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MILANO | TUBE Culture Hall | 16 aprile – 30 maggio 2021

di MATTEO GALBIATI

Ritratti, frammenti di memorie della storia e della quotidianità, tracce di un tempo passato e di un presente recentemente trascorso (forse ancora non del tutto concluso) si combinano a definire i contorni di una pittura dal carattere fortemente personale in cui convivono le forme di una semplicità “primitiva” con una definizione dell’immagine di comprovata maestria. Il tutto connotato da un accento pop dove immediatezza, ironia e umorismo rimandano all’immediatezza della visione.
È una mostra dal segno singolare quella che TUBE Culture Hall presenta nella sua spettacolare sede milanese che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare per il desiderio di promuovere i linguaggi della nuova generazione dei artisti emergenti – presentando la prima personale italiana di Sophie Ullrich (Ginevra, 1990), giovane artista che, per l’occasione, presenta 12 nuovi dipinti frutto di una recentissima produzione, nata durante il periodo di confinamento e isolamento determinato dalla pandemia globale (lo spunto iniziale è stata l’opera Heinrichs Träume realizzata nel 2019 in occasione della sua tesi di laurea all’Accademia d’Arte di Düsserdolf).

Sophie Ullrich, Gartenarbeit, 2020, olio su tela, cm 90×70

Durante questo tempo sospeso, che ha colto tutti all’improvviso segnando uno stravolgimento delle certezze date alla nostra vita e rivoluzionandone completamente non solo i ritmi, ma anche le attività e le pratiche quotidiane, l’artista ha dipinto con grande intensità e trasporto e, assecondando la propria cifra stilistica, ha elaborato una serie di dipinti legati proprio a questa “strana” temporalità. Per la prima volta nella nostra vita abbiamo provato dure restrizioni, forti imposizioni che hanno sospeso in un tempo indefinibile il nostro vivere, quello che, fino a poco tempo fa, pareva, invece, inalienabile e intoccabile. Il tempo del silenzio, dell’assenza di contatti, il tempo vuoto da riempire di cui tanto si è parlato e scritto nell’ultimo anno e mezzo… In questo ci siamo trovati tutti senza avere quasi il modo per elaborare il cambiamento repentino che ci ha colti; è stato uno shock, un trauma e, globalmente, abbiamo dovuto per forza adeguarci a nuovi ritmi e a nuove esperienze. Ecco allora che abbiamo potuto riscoprirci, rivedere le nostre priorità dedicarci a qualcosa che, forse, prima del Covid-19, consideravamo secondario e di poco valore. Abbiamo rivalutato il nostro pensare e agire nel tempo.

Sophie Ullrich. Bored Queen Overlooks Her Fields, veduta della mostra, TUBE Culture Hall, Milano Foto Nicola Gnesi

L’artista tedesca in Bored Queen Overlooks Her Fields si impegna, con questo ciclo di lavori, a raccontare in modo tragi-comico proprio questo proliferare di riscoperti eventi con cui abbiamo dovuto re-inventare il tempo della quotidianità, occupando quello spazio vuoto che solitamente era riempito dalla socialità lavorativa e non solo. Ullrich attinge dal nuovo contesto di silenzio, di assenza di contatti sociali, di ritrovati hobby, di nuove presenze (per esempio le mascherine che sono entrate nelle nostre abitudini quotidiane annullando quasi la nostra espressività) per elaborare “ritratti” di questo tempo, icone inedite di un momento della storia umana destinati a rimanere come memoria. Da artista ha potuto lavorare, come gli altri, a lungo nello studio, si è dedicata intensamente alla pittura e, in questa mostra milanese, abbiamo una lettura selezionata di tutti quei temi che ha affrontato in questo ampio ciclo di opere.

Sophie Ullrich, Frühstück im Freien, 2021, olio su tela, 130×100 cm

Le tele illustrano dettagli, frammenti, spesso negati e nascosti o ridotti all’essenziale, di situazioni che abbiamo vissuto tutti: la cucina, il giardinaggio, la lettura, le attività sportive, il bricolage, e tutto il resto di quelle pratiche rivalutate con cui abbiamo riconfigurato diversamente il nostro vivere pandemico, sono lette anche in chiave umoristica, con personaggi stilizzati, ridotti all’essenziale, compressi, nascosti, spezzati e spinti quasi al limite estremo di queste situazioni che paiono diventare, nella rilettura proposta dall’artista, quasi paradossali.
Del resto l’arte è anche questo, un modo per raccontarsi e raccontare, per diventare testimonianza, ma pure essere un viatico per affrontare qualcosa che, da molto tempo, non affliggeva l’uomo: così Ullrich ci consegna delle icone non solo capaci di un forte potere narrante, ma anche impegnate, con il “tono” del loro mostrarsi, ad attivare quel potere forte (e oggi quantomai necessario) di sdrammatizzare.

Sophie Ullrich. Bored Queen Overlooks Her Fields

16 aprile – 30 maggio 2021

TUBE Culture Hall

Piazza XXV Aprile 11/B (piano Interrato), Milano

Orari: da martedì a sabato  15.00-19.00; al mattino su appuntamento.
Nel rispetto della normativa vigente, gli accessi saranno contingentati e sarà richiesto l’uso della mascherina

Info: info@tubeculture.it
www.tubeculture.it

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