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VERONA | Palazzo della Gran Guardia | 23 novembre 2014 – 31 gennaio 2015

di SIMONE REBORA

Omogeneità, simmetria, rigido controllo: la celebre Città ideale dipinta da autore ignoto sul finire del XV secolo, simbolo del buon governo e trionfo della razionalità rinascimentale, non sembra aver bisogno della figura umana per affermare la propria immediata abitabilità. Passati poco più di cinquecento anni: telepresenza, crowdsourcing e selfie-mania. La “città ideale” dei social media sembra invece avere un disperato bisogno di piazzarci tutti al centro, per affermare quantomeno la propria non-inabitabilità.

Allestimento della mostra di Roberto Floreani a Palazzo della Gran Guardia di Verona

Al visitatore che chiude il suo smartphone e si affaccia sui piani nobili della Gran Guardia a Verona, la grande antologica di Roberto Floreani, intitolata appunto alla Città ideale, imprime da subito un senso di stridente inattualità. Ovali, concentrici e Blu Klein, ripetuti in infinite variazioni di crescente pesantezza: dov’è la tanto proclamata “contemporaneità” dell’arte? Dove la frattura dei codici, che ne determina l’inesauribile valore? I passi si fanno sempre più pesanti, il cellulare vibra e ci richiama ad altri ritmi: in breve siamo giunti al bivio. Da un lato, le chiare tracce del retrivo, del superato; dall’altro, l’invito a seguire proprio quelle orme, per precipitarsi in un ritmo diverso da quello attuale, probabilmente già sentito, ma veramente, fino in fondo esperito?

Allestimento della mostra di Roberto Floreani a Palazzo della Gran Guardia di Verona 2

L’arte di Roberto Floreani sembra insomma approdare al confronto con l’attuale seguendo le onde lunghe di una consapevolezza storica fatta propria, affondata nell’individuo. Le tracce di quell’astrazione, di quella modalità concettuale prefigurata da un anonimo del Rinascimento, sono percepite rifluire attraverso lo “spirituale” di un Kandinskij, l’astrazione di un Rothko ma anche la visceralità di un Nitsch, per chiudere il cerchio nel doppio volto (tanto ideale, quanto corporale) del colore in Yves Klein. Questo discorso storicistico è poi reso parte di un metodo pittorico tutto giocato sulle stratificazioni e sulle ripetizioni variate, costantemente bilanciato tra i due poli della materia e dell’astrazione, che ambisce infine a farne emergere un alfabeto intimo, radicale. E proprio qui, alla Gran Guardia, la ricerca si solidifica per la prima volta in autonoma scultura: dieci pezzi che fanno da collante tra il progetto centrale e le sezioni antologiche, diffondendosi nelle ampie sale.

Roberto Floreani, La città ideale, 86x73,2014
Ritornati alla vita trafficata e accelerata dell’oggi, i ritmi di Floreani ci appaiono così lontani da perdersi nell’indistinto: una lieve intermittenza nel battito del cuore, da eliminare rapidamente con il farmaco adatto, o da curare con un lavoro non più breve di una vita.

Roberto Floreani. La città ideale

23 novembre 2014 – 31 gennaio 2015

Palazzo della Gran Guardia
Piazza Brà, Verona

Orari: tutti i giorni dalle 10:30 alle 20:00

Ingresso libero

Catalogo con interviste di Luca Beatrice e Angelo Crespi

Info: +39 045 8033400
www.comune.verona.it

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