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SOPRA IL SOTTO. Tombini Art raccontano la Città Cablata
Milano (via MonteNapoleone) (di Francesca Di Giorgio)


Prendi l’arte e… passaci sopra! Nel vero senso della parola. Anche quest’anno l’invito di Sopra il Sotto si presta a diverse interpretazioni. Nato in occasione del decennale dell’attività di METROWEB – azienda di fibre ottiche che ha fatto guadagnare a Milano il primato di città più cablata di Europa – giunge alla seconda edizione rinnovando sede e contenuti. Questa volta il marciapiede è di lusso: da zona Tortona simbolo di creatività alternativa a via MonteNapoleone dove la moda è di casa. La sfida rimane la stessa: connettere ambiti artistici differenti favorendo un cortocircuito di sguardi, dalle vetrine super fashion all’arredo urbano, dall’”alto” in “basso” e viceversa… in un gioco di firme che coinvolge cinque dei “nomi forti” della street art internazionale: Shepard Fairey (New York), Flying Fortress (Berlino), Rendo (Milano), The London Police (Londra), Space Invader (Parigi).

Francesca Di Giorgio:  Nella prima edizione si è puntato su un nutrito gruppo di giovani e conosciuti street artists del panorama italiano, oggi, insieme a Matteo Donini (noto collezionista d’arte di matrice street), avete ristretto la selezione a 5 artisti di calibro internazionale. Come vi siete mossi in un panorama così vasto?
Gisella Borioli:
C’era la necessità di ripetere un evento di successo introducendo però una variabile di novità. Abbiamo cercato di alzare il tiro: prima di tutto nella scelta della location, che doveva essere la più significativa possibile per Milano. Una sfida che non eravamo sicuri di vincere, proprio per la natura stessa della strada e dei suoi “abitanti”. Poi nella scelta conseguente degli artisti. Considerando via MonteNapoleone la via più internazionale e dedicata alle grandi firme, la strategia è andata su nomi internazionali che rappresentassero le capitali della street art e su artisti “grandi firme” internazionalmente note.

Da zona Tortona, riconosciuta arteria del design alternativo meneghino, a Via MonteNapoleone sinonimo, ormai istituzionale, di glamour e stile. Entrambe con un’immagine di livello internazionale ma con un’anima differente…
La prima edizione di Sopra il Sotto si è svolta in zona Tortona perché ritenevamo utile sottolineare ancora una volta la realtà di questo quartiere creativo, aperto a iniziative diverse, accogliente, popolare, mai snob, dove la moda insieme all’arte e al design, anche nelle loro forme più sperimentali, ne sono da anni ormai il collante e la caratteristica. Per la seconda edizione abbiamo pensato a MonteNapoleone per fare un’azione nello stesso tempo di consacrazione della street art e dissacrazione della via del lusso. Due estremi finalmente in dialogo tra loro.
Gli artisti sono stati scelti sulla base dell’idea iniziale di chiamare cinque significativi artisti da altrettanti capitali della street art, in collaborazione con Matteo Donini che, grazie alla sua esperienza, intratteneva cordiali rapporti personali con ciascuno di loro. Dopodiché invece di frammentare i soggetti in tante opere singole è stato chiesto agli artisti di pensare una mini-mostra su più tombini che potesse raccontare lo stile di ciascuno di loro. Quindi non una “collettiva” come in zona Tortona, ma cinque “personali”. È stato dato un sottile filo conduttore, la rete, l’internazionalità, ma sapevamo per esperienza che non sarebbe stato il tema a condizionare la creatività degli artisti. E, infatti, ognuno ha sviluppato la sua idea liberamente.

Oltre al fortissimo aspetto comunicativo l’intervento urbano ha anche dei risvolti pratico/realizzativi interessanti. Tutti i tombini sono cesellati a rilievo e dipinti, con l’assistenza tecnica della storica azienda milanese Ferb…
Anche in questo caso la precedente esperienza ci ha permesso di migliorare gli aspetti tecnici e pratici. In zona Tortona i tombini, fusi a rilievo secondo il disegno, erano poi stati dipinti con speciali vernici in laboratorio da un artista-realizzatore. Questa volta i tombini sono stati interamente realizzati in fabbrica accorciando e ottimizzando il ciclo produttivo. Alcuni soggetti, come quello di Shepard Fairey, erano molto complessi e sofisticati, è stato importante poter eseguire ogni fase del lavoro nello stesso luogo. Anche le stesse targhe di ottone sono state perfezionate. Nascondono infatti una speciale “serratura” che blocca i tombini e impedisce il furto.

I 32 tombini della scorsa edizione sono stati battuti all’asta da Christie’s e il ricavato devoluto in beneficenza… Quale sarà il destino delle nuove 20 opere prodotte quest’anno?
Dopo un road tour itinerante, i tombini entreranno a far parte di una collezione museale milanese, ancora da individuare. Ci piacerebbe moltissimo fossero accolti in Triennale o in un importante museo d’arte contemporanea. Gli artisti selezionati per questa seconda edizione di Sopra il Sotto sono più presenti nei musei importanti del mondo che nelle strade delle capitali.

È già in cantiere la terza edizione?
Anche se è prematuro parlarne, ci immaginiamo una prossima edizione… In un’altra città italiana. Ci sono già delle richieste in tal senso. Ci piace molto l’idea che questo progetto milanese porti una nota art in altri luoghi.

Il progetto in breve:
SOPRA IL SOTTO. 
Tombini Art raccontano la Città Cablata
nato
da un’idea di Monica Nascimbeni per Metroweb
direzione artistica di Gisella Borioli in collaborazione con Matteo Donini
con il patrocinio del Comune di Milano – Cultura e Arredo Decoro Urbano e Verde
Via MonteNapoleone, Milano
Info: +39 02 422501
www.metroweb.it
www.superstudiogroup.com
Fino a dicembre 2011

In alto, da sinistra:
Rendo, “Metroweb”, 2010, formato originale cm 40×40
Rendo, “Metroweb”, via MonteNapoleone, photo credit Sergio Caminata
In centro, da sinistra:
The London Police, “The shoes of Paul Sheriff”, 2010, formato originale cm 40×40
The London Police, “The Shoes of Paul Sheriff”, via MonteNapoleone, photo credit Sergio Caminata
In basso, da sinistra:
Shepard Fairey, “Obey#1”, 2010, formato originale cm 40×40
Shepard Fairey, “Obey#1”, via MonteNapoleone, photo credit Sergio Caminata

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