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Intervista a CHICO SCHOEN di Francesca Di Giorgio

Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
Difficile scindere le emozioni e le preoccupazioni dei galleristi da quelle di chiunque altro. Il lockdown è stato qualcosa di assolutamente mai visto e non previsto. Ciascuno di noi oggi sta cercando di ripartire cercando di immaginare come tutto questo cambierà il nostro mondo. Mettendo insieme fantasia, creatività ma anche attenzione ai conti. Non è facile ma dopo il primo momento ora prevalgono la voglia di fare e l’entusiasmo che siamo stati costretti a reprimere durante le giornate di quarantena.
Molti colleghi e artisti hanno cercato di mantenere un legame virtuale con il pubblico attraverso i social. Alcuni in maniera molto interessante e creativa. Noi abbiamo preferito concentrarci su quando saremmo ripartiti, mantenendoci in silenzio. Appena è stato possibile abbiamo aperto con una nuova mostra, proprio per dare un segnale forte di ripartenza.

E quindi uscimmo a riveder le stelle, veduta dell’installazione (Papetti Costa Zeni Comoretti Chiesi)

Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
Con alcuni dei nostri artisti, passati i primi giorni di lockdown, abbiamo cominciato ad organizzare degli incontri di gruppo, delle video call, durante le quali ciascuno proponeva e suggeriva quali sarebbero state le sfide da affrontare alla riapertura. Chi meglio degli artisti può immaginare il futuro? Nel momento in cui il sistema basato sulla sequenza mostra, inaugurazione, fiera, è saltato (e chissà quando ricomincerà) stiamo davvero provando a immaginare modi nuovi per mostrare al mondo l’arte in cui crediamo, coinvolgendo proprio i vari attori del sistema dell’arte (case d’asta, collezionisti, curatori). Credo fosse una esigenza già presente in passato, il Covid ci ha solo obbligato ad accelerare i tempi del cambiamento.

Vania Comoretti, Studio Eyes veduta dell’installazione

Siamo nella Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
L’immagine che ho in mente è come la scena di un vecchio film in cui si vede il mondo che scorre e si trasforma alle spalle dei protagonisti alla guida di una automobile diretta verso l’orizzonte. Il mondo cambia ma la protagonista era è e sarà sempre l’Arte.

www.guidieschoen.com

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