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Roma | Palatino | fino al 29 ottobre 2017

Dal 28 giugno a Roma è visitabile la mostra Da Duchamp a Cattelan. Arte contemporanea sul Palatino, curata da Alberto Fiz, oltre 100 opere provenienti dal museo ALT – Arte Lavoro Territorio di Alzano Lombardo (BG) creato dall’architetto Tullio Leggeri, tra i maggiori collezionisti italiani, che, sin dagli anni Sessanta, ha caratterizzato il suo rapporto con gli artisti sviluppando i loro progetti e suggerendo soluzioni tecniche e creative.

La mostra, promossa dalla Soprintendenza Speciale di Roma – Archeologia, Belle Arti e Paesaggio ed Electa, si svolge all’interno dello Stadio Palatino e del peristilio inferiore della Domus Augustana, fino alle Arcate Severiane con le soprastanti Terrazze e si compone di tre sezioni (le Installazioni architettoniche, le Mani, i Ritratti) che presentano grandi installazioni di forte impatto visivo oltre a sculture, stendardi, fotografie, dipinti e opere su carta di artisti provenienti da 25 diverse nazioni.

Christian Philipp Muller, Space Rendez-vous, cartapesta e anima in ferro, 800 x 110 x 110, 2008. Foto Andrea Jemolo

Christian Philipp Muller, Space Rendez-vous, cartapesta e anima in ferro, 800 x 110 x 110, 2008. Foto Andrea Jemolo

Al carattere più intimista che connota i due nuclei dedicati ai Ritratti e alle Mani collocati nella Domus Augustana dove sono presenti autori quali Marina Abramović, Richard Long, Bruce Nauman, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Barbara Kruger e installazioni appositamente realizzate in situ, fa da contraltare il confronto, spesso ironico e provocatorio, con la monumentalità del Palatino.

In particolar modo, nello Stadio, tre grandi architetture attraggono lo sguardo del visitatore: Luogo di raccoglimento multiconfessionale e laico di Michelangelo Pistoletto, un tempio delle culture e delle religioni; After Love di Vedovamazzei, la pericolante villetta con tettoie sconnesse, finestre fuori posto e porte rialzate, estrapolata dal film di Buster Keaton One Week che metteva in crisi il modello della piccola borghesia. Tra le due, Gli occhi di Segantini di Luca Vitone, che ripropone l’atelier del maestro divisionista in un contesto straniante, tanto che si potrebbe pensare ad una pagoda orientale o ad un tempietto romano.

A completamento della mostra, un catalogo edito da Electa che, oltre a essere la guida della mostra con schede tecniche e apparati fotografici, affronta il tema della relazione tra antico e contemporaneo e vuole essere un invito a riflettere sulla memoria, il significato delle rovine e le visioni della modernità. Insieme al testo critico di Alberto Fiz, sono pubblicati interviste e interventi di Marcello Barbanera, Alessandro D’Alessio, Ugo La Pietra, Tullio Leggeri, Gianni Pettena, Francesco Prosperetti e Luca Vitone.

Thorsten Kirchhoff, Cul-de-sac, cassette della frutta, sacchi di juta, 350 x 200 x 350, 1995. Foto Andrea Jemolo

Thorsten Kirchhoff, Cul-de-sac, cassette della frutta, sacchi di juta, 350 x 200 x 350, 1995. Foto Andrea Jemolo

“Gli interventi sul Palatino, – descrive Alberto Fiz all’interno del catalogo – molti realizzati appositamente per questo progetto, non vogliono essere in nessun modo una rassicurante citazione dell’antico nel tentativo di compiacere il gusto degli spettatori in base ad un anacronismo spesso necrofilo tornato di moda in tempi di crisi. Rappresentano, al contrario, dispositivi che hanno lo scopo di riattivare le energie del luogo senza richiedere un consenso preventivo. S’insinuano sul territorio evitando la magniloquenza retorica o la pretesa di competere con la monumentalità imponente del Palatino. Non hanno, tuttavia, alcuna intenzione di sottrarsi al dialogo, né di fare da fondale in un contesto di così alta suggestione; l’opera, intesa come luogo dell’accadimento, costituisce un aspetto fondamentale rispetto ad una progettualità che investe tempo e spazio.
Lo confermano con evidenza le tre grandi architetture di Michelangelo Pistoletto, Luca Vitone e Vedovamazzei collocate nello Stadio, l’edificio a forma allungata che costituisce una parte integrante del palazzo imperiale. Era la zona monumentale nella quale sono state scoperte gran parte delle sculture conservate al Museo Palatino. Ora quell’area è nuovamente occupata da un percorso eclettico e per certi versi paradossale…”.

Da Duchamp a Cattelan. Arte Contemporanea sul Palatino
Ideazione di Francesco Prosperetti e Alberto Fiz
A cura di Alberto Fiz

28 giugno – 29 ottobre 2017

Roma, Palatino
Via di San Gregorio

Promossa da:
Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma
Associazione ALT – Arte Lavoro Territorio
Electa

Catalogo: Electa

Orari: 08.30 – 19.15 dal 28 giugno al 31 agosto
8.30 – 19 dal 1 al 30 settembre
8.30 – 18.30 dal 1 al 28 ottobre
8.30 – 16.30 29 ottobre
L’ultimo ingresso si effettua un’ora prima della chiusura del monumento

Biglietto: Intero € 12,00; ridotto € 7,50 comprensivo delle mostre in corso nell’area archeologica Foro Romano – Palatino – Colosseo.

Informazioni: www.electa.it

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