziamo a definire eventuali incontri, sopralluoghi, escursioni. Nei giorni seguenti, in base all’autonomia della persona, iniziano i lavori di ricerca, recupero dei materiali, etc. Generalmente lasciamo grande libertà agli artisti, perché è fondamentale che trovino il loro posto in questo luogo, sia in rapporto all’ambiente naturale che alla socializzazione con le persone che vivono qui. E con questo mi ricollego all’altra tua domanda, la comunità è molto incuriosita, si pone sempre con grande disponibilità, sia nell’accogliere che nell’aiutare i nostri ospiti. Cerchiamo di rendere accessibili, attraverso le parole, i progetti dei nostri artisti in residenza per le persone che non masticano l’arte contemporanea. Si interessano, capiscono, ma forse non ne colgono appieno l’utilità. Chi invece con l’arte ha già a che fare, per lavoro, o interesse, ci prende per una benedizione caduta dal cielo, sia noi che gli amici di KAMart.

Giulio Crosara, Il richiamo della natura, Vespasiano dei Chiostri di S. Domenico, via Dante Alighieri

Potete condividere con noi le esperienze più significative di questo percorso?
La prima è stata l’arrivo traumatico, in una casa gelida e trascurata, chiusa da anni e immersa nella neve, senza riscaldamento, sporchissima e con i mobili del trasloco tutti accatastati. Quello è stato il periodo più difficile. Ma era un nuovo inizio, portava con sé tutto il carico dell’entusiasmo.
Superata quella fase sono iniziate le residenze e l’ospitalità. Ognuna portando un arricchimento, per noi e per le persone che venivano in residenza. E poi l’apertura della società agricola, che volutamente abbiamo chiamato Valico Terminus, per far sì che l’esperienza artistica si ampliasse anche a quel settore, essendo un progetto di vita.

Giovanni Cervi e Nila Shabnam Bonetti. Courtesy Cristian Iotti

Vivere nella natura – intorno a voi sette ettari di bosco e pascoli – ha per voi significato anche intraprendere un percorso di condivisione e rispetto dei suoi ritmi e dei suoi frutti: la raccolta di erbe aromatiche e piccoli frutti, l’apicoltura, la coltivazione di mirtilli e lamponi spontanei, tutti frutti della terra che vengono poi trasformati nel vostro laboratorio. Dopo tre anni, che non devono essere stati facili, vi ritenete appagati e felici di aver intrapreso questo percorso?
Di sicuro siamo molto cambiati. Ci siamo adattati a un nuovo stile di vita, intraprendendo un percorso da cui è impossibile tornare indietro. Nonostante le difficoltà, l’avvicinamento e l’adattamento allo stile di vita rurale ci rende consapevoli di come prima vivessimo come topi chiusi in gabbia. Qui ci sentiamo più realizzati nel nostro essere “umani”, sia nei ritmi di vita che nel capire quali sono le cose davvero importanti: per dirla alla Erich Fromm, Essere e non Avere.

Enrico Pantani, A Cavallo del Ventasso

Prossimi progetti e artisti in residenza?
Abbiamo appena salutato Stefania Pedretti con il suo progetto solista ?Alos, la prima musicista che abbiamo avuto in residenza, è stata un’esperienza davvero intensa e inusuale per noi, da ripetere.
Avremo Angelo Montanari ad agosto che realizzerà una installazione “luminosa” nei boschi sotto al borgo di Cereggio e Arianna Carossa con un’opera che vorremmo installare nei pressi di Poviglio, dove già hanno realizzato un lavoro sulla Memoria Manuela Bedeschi e Tiziano Bellomi. Ci concentreremo su quel luogo per creare un percorso che vada a collegarsi con l’installazione di DEM a Pratizzano (lì vicino), realizzata l’estate scorsa per la collettiva LandEscape. Oltre questo attendiamo anche Thomas Scalco e si fa stretta anche la collaborazione con Kamart, nostri “vicini di casa”, che prevede interventi installativi in una realtà sociale di Cereggio. In più stiamo lavorando a SP15, una fanzine dedicata alla scrittura creativa e all’illustrazione, di cui è uscito da poco il numero 0.

Stefania Pedretti, ?Alos, recording session

VALICO TERMINUS
artists in residency in a rural land

Casa Cantoniera
Via Lugolo 8, Ramiseto (RE)

Info: www.valicoterminus.com

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