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FIRENZE | Palazzo Strozzi | 10 marzo – 23 luglio 2017

di TOMMASO EVANGELISTA

Si è inaugurata lo scorso 10 marzo presso la prestigiosa sede di Palazzo Strozzi a Firenze la personale Bill Viola. Rinascimento elettronico, una mostra, organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e curata da Arturo Galansino, attuale direttore generale della Fondazione, e Kira Perov, direttore esecutivo del Bill Viola Studio, che propone un inedito dialogo tra le installazioni video dell’artista e opere d’arte antica a sottolineare il legame di Viola con il passato e, in particolare, con l’arte toscana e la città di Firenze.

Emergence (Emersione) Bill Viola, 2002, 11’40”. Retroproiezione video a colori ad alta definizione su schermo montato a parete in una stanza buia Interpreti: Weba Garretson, John Hay, Sarah Steben. cm 213 x 213. Courtesy Bill Viola Studio

Emergence (Emersione)
Bill Viola, 2002, 11’40”. Retroproiezione video a colori ad alta definizione su schermo montato a parete in una stanza buia Interpreti: Weba Garretson, John Hay, Sarah Steben. cm 213 x 213. Courtesy Bill Viola Studio

Nato a New York nel 1951, Bill Viola è internazionalmente riconosciuto come uno dei più importanti artisti contemporanei mentre conserva una speciale relazione con la città. È qui infatti che ha lavorato agli inizi della sua carriera quando, appena ventitreenne, tra il 1974 e il 1976 è stato direttore tecnico di art/tapes/22, importante centro di produzione e documentazione del video fondato e diretto da Maria Gloria Bicocchi. Erano certamente anni di sperimentazioni e diverse modalità di rappresentazione, emersi recentemente alla critica anche in seguito a nuove pubblicazioni, su tutte Arte a Firenze 1970-2015. Una città in prospettiva a cura di Alessandra Acocella e Caterina Toschi (Quodlibet 2016) nella quale si ricostruiscono per la prima volta le esperienze che, dagli anni Settanta ad oggi, hanno contribuito a creare l’immagine dell’arte contemporanea nel capoluogo toscano. Dallo studio in via Ricasoli il giovane Viola, oltre ad integrarsi con l’ambiente cittadino e a conoscere i più importanti artisti dell’epoca (De Dominicis, Paolini, Levine, Kounellis, Burden, Rainer, Olesen, ecc…) giunti a Firenze per produrre i propri video, riceve una profonda lezione dall’arte del passato e soprattutto dallo stretto rapporto tra arte e vita, ovvero dalla percezione e dal respiro dell’arte che si può avere solo in una città densa di bellezza e di storia, e quindi di senso.

The Greeting (Il saluto) Bill Viola, 1995, 10’22" Installazione video-audio. Proiezione di video a colori su un grande schermo verticale installato a parete in uno spazio oscurato; audio stereofonico amplificato. Interpreti: Angela Black, Suzanne Peters, Bonnie Snyder. Courtesy Bill Viola Studio

The Greeting (Il saluto)
Bill Viola, 1995, 10’22″
Installazione video-audio. Proiezione di video a colori su un grande schermo verticale installato a parete in uno spazio oscurato; audio stereofonico amplificato.
Interpreti: Angela Black, Suzanne Peters, Bonnie Snyder. Courtesy Bill Viola Studio

La retrospettiva copre oltre quarant’anni di carriera con una selezione di ventisei opere (anche tra Uffizi e Opera del Duomo) in grado di coprirne tutte le sue fasi creative e colpisce per i coraggiosi confronti dei video con le opere del passato. Se è un dato di fatto che la produzione di Viola ha ricevuto nuova linfa vitale dal dialogo con i capolavori antichi (rinascimentali su tutti), giocando con strutture iconografiche svuotate della componente religiosa e riattualizzate nel contemporaneo, è pur vero che un tentativo così spinto di determinare anacronismi può risultare forzato e svuotare di senso sia le opere di Viola che quelle dei maestri storici. Fuori dal gioco dei rimandi formali, infatti, puntualmente evidenziati dallo stesso artista e acquisiti alla critica, pur nell’impeccabile allestimento “scenico”, le situazioni che si creano in mostra con opere che, per ragioni storiche e cronologiche, non hanno nulla in condivisione, rischiano da una parte di sminuire i video di Viola nella misura in cui i frame non possono minimamente sostituire la materia “viva” pittorica e dall’altra di violentare le opere antiche le quali, avulse dal proprio contesto temporale (a anche museale) si svuotano diventando semplici suggerimenti di realtà.

Ma la realtà proposta dall’artista, appunto perché satura di immagine e quasi espansa (temporalmente e spazialmente), sembra richiudersi in se stessa, nell’immanenza dell’atto, e così facendo interrompere la finzione della rappresentazione, dove un Pontormo la esalta attraverso il gesto “ottico” della continuità della visione e l’esaltazione del dogma. Il tempo di Viola, mostrato coraggiosamente e, forse, arbitrariamente, a Palazzo Stozzi, per seguire il pensiero di Didi-Huberman e il suo anacronismo delle immagini (Bollati Boringhieri 2007), non è propriamente il passato bensì la memoria, “e la memoria è psichica”. Ciò conduce i video, complice anche la visione spiritualizzante dell’artista, ad evocare un’accezione di stampo gnostico che offende la bellezza, carica ora di rimandi mentali, e mal dialoga con i capolavori antichi ridotti in questo caso veramente solo a schermo. La storia, letta in tale prospettiva, (si veda anche il nuovo allestimento de La Galleria Nazionale dal titolo “Time is out of Joint”), si viene a configurare come “un fatto psichico totale” (sempre Didi-Huberman) che risente degli effetti derivanti dal decentramento del soggetto e dall’abbandono delle strutture (etiche, e anche artistiche) del cattolicesimo. Nascita, morte, immortalità, resurrezione coincidono sullo stesso piano immateriale e sovrabbondante.

Eclipse. The Moon Setting Through an Open Window (Winter Solstice 1974) (Eclisse. La luna solca il cielo attraverso una finestra aperta. Solstizio d’inverno) Bill Viola, 1974, 20’3’’. Videotape, bianco e nero, audio monofonico. Prodotto in associazione con art/tapes/22, Firenze. Courtesy Bill Viola Studio

Eclipse. The Moon Setting Through an Open Window (Winter Solstice 1974) (Eclisse. La luna solca il cielo attraverso una finestra aperta. Solstizio d’inverno)
Bill Viola, 1974, 20’3’’. Videotape, bianco e nero, audio monofonico. Prodotto in associazione con art/tapes/22, Firenze. Courtesy Bill Viola Studio

Emerge nelle opere, e la selezione a Palazzo Strozzi è impeccabile, questo certamente, la bellezza delle emozioni, la manifestazione nel tempo-frame della coscienza interiore e l’eccesso di spazio il quale, proprio in quanto contratto dalla scenografia o dall’assenza, si amplia in virtù dei contrasti di luce e ombra suggerendo ciclicità e interruzioni, mentre viene meno, proprio in quanto eccessivamente manifesto, il legame con l’antico, lo studio sulle iconografie lette come formule e non come sostanze, il ruolo del passato quale maestro di etica prima che di stile.

Più interessante la sezione allestita alla Strozzina. Nelle sale del piano ipogeo, infatti, sono stati presentati una serie di videotape risalenti agli anni Settanta, sperimentali e incisivi nel loro tentativo di creare (siamo appena agli inizi) un linguaggio autonomo rispetto agli altri linguaggi e un’idea di narrazione che si ponga a metà strada tra performance, composizione e concetto. Il tentativo di trasmettere un punto di vista si percepisce in Level e Cycles mentre la poesia emerge in Eclipse, sottotitolato The Moon Setting Through an Open Window, registrato a Firenze durante il solstizio d’inverno del 1974. Per venti minuti la luna viaggia andando ad intersecare la fiamma di una candela posta sul davanzale di una finestra, cosicché le due fonti di luce si fondono in tempo reale diventando una cosa sola. The Reflecting Pool, del 1977, è un vero e proprio manifesto dell’arte elettronica nel quale si esplorano tutte le potenzialità del medium: manipolazione del tempo, rapporto dell’uomo con lo spazio, presenza nel mondo, e le poetiche dell’artista: l’idea della riflessione, l’impressione dell’acqua come simbolo di purificazione e svelamento.

The Reflecting Pool (Vasca riflettente) Bill Viola, 1977-1979, 7’. Videotape, colore, audio monofonico. Prodotto presso WNET/Thirteen Television Laboratory, New York e WXXI-TV Workshop, Rochester, NY. Courtesy Bill Viola Studio

The Reflecting Pool (Vasca riflettente)
Bill Viola, 1977-1979, 7’.
Videotape, colore, audio monofonico. Prodotto presso WNET/Thirteen Television Laboratory, New York e WXXI-TV Workshop, Rochester, NY. Courtesy Bill Viola Studio

A conclusione di basici tentativi ermeneutici non si può non rimanere incuriositi e stimolati dalla mostra, sia per le straordinarie esperienze di immersione tra spazio, immagine e suono nel tentativo di ripercorrere la carriera dell’artista tra ricerca tecnologica e riflessione estetica, sia per il dialogo, non sempre calibrato, con le opere antiche.

Il punto centrale è sempre quello, comune all’arte post-moderna attuale, ovvero la differenza tra il senso profondo del passato e la mortalità dell’immagine odierna destinata, per sua stessa natura, ad un processo velocissimo di decadimento e saturazione appunto perché, nel suo mutamento, cerca la sublimazione dell’essere e non dell’idea.
Il sacrificio dell’immagine presuppone, freudianamente e inconsciamente, la morte del padre e si poteva evitare quindi di confrontare le opere di Viola con i loro cadaveri: «Io mi sento legato al ruolo del mistico nel senso che seguo una via negativa – sento che alla base del mio lavoro c’è la non conoscenza, il dubbio, lo smarrimento – e riconosco che personalmente il lavoro più importante che abbia fatto è venuto dal non conoscere che cosa facevo nel momento in cui lo facevo» (Viola, In risposta alle domande di Jörg Zutter).

Bill Viola. Rinascimento elettronico
a cura di Arturo Galansino, direttore Generale Fondazione Palazzo Strozzi e Kira Perov, direttore esecutivo Bill Viola Studio
Promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi in collaborazione con Bill Viola Studio
Con il sostegno di Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners
Palazzo Strozzi, Regione Toscana

10 marzo – 23 luglio 2017

Palazzo Strozzi
Piazza Strozzi, Firenze

Info: +39 055 2645155
www.palazzostrozzi.org

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