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FIRENZE ǀ Frittelli arte contemporanea ǀ 12 maggio – 14 luglio 2023

di MATTIA LAPPERIER 

Frittelli arte contemporanea celebra i novant’anni di Paolo Masi, con la personale Paolo Masi in Florence. Opere degli anni Ottanta, curata da Fabio Cavallucci. La mostra propone una selezione di lavori monumentali che rievocano l’omaggio tributato all’artista da parte della città di Firenze con l’esposizione risalente al 1985, allestita presso la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio.

Veduta della mostra Paolo Masi. Opere degli anni Ottanta, ph. Agostino Osio – Alto // Piano Studio

Gli ampi spazi della storica galleria fiorentina si animano di un brulichio di colori disposti sulle tele in modo armonico e diffuso, al punto da indurre nell’osservatore uno stato di calma meditativa. Nonostante la straripante vivacità cromatica che una visione ravvicinata suggerirebbe, la visione d’insieme rimanda piuttosto a una dimensione sacrale. Pertanto, la galleria Frittelli arte contemporanea si trasforma per l’occasione in un autentico tempio della pittura, persino scandito in tre navate che convogliano lo sguardo in direzione dei lavori più iconici. Se il rinvio all’Action painting e, in particolare, al dripping di Jackson Pollock pare inevitabile, un approccio più attento rivela come il colore sia sgocciolato per minuti corpuscoli, assecondando una sotterranea geometria di fondo, tale da generare una sorta di ordine nel caos.

Veduta della mostra Paolo Masi. Opere degli anni Ottanta, ph. Agostino Osio – Alto // Piano Studio

Le coloratissime composizioni di Masi si allacciano alla ricerca dell’artista che, dopo le prime sperimentazioni informali e la frequentazione del linguaggio binario del computer, abbraccia quella pittura analitica considerata da Filiberto Menna l’unica autenticamente moderna poiché totalmente autoreferenziale. Quella pittura tautologica, nota anche come Pittura-pittura, che riflette sui propri strumenti e possibilità espressive, a cui Masi aderisce, pur sempre mantenendo la propria sostanziale autonomia da qualsiasi corrente o tendenza. La dialettica tra superfici e materiali, peraltro alla base dell’installazione proposta alla Biennale di Venezia del 1978, è uno degli aspetti più rilevanti su cui da sempre si focalizza il linguaggio dell’artista. Come sostiene Fabio Cavallucci nel suo testo di accompagnamento alla mostra a proposito della pittura di Masi:

“La ricerca di materialità è poi una ricerca di verità, di qualcosa che faccia parte realmente del flusso della vita”.

Veduta della mostra Paolo Masi. Opere degli anni Ottanta, ph. Agostino Osio – Alto // Piano Studio

La serie di lavori presentati in mostra suggeriscono un ulteriore elemento di riflessione su quello che, all’epoca della loro realizzazione, era lo strumento di comunicazione dominante: il televisore. Nonostante la tecnologia necessaria per la tv a colori fosse già stata nota da anni, solo a partire dal primo febbraio 1977, in Italia, in considerevole ritardo rispetto all’Europa, la Rai trasmetteva a colori per la prima volta. Nel corso del decennio successivo tale piccola ma significativa rivoluzione estetica si diffuse a macchia d’olio, andando inevitabilmente a interferire – o magari a sovrapporsi – con il lavoro di chi, come l’artista, era particolarmente sensibile al linguaggio visivo. Masi sembra pertanto raccogliere il brusio di pixel che accendono lo schermo di mille colori e riflessi per disporli nelle sue composizioni con lo stesso rigore che infondeva Seurat nelle sue grandi tele, assecondando le teorie scientifiche di Chevreul. Il riferimento, anche inconscio, se non implicito, al Postimpressionismo lo si desume anche da alcuni titoli come Lo sbriciolarsi di ogni immagine, piuttosto frequenti nella seconda metà del decennio. Prosegue Cavallucci:

“Questi lavori […] sono meditativi, silenziosi; manifestano atmosfere calme, visioni di uno spazio imperturbabile. Sono attraversati da fasce di sottili sfumature e giocano su combinazioni diverse di colore, da quelle più chiare e trasparenti, a quelle più buie e temporalesche”.

Veduta della mostra Paolo Masi. Opere degli anni Ottanta, ph. Agostino Osio – Alto // Piano Studio

La mostra, accompagnata da un ricco catalogo a cura di Fabio Cavallucci e realizzato da Dario Cimorelli Editore, rientra in una serie di iniziative intraprese da parte della città di Firenze per omaggiare il concittadino, quest’anno giunto al suo novantesimo compleanno. Pertanto affiancano la mostra un’esposizione-tributo degli artisti amici del collettivo Base, un’installazione site-specific nel loggiato esterno del Museo Novecento, ideata dall’artista e commissionata dal direttore Sergio Risaliti e un’ulteriore rassegna organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Bratislava presso la Galleria Civica di Žilina, in Slovacchia, visitabile fino al 9 settembre 2023.

Veduta della mostra Paolo Masi. Opere degli anni Ottanta, ph. Agostino Osio – Alto // Piano Studio

Paolo Masi in Florence. Opere degli anni Ottanta
a cura di Fabio Cavallucci

12 maggio – 14 luglio 2023

Frittelli arte contemporanea
via Val di Marina 15,  Firenze

Orari: dal lunedì al venerdì 10 – 13; 15 – 18, sabato, domenica e festivi su appuntamento

Info: +39  055 410153
info@frittelliarte.it

frittelliarte.it

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