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Mentre un nuovo anno si apre nell’atmosfera del “posticipo” (vedi Fiere ed opening rimandati in prossimità della primavera) per le gallerie italiane, e non solo per loro, si tratta di affrontare ancora un anno che si preannuncia all’insegna dell’adattamento.
I temi su cui riflettere sono sempre tanti e abbracciano aspetti differenti che partono dalla programmazione di galleria, in presenza e online, agli strumenti e alle modalità di comunicazione, al ruolo del digitale e alle relazioni al di là di uno schermo. Non ultime le nuove sfide, prospettive e progetti da sviluppare cui una galleria non può mai prescindere pur nell’incertezza del momento.

Iniziamo una serie di appunti settimanali con la selezione di 26 gallerie scelte per introdurci nel 2022 con uno slancio verso il futuro. Approfondimenti online di cui trovate una sintesi sul primo numero di Espoarte dell’anno: il #116.

(a cura di Francesca Di Giorgio)

 


FIRENZE | Frittelli arte contemporanea

Simone Frittelli



Il periodo storico che stiamo attraversando si sta rivelando un’occasione per riflettere sul ruolo delle gallerie come luoghi di vendita, di scambio, di progettazione ma anche spazi di sperimentazione artistica di scoperta o riscoperta di artisti. Che cos’è oggi una galleria d’arte? Le gallerie d’arte possono essere ritenute ancora luoghi di sperimentazione? Potete raccontarci alcuni aneddoti, episodi ed esperienze personali (del passato o del presente) che facciano comprendere al pubblico cosa accade in galleria oltre ai classici momenti espositivi?
Non credo che la pandemia abbia portato grandi stravolgimenti o trasformazioni nel ruolo e nell’identità della galleria d’arte “tradizionale”, che si conferma luogo cardine sia per il mercato sia per la ricerca e la produzione culturale. Una grande parte del nostro lavoro consiste proprio nello studio, nell’organizzazione e nella messa a disposizione al pubblico e agli studiosi degli archivi che abbiamo raccolto in trent’anni di attività.
Il momento espositivo rimane l’apice di un processo di ricerca e scambio che può evolversi in soluzioni impreviste rispetto all’idea di partenza. Un esempio abbastanza recente è legato alla mostra dedicata a Giuseppe Chiari nel 2017, promossa dall’Archivio e curata da Bruno Corà, che ci ha visto coinvolti insieme con altre quattro gallerie toscane. Abbiamo sentito l’esigenza di raccontare al pubblico la ricerca di Chiari sulla musica contemporanea attraverso l’esecuzione di alcune sue partiture. Da una di queste proposte, è nato il progetto Giuseppe Chiari. La Luce, un’installazione audiovisiva realizzata dall’Associazione Tempo Reale – di cui ospitiamo una rassegna dedicata alla musica elettronica (TRK. Sound Club) – che è stata in seguito presentata in altre sedi, tra cui la Pinacoteca Agnelli durante Artissima (2018) e il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino per il Maggio Elettrico 2019.

L’esperienza della pandemia e il nuovo rapporto che si è venuto ad instaurare con la tecnologia e il digitale. Come avete continuato a portare avanti la vostra comunicazione, con quali strumenti e modalità? Questi strumenti, sviluppati a partire dalla necessità del momento, continuano ad essere parte integrante della vostra attività?
In linea di massima, abbiamo continuato a privilegiare le modalità “tradizionali” di comunicazione (telefono e mail), soprattutto con gli artisti e i collezionisti. Questa scelta si è rivelata molto positiva per la nostra attività durante la pandemia ma siamo consapevoli della necessità di ripensare la nostra presenza online alla luce dei nuovi scenari che si sono delineati.

PentaChiari. Cinque gallerie e Giuseppe Chiari, veduta della mostra, Frittelli arte contemporanea, Firenze 2017. Ph. Agostino Osio, Alto//Piano Studio. Courtesy Frittelli arte contemporanea, Firenze

Il 2021 ha segnato la ripresa degli appuntamenti in presenza. Tra mostre in galleria e presenza nelle fiere di settore, che tipo di feedback avete avuto dal pubblico e dal collezionismo?
Il ritorno in presenza ci ha dato la misura di quanto il rapporto con l’arte sia un rapporto fisico. La necessità della fisicità si registra nella festosità con cui ci siamo ritrovati, riconosciuti, raccontati, ci siamo scambiati progetti e idee. La ripresa per noi è stata positiva – anche nelle fiere, dove abbiamo avuto riscontri significativi per il lavoro svolto sugli artisti presentati, uno tra tutti Corrado Cagli – ma rimangono evidenti le difficoltà dovute alla prolungata chiusura e al permanere di uno stato d’incertezza. L’annuncio dello spostamento di Arte Fiera ne è l’ennesima riprova.

Corrado Cagli. Paura del totem, veduta della mostra, Považská galéria umenia, Žilina 2021.
Ph. Marek Jančúch. Courtesy Archivio Corrado Cagli e Frittelli arte contemporanea, Firenze

Qual è il vostro pubblico di riferimento e come lo avete visto cambiare nel tempo?
Il nostro pubblico è fondamentalmente un pubblico di collezionisti, che amano e cercano l’esperienza con l’opera d’arte. Un altro aspetto per noi rilevante è la relazione con il tessuto urbano, a partire dalla scelta di collocarsi in una zona periferica della città, luogo di processi di integrazione e convivenza, dove si possono osservare continui cambiamenti sociali e culturali. Consideriamo l’arte un bene comune e ci impegniamo a rendere fruibili i nostri spazi a un pubblico più ampio possibile, in un rapporto orizzontale di scambio e confronto. Il pubblico ci dà l’impulso a continuare a sperimentare nuovi modi di comunicare. Crediamo che la galleria abbia una sorta di responsabilità sociale nei confronti del contesto in cui si colloca e che possa rappresentare un presidio culturale che vive e agisce in un quartiere e in una città.

Qual è, invece, il vostro personale rapporto con gli altri attori privati (le altre gallerie del vostro territorio) e le istituzioni come Musei e Fondazioni?
Il rapporto con altre gallerie e istituzioni ha sempre avuto un peso rilevante nella diffusione, nel riconoscimento della qualità e talvolta anche nell’elaborazione delle nostre proposte. Oggi “fare rete” è un imperativo per tutti i soggetti coinvolti nel sistema dell’arte: la collaborazione, la promozione e il sostegno di obiettivi comuni rappresentano una risposta concreta alle criticità ambientali e del mercato. Lo scorso anno Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento di Firenze, ha invitato sei gallerie fiorentine a partecipare al progetto espositivo diffuso “Primo Vere”, chiedendo di ospitare per un mese le opere di giovani artisti che vivono o gravitano stabilmente in città. L’idea di ripensare la città come un laboratorio inclusivo e formativo, generatore di esperienze e relazioni, è stata anche un’occasione per dare un segnale di fiducia e riattivare il circuito di visita e frequentazione delle gallerie.

Altra misura. Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta, veduta della mostra. Frittelli arte contemporanea, Firenze 2015. Ph. Agostino Osio, Alto//Piano Studio. Courtesy Frittelli arte contemporanea, Firenze

Le Gallerie continuano ad essere tra i pilastri del Sistema e sono considerate come un punto di riferimento per artisti, collezionisti e non solo ma oggi più che mai dobbiamo chiederci: di che cosa avete bisogno in questo momento?
Le gallerie d’arte contemporanea sono parte di un sistema in cui, per usare le parole di Achille Bonito Oliva, “nasce e si evolve il processo creativo”. Non dobbiamo dimenticarci che lo scopo di questo lavoro è l’esplorazione dell’espressione artistica nella nostra vita.
Oggi abbiamo bisogno di investire in comunicazione e divulgazione per ritrovare un pubblico numeroso. La pandemia ci ha isolati e smaterializzati. Intendo dire che abbiamo passato gran parte delle giornate attaccati ai nostri device per consumare digitalizzazioni delle opere d’arte. Dobbiamo ricreare le condizioni per rendere possibile la visione in presenza dell’arte, anche digitale. Le gallerie sono una risorsa per vivere questa relazione ogni giorno, siamo luoghi di manifestazione dove è possibile vivere un’esperienza irripetibile. Abbiamo però bisogno di affrontare in maniera seria e definitiva, attraverso il confronto con il governo e le pubbliche istituzioni, le problematiche che gravano sul nostro settore, minando la nostra competitività a livello globale.

Spesso si parla di mancanza di coraggio da parte del sistema dell’arte ma oggi nel mercato dell’arte contemporanea è ancora possibile assumersi margini di rischio? Da quando è direttore di Galleria a quali cambiamenti sostanziali ha assistito nel mercato dell’arte?
Il coraggio è uno dei tratti fondamentali di una galleria che si getta sempre in progetti nuovi e tenta di scoprire e far accettare linguaggi non consueti. L’evolversi della realtà socio-economica ci pone continuamente di fronte a nuove sfide e l’arte è uno dei modi con cui si può, se non risolvere, tentare di ragionare attorno ai problemi impellenti. Spesso l’arte gioca in anticipo, un anticipo che per noi operatori del settore è essenziale intercettare e veicolare: questo comporta sempre un’assunzione di rischio, che a volte può essere ripagato, a volte no.

Paolo Masi. Dalle mani alle mani, veduta della mostra, Frittelli arte contemporanea, Firenze 2021. Ph. Agostino Osio, Alto//Piano Studio. Courtesy Frittelli arte contemporanea, Firenze

Nuove sfide e prospettive. Progetti da sviluppare o in cantiere?
Durante la chiusura, abbiamo riallestito una parte della galleria con l’obiettivo di sviluppare una programmazione articolata in più proposte simultanee, da affiancare alle mostre principali nei saloni d’ingresso. Al momento sto pensando a un progetto che si caratterizzi per un approccio multidisciplinare e trasversale, che metta in dialogo artisti storicizzati con le nuove generazioni.
Quest’anno si celebrano i cento anni dalla nascita di Gianni Bertini, di cui è finalmente uscito il Catalogo Ragionato, a cura di Francesco Tedeschi, edito da Electa. Ci auguriamo anche di poter riprendere i progetti interrotti o rimandati a causa della pandemia, come le mostre di Tomaso Binga e Dadamaino.

MOSTRA IN CORSO:

Paolo Masi. Dalle mani alle mani
a cura di Flaminio Gualdoni

Fino al 12 febbraio 2022

Frittelli arte contemporanea
Via Val Di Marina 15,

Info: +39 055 410153
info@frittelliarte.it
www.frittelliarte.it

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