Non sei registrato? Registrati.
VERONA | Giardino dei Giusti | 11 ottobre – 22 novembre 2019

In occasione della 15^ edizione di ArtVerona, Giardino Giusti e Urbs Picta in collaborazione con Careof presentano, a partire da oggi e fino al 22 novembre, To Be Played – Video, immagine in movimento e videoinstallazione nella ‘generazione ottanta’ , a cura di Jessica Bianchera e Marta Ferretti, una mostra con annesso programma educational per tutta la durata del progetto.

Giardino Giusti, Verona

Per l’occasione Giardino Giusti (www.giardinogiusti.com) presenta ufficialmente l’Appartamento 900, dimora della famiglia Giusti fino al 1944 e recentemente riaperto al pubblico, nei cui ambienti si sviluppa il progetto allestitivo della mostra.
To be Played si inserisce in un più ampio programma di iniziative che Giardino Giusti sta portando avanti negli ultimi anni con l’obiettivo di tornare protagonista attivo del quartiere di Veronetta e della scena culturale veronese.

Giardino Giusti, Appartamento ‘900, Verona

Introdotto nel corso degli anni Sessanta come documentazione di pratiche performative e divenuto nei Settanta linguaggio artistico autonomo, il video è uno di quei media artistici che dimostrano una stretta correlazione tra la ricerca artistica del Novecento e l’innovazione tecnologica. Oggi la sperimentazione sul video si dimostra una tra le principali protagoniste della ricerca di artisti che dopo aver assimilato dagli storici predecessori i tratti salienti delle possibili operatività, ne hanno fatto oggetto di una proliferazione di linguaggi che è caratteristica principale dell’epoca contemporanea.

To be played, in un primo capitolo d’indagine sulla generazione dei nati negli anni Ottanta, presenta il lavoro di una selezione di artisti che operano in maniera trasversale e con differenti approcci alle possibilità espressive, narrative e di display utilizzando linguaggi al confine tra il documentario, il cinema, la finzione e la sperimentazione sull’immagine in movimento.

Michal Martychowiec, Empire, 2017, still da video HD, 8h 5’, courtesy l’Artista

Così se un’opera come Empire (2017) di M. Martychowiec si configura come tassello di una ricerca che spazia dall’installazione alla fotografia alla performance al video, in questo caso citando la storia dell’arte (l’omonimo film di Andy Warhol) per condurre una riflessione sul concetto di libertà, un lavoro come Scala C, Interno 8 (2017) di G. Squillacciotti testimonia l’attenzione per un’indagine quasi antropologica condotta con uno sguardo decisamente registico su un ambiente domestico ormai disabitato. Accostabile a queste riflessioni ma con taglio differente è Agency – giochi di potere (2014) di A. Husni-Bey: installazione video ispirata a un esercizio di cittadinanza di classe sviluppato in Inghilterra e attuato nel corso di una simulazione al Museo MAXXI di Roma.

Adelita Husni-Bey, Agency – giochi di potere, 2014, still da video HD, 40’
courtesy AGIVERONA Collection e Laveronicaarte contemporanea, Modica

Sulla contaminazione dei linguaggi, invece, Dido’s lament (2017) di J. Mazzonelli lascia trapelare la doppia anima di un artista/musicista e il suo interesse per il “gesto musicale” mentre Le Domestique (2015) di N. Fiocco esplora la dimensione del linguaggio assunto come una forma di confine. Particolare attenzione è prestata anche nei confronti dell’utilizzo dei mezzi tecnici come strumenti che concorrono alla definizione del lavoro: ne è un esempio Something for the Ivory (2019) di H. Dowling, video ipnotico a due canali in cui immagini di una singola figura di donna scorrono parallelamente per trasportare lo spettatore in una dimensione dove l’enfasi è posta sul colore, sul ritmo e sul montaggio.

Invernomuto, Wishes of a G,2014, still da video Hi8, 6’, courtesy gli Artisti e Pinksummer, Genova

Determinante il dialogo con lo spazio pensato come parte attiva del dispositivo generale della mostra. Nel Salone d’Onore, affiancata al video Wishes of a G (2014), campeggia Wax, Relax (2011) di Invernomuto: una maestosa grotta in cera bianca collocata agli antipodi rispetto alla grotta reale in fondo al viale dei cipressi. Qui, dove un tempo un complesso sistema di specchi creava suggestivi giochi di luce in base alle ore del giorno e alle stagioni, Pirolisi solare (2017) di E. Mazzi affronta il tema della ricerca scientifica sulle fonti di energia rinnovabile partendo da un precedente lavoro in cui aveva esplorato le possibilità d’intervento sulle problematiche ambientali della città di Venezia.

Elena Mazzi, Pirolisi solare, 2017, still da video, Super 8 digitalizzata, b/n, 4’, courtesy l’Artista e Ex Elettrofonica, Roma

L’allestimento è ideato in modo da creare un legame profondo con gli ambienti di Giardino Giusti (sia il palazzo sia il giardino) per eleggere questo luogo a vero protagonista, dando maggior senso e significato alla concomitante presentazione degli spazi riallestiti.

Ognuno dei lavori selezionati affronta differenti aspetti che variamente si intrecciano con la storia dell’Appartamento o con le diverse anime del Giardino.

Giulio Squillacciotti, Scala C, Interno 8, 2017, still da video, 4:3, 7’10”, courtesy l’Artista

L’opera di Giulio Squillacciotti, per esempio, pensata per la Sala da Pranzo, è stata girata in un appartamento che è appena stato lasciato dai suoi abitanti e che conserva ancora intatta la loro presenza; Something for the Ivory di Helen Dowling, invece, è pensato per la camera da letto e propone una riflessione sul concetto di femminile attraverso una serie di immagini dall’alto contenuto estetico e poetico.

L’opera di Luca Trevisani e quella di Nina Fiocco intercettano gli aspetti botanici legati al Giardino e al nuovo allestimento dell’Appartamento 900; i lavori della Franceschini puntano l’attenzione sul concetto di decoro e arredo mobile sia nella dislocazione dei tubi catodici nello spazio, sia nei contenuti dei video: Splendid is the light in the city of night, per esempio, si gioca interamente sul rilievo scultoreo, in un dialogo serrato con l’allestimento delle pietre della collezione Giusti e con le statue nel Giardino.

Infine, l’Archivio Video di Careof, è stato pensato per la piccola stanza centrale, uno spazio dedicato alla pausa e all’approfondimento al cuore dell’impianto espositivo.

Anna Franceschini, Splendid is the light in the city of night, 2013, still da video, pellicola Super8, digitalizzata, colore – muto, 4’ 16’’, Prodotto con il supporto di Istituto Italiano di Cultura di Parigi, courtesy L’Artista e Vistamare | Benedetta Spalletti, Milano – Pescara

Infine, la questione generazionale: scegliendo di operare una campionatura sui nati negli Ottanta si intende avviare un affondo critico sullo stato della ricerca attuale procedendo secondo un criterio caro alla storiografia artistica. A. Franceschini e L. Trevisani (entrambi del ‘79) fungono da anello di collegamento con la generazione precedente. Per la Franceschini è determinante la relazione dell’immagine con il supporto (in mostra alcuni lavori che ragionano sul concetto di “decorazione in movimento” e sulla dimensione cinematografica dello spazio domestico integrandosi nell’ambiente come fossero un unico organismo installativo) mentre in Physical examination (2014) di Trevisani l’attenzione si rivolge al mondo dei rettili e degli animali, e alla relazione dialettica tra opposti: ricerca teorica ed empirica, geometria e natura, organico e inorganico.

Luca Trevisani, Physical examination, 2014, still da video HD, 16:9, 2’36’’ loop, courtesy l’Artista, Pinksummer, Genova e Mehdi Chouakri, Berlino

Il percorso espositivo intercetta poi l’Archivio Video di Careof, costituitosi nel 1987 e diventato, con circa 8500 opere a oggi catalogate, uno dei più esaustivi e interessanti osservatori sulle produzioni artistiche italiane legate all’immagine in movimento. In mostra è data la possibilità di consultarne una parte grazie a un dispositivo che permette di esplorare il materiale per temi, categorie, parole chiave, diventando un’occasione di approfondimento e confronto rispetto ai lavori e alle operatività degli artisti invitati.

IL PROGRAMMA EDUCATIONAL

To be played / Educational è un apparato di appuntamenti ideato per sostenere la formazione, la ricerca e l’integrazione che si svolgerà durante tutto il periodo di esposizione (dall’11 ottobre al 22 novembre) al fine di rendere la mostra un momento partecipato e partecipativo per la vita della città, un’occasione di approfondimento e studio, un organismo vivo, capace di dialogare con le istituzioni e di aprirsi alla cittadinanza. Si indirizza a diversi pubblici: dagli addetti ai lavori, agli studenti, da chi già frequenta i circuiti dell’arte contemporanea, a chi si avvicina per la prima volta a questo mondo. Oltre a un programma di talk con gli artisti, i curatori ed esperti del settore, sono previste visite guidate che coinvolgeranno da un lato gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Verona e dell’Università degli Studi di Verona come mediatori culturali al fine di favorire una maggiore frequentazione da parte dei giovani del mondo dell’arte contemporanea, dall’altro visite in lingua in collaborazione con associazioni del territorio che si occupano di accoglienza e integrazione al fine di aprire un dialogo con il quartiere di Veronetta – dove si trova Giardino Giusti – e la popolazione multietnica che lo abita; un corso di storia della videoarte per approfondire gli aspetti storici e storico-artistici di questo medium; un workshop a conduzione di uno degli artisti in mostra specificatamente destinato agli studenti dell’Università degli Studi di Venezia e a tutti i giovani interessati ad approfondire il linguaggio del video.
Il programma dettagliato di To be played / Educational è in via di definizione.

TO BE PLAYED
Video, immagine in movimento e videoinstallazione nella generazione ottanta
Helen Dowling, Nina Fiocco, Anna Franceschini, Adelita Husni-Bey, Invernomuto, Michal Martychowiec, Elena Mazzi, Jacopo Mazzonelli, Giulio Squillacciotti, Luca Trevisani
a cura di Jessica Bianchera e Marta Ferretti

Un progetto di Urbs Picta e Giardino Giusti
In collaborazione con Careof
Nell’ambito di ArtVerona
Con il patrocinio di: Provincia di Verona, Comune di Verona, Accademia di Belle Arti di Verona

11 ottobre – 22 novembre 2019

Giardino Giusti
Via Giardino Giusti 2, Verona

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •