ROMA | Museo di Roma in Trastevere | 2 – 23 maggio 2014
di Daniela Trincia
Da ormai ben cinquantasette anni, il Premio World Press Photo – uno dei più importanti riconoscimenti nell’ambito del fotogiornalismo – centra il suo obiettivo: quello di informare e ispirare una comprensione del mondo. Perché le immagini, provenienti da ogni parte del globo e considerate da una giuria di esperti internazionali, raccontano e documentano gli avvenimenti di un intero anno.
Ma sono i numeri che ci permettono di comprendere appieno il valore di questo premio, poiché per questa edizione la giuria ha esaminato ben 98.671 fotografie inviate da 5.754 fotografi professionisti di 132 nazionalità. Come per le precedenti edizioni, anche quest’anno tutti i lavori sono stati suddivisi in nove categorie e 53 sono stati i fotografi, di 25 diverse nazionalità, premiati, tra cui gli italiani Bruno D’Amicis, Alessandro Penso e Gianluca Panella. Ma le fotografie raccontano non solo i grandi eventi, ma anche fatti più intimi, meno noti, fors’anche più curiosi. Come lo scatto di Julie McGuire che riprende un gruppo di cani nella casa di Barbara Janissen, a Penang in Malesia, che dal 2005 ha creato un rifugio per i randagi evitandone la soppressione, ed oggi ne ospita addirittura 250.
O quello di Peter Holgersson che ritrae l’atleta di eptathlon Nadja Casadei alla quale nel 2013 è stato diagnosticato un tumore al sistema linfatico e che non ha mai interrotto i suoi allenamenti anche durante la chemioterapia, determinata a volersi qualificare per le Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016. O quello di Nikita Shokhov che riprende una coppia di nudisti nel parco nazionale di Utrish, sulle sponde del Mar Nero che, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, sta vivendo una nuova rinascita.
O quelli di Alyssa Schukar che immortala squadre di Football Americano Femminile che da tempo conducono una lotta affinché non siano più costrette a giocare indossando delle divise composte dagli indumenti di biancheria intima. Ma senza dubbio è la foto dell’anno di John Stanmeyer quella che con toni di alta poesia racconta una potente e lunga storia in un unico scatto.
In una notte illuminata da una limpida luna, un gruppo di migranti africani con i propri cellulari stretti in mano, tenta di prendere il segnale telefonico gratuito per comunicare con i loro parenti. E quelle braccia tese verso l’alto terminanti con l’apparecchio telefonico, fanno sembrare i rispettivi schermi illuminati, altrettante stelle che tentano di congiungersi con quelle disseminate nel firmamento. Similmente narrante, è quella di Alessandro Penso che ritrae la palestra di una scuola a Sofia adibita all’accoglienza di profughi siriani: una scarna lampadina, appesa a un cesto da pallacanestro, debolmente illumina una sorta di stanza ricavata con dei pezzi di stoffa utilizzati come tende.
Premio World Press Photo
2 – 23 maggio 2013
Museo di Roma in Trastevere
Piazza S. Egidio 1B, Roma
Orario: Martedì-domenica ore 10.00-20.00
chiuso lunedì (La biglietteria chiude un’ora prima)
Biglietto d’ingresso Intero € 7,50; Ridotto € 6,50
Info: 06 0608
museodiroma.trastevere@comune.roma.it
www.museodiromaintrastevere.it