MILANO | Sedi varie | Fino al 9 settembre 2018
Intervista a ELENA PONTIGGIA di Matteo Galbiati
In occasione della mostra Alik Cavaliere. L’universo verde, progetto espositivo che vede sei location d’eccezione ospitare a Milano un nucleo consistente di opere dell’indimenticato artista, abbiamo intervistato la curatrice di questa esposizione Elena Pontiggia. Con lei ripercorriamo i contenuti, le scelte, ma anche leggiamo la peculiarità e la grandezza del linguaggio scultoreo e della lirica poetica di Alik Cavaliere (1926-1998), maestro indiscusso della scultura italiana ed europea del Novecento:
Come nasce questo ampio progetto che riporta all’attenzione del pubblico l’opera di un grande artista come Alik Cavaliere, di cui quest’anno ricorre il ventennale della morte?
È nata quasi naturalmente, in una città dove Alik ha vissuto (ci è arrivato ancora adolescente nel 1938), ha studiato, ha lavorato, ha insegnato all’Accademia di Brera dove ha occupato per più di vent’anni la cattedra di scultura…
Una mostra diffusa che racconta la poesia di Cavaliere in sei location d’eccezione. Che tematiche si evidenziano?
La tematica principale è quella del verde. Non a caso la mostra si intitola “L’Universo verde”. Non vorrei legare l’opera di Alik a una sensibilità troppo odierna, troppo ideologica. Eppure la sua scultura, così intessuta di miti, di evocazioni del pensiero classico, rinascimentale, barocco, è stata anche tra le più capaci di indicare che la natura oggi è pericolo, o comunque in uno stato di sofferenza.
Nessun artista, nella scultura del Novecento, ha scolpito il mondo della vegetazione e, per essere più precisi, l’universo verde delle foglie, dei frutti, dei cespugli, degli arbusti, degli alberi, come Cavaliere. E la mostra rivela che l’artista ha anticipato di decenni problematiche e sensibilità che oggi sentiamo come nevralgiche.
Quale itinerario suggerite al pubblico? Avete previsto una sequenza particolare o si può scegliere liberamente come incontrare le sue opere?
Direi di partire dalla Sala delle Cariatidi, che è il cuore e la parte fondamentale della mostra. Poi si completerà la visita col Museo del Novecento, dove si può vedere il Ciclo di Gustavo B, un’opera della prima maturità dell’artista. Gustavo B è un uomo senza qualità e un alter ego dell’autore stesso, è il protagonista di una pièce in vari atti che racconta la sua esistenza e la trama delle sue relazioni. Si può continuare poi con le altre sedi (in particolare sottolineo le incisioni concettuali di Attraversare il tempo, realizzate con Vincenzo Ferrari e ospitate alla Sala Ristorante dell’Università Bocconi) e terminare col Centro Alik Cavaliere, che raccoglie tante altre opere dell’artista.
Non è comunque facile raccontare la poetica di un autore che ha sempre sfuggito classificazioni ed etichette…
È vero, ma il senso della natura è sempre presente nelle sue opere. Alik cercava la natura anche nella vita di tutti i giorni: aveva trovato uno studio accanto al parco Ravizza, in via Bocconi 15, dove piantava ciliegi, meli, fiori e allevava in enormi voliere anatre selvatiche, colombe, quaglie.
Come si configura, quindi, l’estetica e la ricerca di Cavaliere all’interno del panorama artistico del Novecento?
Esplorare l’infinito della natura: quella che i filosofi chiamano la natura naturans, che continuamente genera la vita e continuamente la trasforma, suscitando incessanti metamorfosi: è stata questa la poetica di Cavaliere. Dopo esordi realisti Alik si è avvicinato al surrealismo e a Giacometti, ma ispirandosi anche a Lucrezio, amato fin da giovane, e a Campanella.
Dai tardi anni Sessanta il tema delle sue opere diventa spesso quello della libertà o della mancanza di libertà (rami, foglie, frutti, figure sono imprigionati in gabbie) e del mito. La sua scultura si apre intanto allo spazio circostante con una serie di “ambienti”, dove Cavaliere utilizza tanti diversi materiali. Lavora anche con altri artisti (in particolare con Scanavino e Vincenzo Ferrari), creando opere a quattro mani.
Quale eredità ci ha lasciato con il suo approccio non convenzionale?
Direi un profondo senso di libertà.
La mostra può essere occasione per una riscoperta dell’artista? Speriamo…
Alik Cavaliere. L’universo verde
a cura di Elena Pontiggia
un progetto Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale
in collaborazione con Centro Artistico Alik Cavaliere, Museo del Novecento, Palazzo Litta, Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Università Bocconi
catalogo Silvana Editoriale con testi di Elena Pontiggia, Francesco Tedeschi, Angela Vettese, Francesca Porreca, Davide Polesel, una poesia di Miklos Varga e una testimonianza della figlia Fania Cavaliere
27 giugno – 9 settembre 2018
Sala delle Cariatidi e Giardinetto
Palazzo Reale
Piazza Duomo 12, Milano
Orari: lunedì 14.30-19.30; da martedì a venerdì e domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30; ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Ingresso libero
Museo del Novecento
Piazza Duomo 8, Milano
Orari: lunedì 14.30-19.30; da martedì a venerdì e domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30; ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Ingresso incluso nel biglietto del museo; libero la prima domenica del mese
Palazzo Litta
Corso Magenta 24, Milano
Orari: da lunedì a venerdì 9.30-18.30
Ingresso libero
Gallerie d’Italia – Piazza Scala
Piazza della Scala 6, Milano
Orari: da martedì a domenica 9.30-19.30; giovedì 9.30-22.30; ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Ingresso libero fino al 19 agosto, dal 21 agosto tariffe consultabili sul sito
Università Bocconi
Via Sarfatti 25, Milano
Orari: da lunedì a venerdì 9.00-14.00; chiuso dal 4 al 19 agosto
Ingresso libero
Centro Artistico Alik Cavaliere
Via Edmondo de Amicis 17, Milano
Orari: da martedì a venerdì 14.00-19.00; chiuso dal 14 al 17 agosto
Ingresso libero
Info: www.palazzorealemilano.it
www.museodelnovecento.org
www.palazzolittacultura.org
www.gallerieditalia.com
www.unibocconi.it
www.alikcavaliere.it