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MATERA | Sedi Varie | 8 settembre – 17 novembre 2012

di ROBERTO LACARBONARA

Matera, città scolpita sulle pareti della gravina lucana, tra concavità millenarie che guardano la terra arida ed i calcari accesi dalla luce prepotente di questa terra, è uno di quei luoghi dell’universo dove la storia calcifica ogni cosa, rende eterni e monumentali persino le idee. Da sempre vocata alle arti e alle forme plastiche, la città ospita in questi giorni il terzo Periplo della Scultura contemporanea italiana, una collettiva sinottica sullo scenario attuale dell’arte, ospitata all’interno dei suoi famosi “sassi”. Una tradizione decennale che, avviata nel 1978 dall’esposizione delle installazioni di Pietro Consagra, ogni anno definisce una tappa nell’ininterrotta vicenda delle “Grandi mostre”, curate da Giuseppe Appella (quest’anno con l’ausilio di Marta Ragozzino).

Pur nella consapevolezza dell’inevitabile parzialità e inesauribilità del discorso ricognitivo, la mostra attraversa efficacemente le emergenze più esplicite della scultura di nuovo millennio riaffrontando le questioni formali, dinamiche e spaziali di quella “Scultura lingua morta” che Martini preconizzava negli anni ’40 (riferimento ben presente nella prefazione della curatrice). Gli affreschi della chiesa rupestre di Madonna delle Virtù circondano il visitatore nella prima sala espositiva dove le sculture in canapa di Giuseppe Capitano assolvono alla funzione di avvolgere, contenere o trattenere corpi fossili di imprecisa temporalità. È così per “Fiore Madre”, forse tra i pezzi più lirici della mostra, con le rose di gerico a spuntare nell’ampia corolla di un fiore di paglia. E, a pochi passi, il marmo di “Aloni”, racconto della consunzione lenta di una materia fiera ad opera di un limone, del suo acido che corrode e scava le superfici. Lavora sulla pelle delle cose e sull’eco di una forma perduta anche  Luca Trevisani nell’abile interazione tra calchi di gesso e sculture a mezz’aria di legno, “La pelle delle bolle di sapone”, o poliuretano.

Per Giorgio Andreotta Calò la scultura è invece connettiva: coniuga le materie con l’intuito di una visione che compone o che fraintende: ogni opera si espone ad una decifrazione dubbiosa ed incerta (“Clessidra”). Ancora più radicale lo smembramento operato da Nico Vascellari con le sue teche ad archiviare ogni molecola di un nido sezionato o addirittura la neve che presto rivela il vuoto occupato per poche, precarie ore. Mentre Perino & Vele reinventano simboli e matrici della contemporaneità nel loro mondo in cartapesta, e Antonella Zazzera indugia sulle torsioni plastiche di imponenti corpi intessuti di filo di rame, il giovanissimo Emmanuele De Ruvo raccoglie e seziona le strutture invisibili del reale, le forze in tensione, compressione, trazione, equilibrio ed energia che regolano le relazioni tra oggetti e spazi (come in “Concinnitas” dove è la carta a sostenere una piastra di marmo).

Le geometrie lineari in ferro bianco di  Alice Cattaneo a marcare e porzionare gli ambienti del Monastero e l’azione minimale di  Francesco Gennari in “Quasi due sfere” (piramide di marmo, filo di cotone e coleotteri) spostano l’asse della rassegna verso l’improvvisa evanescenza che abita le forme, fino alle installazioni di luce e vapore di Donato Piccolo o fino alla intraducibilità formale della memoria e delle storie umane, paradigmi indiziari e sollecitazioni concettuali che rendono supremo il lavoro di Francesco Arena. L’intera operazione espositiva, nella solidità del suo impianto curatoriale, sembra voler rimandare a prossime ricognizioni alcuni dei nuovi percorsi su cui la scultura contemporanea agisce ad esempio travisando la materia, smaterializzandone le essenze, ibridando alcuni meccanismi della percezione o muovendosi su codici sensoriali molto meno canonici. Ad ogni modo si tratta di un’operazione di assoluto riferimento nazionale per un’indagine sulla scultura contemporanea, intenzione che il Circolo La Scaletta e il Comune di Matera ancora una volta rinnovano con determinazione e oculatezza.

 

Periplo della scultura italiana contemporanea 3

Sedi varie, Matera

Chiese Rupestri di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci, MUSMA – Museo della Scultura Contemporanea, Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata, Palazzo Labfranchi

8 settembre – 17 novembre 2012

Artisti: Giorgio Andreotta Calò (Venezia 1979), Francesco Arena (Torre Santa Susanna, Brindisi, 1978), Giuseppe Capitano (Campobasso 1974), Alice Cattaneo (Milano 1976), Emmanuele De Ruvo (Napoli 1983), Francesco Gennari (Pesaro 1973), Perino & Vele (Emiliano Perino, New York 1973 – Luca Vele, Rotondi, Avellino , 1975), Donato Piccolo (Roma 1976), Luca Trevisani (Verona 1979), Nico Vascellari (Vittorio Veneto 1976), Antonella Zazzera (Todi 1976)

Orari:  10.00 – 19.00
Info: 39.0835 336726 – info@lascaletta.net
www.lascaletta.net

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