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PARMA | PALAZZO DEL GOVERNATORE | FINO AL 24 LUGLIO 2022

di CHIARA SERRI

Variazione nella ripetizione. Gaibazzi e la scrittura nelle arti visive è la mostra che l’Associazione Remo Gaibazzi e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma dedicano agli ultimi quindici anni di vita e di lavoro dell’artista Remo Gaibazzi, scomparso a Parma nel 1994.

Remo Gaibazzi, Senza Titolo, 1984-85, pennarelli su carta, cm 70×50, particolare

L’esposizione, che rientra in un più ampio percorso di approfondimento dell’opera del pittore e rappresenta la conclusione di un ciclo di esposizioni dedicate ai vari periodi della sua produzione, ha il grande merito (da riconoscere ai curatori Francesco Tedeschi e Andrea Piazza) di porre per un momento in secondo piano l’immagine – seppur veritiera – dell’artista profondamente legato alla sua città, politicamente impegnato e disinteressato ad allargare i propri orizzonti geografici, valorizzando invece la sua capacità di leggere il presente e le profonde assonanze con i protagonisti della scena artistica a lui contemporanea, da Roman Opalka ad Alighiero Boetti, da Gastone Novelli e Giorgio Griffa a Dadamaino, della quale è proposta un’interessante opera degli anni Novanta.

Veduta della mostra Variazione nella ripetizione. Gaibazzi e la scrittura nelle arti visive, Palazzo del Governatore, Parma. Ph. Luca Busi

Il percorso espositivo, caratterizzato da un allestimento elegante e pulito curato da Artan Shalsi e Giorgio Mazzocchi con la collaborazione di Marco e Roberto Niccoli, si sviluppa sui due piani del Palazzo del Governatore, lungo un percorso che scandisce prima un itinerario cronologico attraverso le principali mostre di Remo Gaibazzi, allestite a Parma dal 1979 al 1993 e poi un confronto con gli altri artisti che hanno fatto uso della “scrittura”.

Remo Gaibazzi, Senza Titolo, 1986, pastelli a cera e pennarelli su cartoncino, cm 50×40

La parola “lavoro”, cuore e centro dell’ultima fase di Gaibazzi, viene espressa in tutte le sue declinazioni di tecniche e su tutte le superfici: sulla tela libera, sul plexiglass, sulla carta velina, in bianco, oro e argento, secondo un flusso incessante e continuo che scandisce pieni e vuoti, costruisce segni e forme, modula ciò che si osserva giocando con lo spettatore con le più semplici delle regole della percezione ottica. Tuttavia, l’opera di Gaibazzi non si esaurisce nella sola tecnica, al contrario è proprio questa ad aprire orizzonti di concetti che s’intrecciano anche con il valore politico che la parola “lavoro” vuole significare. Muovendo le superfici fra immagini e scrittura, invita a osservare con cura, a leggere con lentezza, concettualizzando nella serialità del proprio fare quell’idea che si cela dietro il lemma, metafora di sacrificio e passione, simbolo di riflessione e del lavoro operaio.

Veduta della mostra Variazione nella ripetizione. Gaibazzi e la scrittura nelle arti visive, Palazzo del Governatore, Parma. Ph. Luca Busi

Senza disegni preliminari, l’artista lavorava su un grande tavolo, veicolando il suo mantra in tutte le direzioni, a volte simulando la libertà del gesto, altre ancora seguendo uno schema impresso nella sua mente. Una pittura/scrittura, come già detto, performativa, ritmata, capace di grande potenza e raffinatezza, di infinite sfumature di grigio e di schemi reiterati, ma anche di spirali doppie che si attorcigliano perdendosi nell’infinito, nell’infinito del pensiero umano.

Veduta della mostra Variazione nella ripetizione. Gaibazzi e la scrittura nelle arti visive, Palazzo del Governatore, Parma. Ph. Luca Busi

Le opere esposte al secondo piano sono, invece, tutte giocate sui confronti tematici e formali: il segno come materia nelle esperienze di Novelli, la scrittura come elaborazione temporale nelle carte di Roman Opalka, ripetizione e ritmo con Castellani e Dorazio. E poi la scrittura e la sua negazione con Emilio Villa e William Xerra, la processualità del fare nel Tempo Azione di Agnetti, il colore come scrittura di Griffa e molto altro ancora. È uno spaccato, questo, affatto marginale, che ci mostra come l’artista Remo Gaibazzi non fosse solo testimone e partecipe dell’atmosfera artistica del tempo, ma anche, e in taluni casi, anticipatore degli stessi.

Veduta della mostra Variazione nella ripetizione. Gaibazzi e la scrittura nelle arti visive, Palazzo del Governatore, Parma. Ph. Luca Busi

Come scrive Andrea Calzolari, che ci ha gentilmente accompagnato nella visita, «Se la morte non avesse interrotto la sua ricerca, Gaibazzi avrebbe continuato a lavorare proponendo qualcosa di nuovo, come del resto è attestato da tutta la sua storia che lo ha visto rinnovarsi continuamente, senza mai adagiarsi in una formula».

Remo Gaibazzi, Senza Titolo, 1986, pennarelli dorati a destra e scritti con la destra, pennarelli d’argento a sinistra e scritti con la sinistra

Variazione nella ripetizione. Gaibazzi e la scrittura nelle arti visive
A cura di Francesco Tedeschi e Andrea Piazza

21 maggio – 24 luglio 2022

Palazzo del Governatore
Piazza Giuseppe Garibaldi 19, Parma

Orari: dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, sabato e domenica orario continuato dalle 9.00 alle 19.00, chiuso lunedì. Ingresso libero

Catalogo MUP – Parma con testi di Andrea Calzolari, Francesco Tedeschi, Giorgio Zanchetti e vasta antologia critica

Info: press@rp-press.it
www.rp-press.it

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