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TORINO | Nuova Pinacoteca Agnelli | Dal 27 maggio 2022

Intervista a LUCREZIA CALABRÒ VISCONTI di Francesca Di Giorgio

Dopo l’intervista d’anteprima a Sarah Cosulich, Direttrice della Nuova Pinacoteca Agnelli di Torino, pubblicata all’interno del numero #117 di Espoarte (leggila anche online: qui), torniamo a parlarvi di Pinacoteca questa volta attraverso lo sguardo di Lucrezia Calabrò Visconti a capo del Dipartimento Curatoriale dello spazio torinese. Siamo all’ultimo piano del Lingotto, la struttura commerciale che prende il nome dal quartiere dove, nel 1915, la neonata industria Fiat stabilì il suo nucleo di produzione di automobili sui resti dell’antico podere dei nobili Robilant e che prese il nome di Fiat Lingotto.

Sylvie Fleury, Yes to all, opening, Andrea Guermani Credit Installation view Pinacoteca Agnelli Torino

Impossibile scindere questo spazio dalla sua natura e dalla sua storia industriale, possibile se non deveroso, invece, pensare di poter raccontare ed intrecciare storie diverse su un tessuto comune. Questo perché un’istituzione culturale ha bisogno di crescere ed evolvere nel tempo insieme alla comunità a cui appartiene.
Ecco, quindi, che il dialogo tra gli spazi interni, totalmente riconfigurati – Mostre, Collezione (Lo Scrigno di Renzo Piano), La Pista 500, Casa 500, FIATCafé500e quelli esterni, con il nuovo giardino pensile realizzato da FIAT appare ai nostri occhi come un organismo in cui tutte le parti lavorano ad un obiettivo comune.
Dietro a tutto questo ci vuole visione, tanto lavoro di squadra e quella apertura al mondo dal locale al globale, in tutte le sue complessità, riassunta dalla scritta al neon “Yes to all”, opera di Sylvie Fleury che campeggia all’ingresso di una nuova e sempre più accogliente Pinacoteca Agnelli…

Ripensando all’anteprima stampa del maggio scorso ho una splendida immagine in memoria. Un Pantheon di donne per la foto finale che, a partire da Sarah Cosulich e Ginevra Elkann, rispettivamente direttrice e presidente della Pinacoteca Agnelli, racconta molto del nuovo corso di una delle istituzioni torinesi più iconiche del territorio piemontese. Partiamo da qui, dall’accento femminile, ma non certo esclusivo, dato alla nuova linea progettuale di Pinacoteca proprio in occasione del suo ventesimo anniversario…
Ciò che ci interessa a livello curatoriale è valorizzare anche sguardi diversi da quello che per così tanto tempo ha dominato, e ancora domina, ogni ambito della società – specialmente nel contesto di un luogo come il Lingotto, da sempre connotato da voci e immaginari maschili. Rispetto al team, diciamo spesso che la nuova Pinacoteca sembra l’incarnazione di uno degli slogan di Sylvie Fleury: “we don’t need balls to play” (non abbiamo bisogno di palle per giocare)! Scherzi a parte, nei mesi in cui abbiamo costruito la squadra ci siamo trovate effettivamente a selezionare, una dopo l’altra, tutte figure femminili. È stato casuale, ma l’attenzione mediatica che spesso riceve il fatto di essere un team di sole donne mi sembra un sintomo di come la presenza di tante figure femminili in posizioni di potere sia ancora vissuta come un fatto eccezionale. Effettivamente, secondo i dati più recenti, pare che ci vorranno 132 anni per chiudere il gap della disparità di genere, quindi forse non è sbagliato accelerare il passo…

Lingotto, ph. MYBOSSWASS Credit Installation view Pinacoteca Agnelli Torino

Hai all’attivo collaborazioni importanti in Italia e all’estero e con Torino hai un legame d’elezione. Penso alle tue collaborazioni con Fondazione Sandretto, Artissima, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Castello di Rivoli. Cosa porti con te di tutte queste esperienze all’interno del Dipartimento Curatoriale di Pinacoteca di cui sei alla guida? Quali sono i tuoi focus come curatrice e come entrano in relazione con il luogo?
Queste esperienze mi hanno dato la profonda convinzione che le istituzioni museali siano degli strumenti potentissimi: sono luoghi dove avvengono processi culturali e collettivi fondamentali, che possono rispecchiare, ma anche trasformare, il contesto sociale in cui vengono costruiti. Portare questo approccio in un’istituzione che si trova a Torino ha per me un valore aggiunto, che è quello di potersi relazionare con un contesto con cui ho avuto a che fare in tante occasioni. Avere come interlocutore un ecosistema e una comunità specifici mi fa pensare che possiamo davvero costruire un processo di scambio e crescita comune, con una profondità e ambizione completamente diverse da progetti spot in luoghi con cui non si ha una relazione.

Sylvie Fleury, First Spaceship on Venus 2, Ph. Credit Sebastiano Pellion di Persano Credit Installation view Pinacoteca Agnelli Torino

La valorizzazione della storia della collezione Agnelli, le mostre temporanee e i progetti di commissione/produzione per la Pista 500 e il nuovo giardino pensile sono le tre direttrici di movimento principali della nuova Pinacoteca. Mi racconti come si portano avanti e si intrecciano tutti questi piani nel vostro progetto?
Ci siamo trovate di fronte alla sfida di confrontarci con l’eredità della collezione e del Lingotto, volendo portare avanti una visione curatoriale in grado di parlare alla contemporaneità. Per questo abbiamo immaginato il museo come un motore di nuove narrazioni: un luogo che guarda al passato con gli occhi del presente. La nuova Pinacoteca tenta di raccontare storie e figure dimenticate o sottovalutate con Beyond the Collection negli spazi della collezione permanente, mentre invita artiste e artisti a riflettere insieme sulla trasformazione del Lingotto da fabbrica a nuovo luogo aperto alla comunità con il progetto di installazioni sulla Pista 500. La terza progettualità, il programma di mostre temporanee, agisce come un ponte tra la contemporaneità sulla Pista e la storia dell’arte nella collezione, invitando artiste e artisti iconici come Sylvie Fleury, la cui mostra è la più completa mai realizzata in Italia. L’idea è che le tre direttrici si incontrino in un approccio trans-storico, che a partire dalla riflessione sul luogo possa complicare la narrazione canonica sia della storia dell’arte che della storia culturale, alla luce delle esigenze della società contemporanea.

Sylvie Fleury, Turn Me On First Spaceship on Venus copia Credit Installation view Pinacoteca Agnelli Torino

Dopo le installazioni di VALIE EXPORT, Sylvie Fleury, Shilpa Gupta, Louise Lawler, Mark Leckey, Cally Spooner, già visibili sulla Pista 500 dall’opening del 26 maggio scorso, si è da poco aggiunta The Guardians, dell’artista danese Nina Beier. Cosa raccontano queste opere monumentali al pubblico? Ci sarà spazio nel prossimo futuro anche per commissioni ad artisti italiani?
Le opere della Pista si relazionano con lo spazio e con le implicazioni culturali, sociali e politiche della sua trasformazione: ad esempio riflettono sullo statuto del monumento, confrontandosi con i simboli ancora presenti negli spazi pubblici delle nostre città. Nell’installazione di Nina Beier, l’artista si misura con quella che potrebbe essere la vita dei monumenti dopo che hanno perso il ruolo che gli era stato inizialmente assegnato. In The Guardians cinque leoni monumentali, tradizionale rappresentazione dell’autorità in molte culture, vengono spogliati da questa funzione che gli è stata imposta per trovarsi sdraiati su un fianco, riportati alla loro condizione selvatica e quindi liberi di riposare.

Nina Beier, The Guardians, Ph. Credit MyBossWas, Credit Installation view Pinacoteca Agnelli Torino

È interessante che nel branco di leoni di Beier si possano riconoscere iconografie tradizionali del potere ma anche caratteristiche formali di ambiti disparati, dai film Disney ai cani Foo cinesi, perché i leoni di marmo sono il prodotto di una storia culturale lunghissima, che ha assunto nuove forme e significati nelle diverse geografie che ha attraversato nei millenni. Nel futuro ci sarà assolutamente spazio anche per artiste e artisti italiani, già a partire dal prossimo appuntamento sulla Pista.

Nina Beier , The Guardians, Ph. Credit MyBossWas Credit Installation view Pinacoteca Agnelli Torino

Pablo Picasso e Dora Maar. Un dialogo con la Fondazione Beyeler sarà in corso fino al 25 settembre mentre la monografica su Sylvie Fleury. Turn Me On accompagnerà la programmazione fino al 15 gennaio 2023. Cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo autunno? Qualche anticipazione?
Il prossimo autunno la Pista si popolerà di nuovi progetti, inaugureremo una nuova presentazione di Beyond the Collection a partire da un’altra opera della collezione permanente, e lanceremo la pubblicazione dedicata a Turn Me On di Sylvie Fleury, un progetto molto ambizioso a metà tra libro d’artista, pubblicazione museale e magazine.

Pablo Picasso and Dora Maar Credit Installation view Pinacoteca Agnelli Torino

Pinacoteca Agnelli
Lingotto
Via Nizza 230/103, Torino

Mostre in corso:

SYLVIE FLEURY Turn Me On
a cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti
27 maggio 2022 – 15 gennaio 2023

BEYOND THE COLLECTION – Collezione Giovanni e Marella Agnelli
Pablo Picasso e Dora Maar
Un dialogo con la Fondation Beyeler
a cura di Sara Cosulich, Lucrezia Calabò Visconti, Beatrice Zanelli
27 maggio – 25 settembre 2022

Info: +39 011.0925011
info@pinacoteca-agnelli.it
BIGLIETTERIA
+39 011.0925019
FIATCAFÉ500
+39 011.0925042

https://www.pinacoteca-agnelli.it/

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