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Intervista a CRISTINA ACIDINI di Simone Rebora

Proprio mentre l’anno della grande crisi volge al termine, coi suoi inevitabili strascichi sul mondo della cultura, incontriamo Cristina Acidini, dal 2007 Soprintendente del Polo Museale di Firenze. Per conoscere le sue impressioni sullo “stato di salute” di uno dei patrimoni artistici più ricchi al mondo, ma anche per saggiare il suo reale impegno per il futuro. Perché oltre alle orde del turismo mordi-e-fuggi, Firenze dispone di risorse e potenzialità ancora tutte da scoprire.

“Firenze 2012. Un anno ad arte” sta chiudendo proprio in questi giorni la sua programmazione. Si può già azzardare un primo bilancio? Qual è stata la mostra che ha riscosso maggiore successo?
Le mostre nei musei del Polo condividono i visitatori con i musei stessi, dunque è difficile, se non impossibile, scindere il gradimento delle une e degli altri. Direi, dai riscontri di stampa e di pubblico, che quest’anno “Bagliori dorati” agli Uffizi, dedicata alle arti del Gotico Internazionale e culminante con la restaurata “Battaglia” di Paolo Uccello, ha avuto caratteri di riconosciuta eccezionalità. Molto apprezzamento anche per le “Fabulae pictae”, maioliche istoriate, al Bargello, per “Are torna arte” alla Galleria dell’Accademia, per le mostre sul Giappone e sui Nativi d’America in Palazzo Pitti. Amatissima, inoltre, dai Fiorentini la rassegna di vedute otto-novecentesche della città, organizzata dalla Galleria d’Arte Moderna a partire dal luglio scorso.

Ci può dare qualche anticipazione sulle attività del 2013? È in programma un nuovo ciclo di mostre?
Con grande coraggio, in tempo di crisi, daremo il via a un programma di otto mostre. Tutte belle, interessanti, pensate e organizzate dai musei. Si vedranno pittura spagnola e trionfi artistici del Barocco mediceo, tesori del Medioevo, temi onirici rinascimentali, porcellane, avori e altro ancora… con una sorpresa straordinaria proveniente dalla Francia. Nel 2013 inoltre, anno dell’amicizia culturale Italia-Ungheria, il Museo di San Marco ospiterà una mostra dedicata a Mattia Corvino, re umanista amico di Lorenzo il Magnifico, e agli Uffizi ci sarà una mostra di pittori ungheresi.

A Firenze esistono molte realtà staccate dal Polo Museale, ma comunque prolifiche e sempre propositive (penso al Museo Marino Marini e Palazzo Strozzi). Come vi state rapportando con queste istituzioni? Avete mai pensato a un’integrazione?
L’integrazione esiste già. Col Marini spesso ci consultiamo per il contemporaneo. Con Palazzo Strozzi il legame non potrebbe essere più stretto: con gli Uffizi ha già sperimentato la partnership (Bronzino, mostra magnifica) che si ripeterà per Pontormo e Rosso; e poi con il Bargello e il Louvre, il palazzo ospiterà “L’alba del Rinascimento” dedicato alla scultura fiorentina. E naturalmente siamo grandi prestatori per moltissime iniziative a Firenze, in Italia, nel mondo. Pensi anche solo al successo della serie “La città degli Uffizi”, che porta mostre con opere degli Uffizi e dei musei, ma anche delle chiese, in centri vicini come Bagno a Ripoli, Pontassieve o Figline, arrivando fino a un luogo lontano ma legato alla storia fiorentina come Santo Stefano in Sessanio.

Mentre procedono i lavori per i “Nuovi Uffizi”, nel corso del 2012 molti nuovi spazi sono stati aperti (o ripristinati) all’interno della storica Galleria. Qual è l’idea alla base di questo ampliamento? E come verranno usate le nuove sale?
Il progetto “Nuovi Uffizi”, che ha comportato anni di lavoro dentro il Complesso Vasariano per adeguare spazi e strutture, sta dando frutti visibili nell’ampliamento del percorso aperto al pubblico. I principi portanti del nuovo allestimento: distribuire in modo più pausato e godibile i capolavori, integrare le collezioni con opere prelevate dai depositi, metterle in dialogo tra loro. Pittura con scultura, marmi antichi con dipinti moderni. Oltre a restauri esemplari, come quello della meravigliosa Tribuna di Francesco I e del Buontalenti – dalle conchiglie della volta ai marmi del pavimento – le sale nuove sono anch’esse portatrici di nuove suggestioni museologiche e museografiche.

Tra le tante critiche che piovono su Firenze (e più in generale sul nostro paese), vi è quella di trascurare i giovani e la sperimentazione contemporanea. Ma è un’accusa giustificata? E cosa state facendo per fronteggiare questo problema?
Una comunità lungimirante dovrebbe incoraggiare oggi la creazione artistica, che sarà domani nei musei. Il Polo Museale fa la sua parte acquisendo opere di contemporanei nelle collezioni “aperte”: autoritratti, grafica, gioielli, moda e costume. E ospita alcune mostre: artisti riconosciuti, a volte autentici decani. “Arte torna arte” nella Galleria dell’Accademia è stata una coraggiosa rassegna contemporanea, tra il David di Michelangelo e la pittura dal tre al Cinquecento, entro una linea coerente di mostre che ha visto nella Galleria dell’Accademia anche un artista come Mapplethorpe, con Patti Smith che ricordandolo ha cantato e ha pianto.
Per la sperimentazione ci sono altre sedi: o nell’ambito del Comune, o la Strozzina, o le gallerie private. E in Toscana, la sede per eccellenza è il Museo Pecci di Prato, col quale si è già instaurata una collaborazione interessante in occasione della serie di mostre raggruppata sotto il titolo di “Base Firenze – Alla maniera d’oggi” nel 2010. Sulla testata degli Uffizi comparve la nota scritta al neon “All art has been contemporary”, il che era ed è una verità, oltre che essere un’installazione d’autore. Ma bastò a fare scalpore…

Info: info@polomuseale.firenze.it
www.polomuseale.firenze.it

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