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MILANO | GALLERIA RAFFAELLA CORTESE | 3 DICEMBRE 2019 – 8 FEBBRAIO 2020

di ALICE VANGELISTI

Due artiste sono le protagoniste indiscusse delle due personali in corso da Galleria Raffaella Cortese: in Aqui e Agora, gli eterogenei lavori di Anna Maria Maiolino (Scalea, 1942) trovano spazio al n.1 e al n.7 di via Stradella, mentre in Source, le opere a video di Ana Mendieta (Havana, 1948 – New York, 1985) animano l’ambiente della galleria al n.4.
Si tratta di due mostre intime e profonde, che indagano spaccati della poliedrica produzione espressiva delle due artiste, non nuove alla città di Milano. Aqui e Agora è, infatti, la terza personale di Maiolino in questi spazi, a ideale coronamento della decennale collaborazione con la galleria meneghina,  culminata, inoltre, con l’enciclopedica retrospettiva dell’estate scorsa al PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea. Anche Mendieta non è nuova agli spazi di via Stradella, ma in questa occasione si mostra in veste quasi del tutto inedita: protagonisti in Source sono infatti tre film realizzati dall’artista cubana, due dei quali esposti per la prima volta in Italia, a seguito del restauro e della conversione digitale dei film Super-8mm e 16mm intrapresa dall’Estate of Ana Mendieta.

Anna Maria Maiolino, Aqui e Agora, 2019, installation view, Galleria Raffaella Cortese, Milano – Photo by Lorenzo Palmieri Courtesy of the gallery

Le due personali si fanno così, in un certo qual modo, elogio del “femminile”. Tale termine va inteso però in senso più ampio per queste due donne eclettiche e poliedriche, che lavorano, secondo la loro sensibilità artistica, su temi identitari e personali, in cui la loro esperienza individuale è significativa di una ricerca profonda ed esistenziale in grado di aprire a valori universali.
Maiolino, infatti, spaziando tra i differenti media, riesce a raggiungere una produzione così ampia e significativa da crearsi un proprio vocabolario visivo, possibile grazie anche a una grande conoscenza dei materiali utilizzati, i quali riescono a prendere una forma essenziale, espressiva ed estetica attraverso l’azione creatrice dell’artista. Il materiale specifico è così sublimato fino ad assumere un carattere e un significato universali: le tecniche utilizzate e le forme assunte sono diverse, ma il valore e l’essenza di fondo rimangono le stesse.
Maiolino basa la sua ricerca su un intreccio personale e universale: la sua vita di donna e artista “transoceanica”, divisa tra Italia e Brasile, si lega con la sua cultura d’origine e quella d’adozione. In questo modo, l’artista riesce a far dialogare due realtà distanti: la tradizione tipica italiana si fonde con la sperimentazione d’avanguardia brasiliana, dando vita a una vasta produzione significativa di tale incontro e a uno stile energico e inconfondibile, in cui l’immaginario quotidiano femminile si combina con l’esperienza della dittatura in Brasile negli anni Settanta e Ottanta. Maiolino riesce però a sublimare tali temi – per certi versi anche “scomodi e scottanti” – in modo che la riflessione profondamente identitaria sia completamente personale e universale, dando vita a una libertà di espressione possibile solo attraverso la varietà dei media e dei suoi linguaggi visivi, tutti ugualmente carichi di significato.

Anna Maria Maiolino, Aqui e Agora, 2019, installation view, Galleria Raffaella Cortese, Milano – Photo by Lorenzo Palmieri Courtesy of the gallery

Fotografia, scultura e video si intrecciano così nei due ambienti di via Stradella, testimoniando la lunga ed eclettica carriera dell’artista italo-brasiliana, mettendo in dialogo opere storiche e recenti.
Al centro dell’ambiente al n.7 si staglia una coppia di elementi in ceramica in cui si percepisce il forte dualismo cromatico in contrapposizione con la similarità delle forme – sottolineando l’utilizzo di un medium che ricorre spesso all’interno della sua produzione. Riprendendo la dualità tra bianco e nero, alle pareti si presentano differenti scatti in riferimento alla serie Fotopoemação, in cui si palesa l’uso del corpo in senso politico: le azioni e i gesti testimoniati da tali fotografie diventano così rappresentativi di un’opposizione al regime dittatoriale e militare brasiliano, con una resistenza che impiega appieno la sua fisicità. Questo aspetto più fisico e fortemente performativo è smorzato negli anni fino ad arrivare alla serie più recente, Corpo/Paisagem, in cui la figura umana assume un carattere più intimo e profondo: i dettagli del corpo dell’artista diventano vicendevolmente paesaggi ed elementi geografici da esplorare, in una commistione tra umano e natura. Tale contaminazione è sondata anche nel video Um Tempo (uma vez), in cui il viaggio attraverso il paesaggio diventa un racconto visivo accompagnato dalla voce dell’artista stessa, quasi come se si fosse seduti al suo fianco durante questa esperienza di esplorazione.
Questo aspetto sonoro e fortemente narrativo è l’elemento preponderante che accompagna il visitatore anche all’interno dello spazio al n.1: qui, la voce di Maiolino si diffonde nell’ambiente attraverso il video Sotto Voce, accompagnando in questo modo la lettura di uno spaccato del suo codice visivo racchiuso all’interno di due grandi collage indicativi della sua opera fotografica e filmica.

Anna Maria Maiolino, Aqui e Agora, 2019, installation view, Galleria Raffaella Cortese, Milano – Photo by Lorenzo Palmieri Courtesy of the gallery

Accanto a una lettura puramente visiva, se ne affianca anche una segnica, possibile grazie agli elementi in ceramica alla parete: il linguaggio legato alla parola scritta è evocato attraverso forme semplici ed essenziali che sembrerebbero dei grandi segni di punteggiatura lasciati sulla parete della galleria, quasi come se fosse un ideale foglio bianco su cui scrivere. Questo aspetto più legato al segno e al dualismo cromatico è da sempre presente nella sua ricerca: significativo in questo senso è il piccolo lavoro su carta appartenente alla serie De Volta, delicato ed evocativo di una gestualità segnica in grado di rendere visivo e tangibile parte di quel vocabolario tipico e rappresentativo della sua ampia ricerca.
Video e performance si fondono, invece, nelle opere di Mendieta esposte al n.4, avvolgendo il visitatore in un’esplorazione seducente ed ammaliante di questo suo specifico operare artistico. Si tratta di una modalità espressiva essenzialmente diversa da quelle ampiamente utilizzate da Maiolino, ma ugualmente carica di quei valori individuali che si elevano a universali. Infatti – forse ancora di più che nei lavori di Maiolino, in cui il riferimento è spesso palese, ma non sempre così esplicito – il corpo femminile fa da padrone nei girati dell’artista cubana, andando a creare delle opere che si staccano completamente dalla semplice documentazione dell’azione performativa e diventano dei lavori a sé stanti su identità, nascita e maternità, quali temi cardine della sua ricerca.

Ana Mendieta, Source, 2019, installation view, Galleria Raffaella Cortese, Milano – Photo by Lorenzo Palmieri Courtesy of the gallery

Un corpo fisico e umano che però è sostituito man mano dalla natura, con la quale è più volte impegnato in un dialogo più o meno manifesto: i tre film testimoniano, così, un passaggio all’utilizzo di elementi naturali che prendono il posto dell’azione più fisica e corporea compiuta dall’artista. In effetti, il suo intervento può essere più ampiamente inteso come una fusione tra video, performance e Land Art, in cui l’elemento filmico si presenta come una pratica frutto del dialogo di questi tre filoni artistici, che le permette di esplorare e indagare ancora più a fondo le sue azioni performative, spesso incentrate sul rapporto tra paesaggio e corpo femminile.
In Mirage, infatti, l’elemento umano e quello naturale si integrano alla perfezione: ambientata al Lake Macbride in Iowa, la scena a camera fissa si svolge all’interno di un contesto in cui la natura si mostra nella sua potenza. L’occhio della cinepresa si concentra, però, sul riflesso di Mendieta in uno specchio incorniciato e appoggiato a un albero, offuscando così, in parte, la natura circostante. Nello svolgersi della scena, l’artista, apparentemente incinta, abbraccia la sua grande pancia fino a rivelare improvvisamente la natura performativa di questa nascita metaforica, culminante con uno sguardo diretto nella macchina da presa a coinvolgere anche il visitatore.
Il senso di maternità si presenta anche in Source, dove una sequenza in primo piano di un seno materno, presentato come fonte di nutrimento primario, mette in risalto ancora una volta temi quali generazione, nascita e maternità. L’elemento naturale non è qui palesemente presente, ma in senso lato, anche tematiche quali la nascita e la maternità possono essere esse stesse intese come prodigio della natura e sono quindi esplicitamente messe in mostra attraverso l’azione performativa dell’artista.

Ana Mendieta, Source, 2019, installation view, Galleria Raffaella Cortese, Milano – Photo by Lorenzo Palmieri Courtesy of the gallery

La sostituzione della fisicità umana con una più naturale avviene, però, solo nel video In Birth (Gunpowder Works), in cui una silhouette femminile di fango, adagiata lungo le rive del fiume Iowa, genera del fumo bianco, che fuoriesce da una fessura simile a un grembo materno. L’umano non è quindi più presente – se non in forma evocativa e simbolica – e a dominare la scena è solamente l’elemento naturale del paesaggio e di quella scultura fragile ed effimera – caratteristiche queste del resto tipiche della Land Art e in senso lato anche della performance – frutto del tentativo dell’artista di mettersi in relazione con un’energia e una forza primordiale che attraversano tutto l’universo.
Il corpo, la femminilità, l’esperienza individuale e il valore universale si fondono così a rappresentare l’essenza identitaria ampiamente indagata e raccontata dalle due artiste, con ricerche formalmente ed esteticamente distanti, ma essenzialmente vicine.

Anna Maria Maiolino. Aqui e Agora

Ana Mendieta. Source

3 dicembre 2019 – 8 febbraio 2020

Galleria Raffaella Cortese
Via Alessandro Stradella 7-1-4, Milano

Orari: martedì-sabato dalle 10.00 alle 13.00, dalle 15.00 alle 19.30

Info:
galleria@raffaellacortese.com
www.raffaellacortese.com

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