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#SPECIALEMUSEI*
IL MUSEO. TRA PARTECIPAZIONE ATTIVA E NUOVE NARRAZIONI

Abbiamo voluto incontrare alcuni direttori (taluni freschi di nomina) e conservatori di alcuni dei Musei italiani di maggior spicco proprio per avere una testimonianza diretta di chi li gestisce e rappresenta all’interno della comunità. Attraverso le loro parole si evidenzia il ruolo “civico” del museo che è e deve essere oggi, ancor di più, un luogo di incontro e di partecipazione, sempre più attiva e consapevole.
La sostenibilità, l’essere legante e mezzo di mantenimento di quei legami umani fondamentali che, però, la società attuale ha lentamente iniziato a disgregare, accentuare la missione di unicità che ogni realtà ha, diventare portatore di un messaggio inclusivo e partecipativo, sono i principi generalmente condivisi ed evidenziati da tutti i direttori che, in prima linea, hanno sentito il potere aggregante e sempre innovativo che identifica il proprio museo.
Il programma dei musei del prossimo futuro incentra la propria ripartenza sulla rilettura in chiave storica delle collezioni per provare a rendere vivi “nuovi immaginari”, per condurre a “nuove narrazioni” senza tralasciare l’importanza di “colmare il vuoto di quelle mancanti”. In questo senso, ad esempio, ridare voce all’universo ampio delle donne artiste, alla responsabilità di quelle ricerche che parlano e mettono in luce la complessità della nostra contemporaneità offrendo importanti spunti di riflessione per il pubblico.
L’umanità con la pandemia ha percepito ancor più la dimensione della propria globalità vulnerabile e fragile e questo è un decisivo passaggio per riallacciare legami con culture lontane e diverse, per avvicinarsi con spirito nuovo, svincolato da logiche meramente economiche, e osservare anche il mondo “culturale” secondo un’ottica non esclusivamente frutto di vecchie supremazie e generalizzazioni europeocentriche.
In base a questi principi lo spaccato che offriamo rileva che, abbandonate ormai vecchie strategie, la nuova identità del museo in seno alla contemporaneità è di essere non solo luogo ma anche strumento di integrazione, di relazione tra le diverse comunità che formano la collettività degli uomini che vivono su un solo pianeta condiviso.


Intervista a SARAH COSULICH di Elena Inchingolo


Come centro culturale, dinamico e votato a linguaggi multidisciplinari, la Pinacoteca Agnelli aprirà al pubblico il 27 maggio 2022, seguendo una prospettiva programmatica sempre in dialogo con la collezione permanente, con nuova identità visiva e linea progettuale. Quali sono le premesse da cui ha avuto inizio questo nuovo corso, in occasione del ventesimo anniversario dell’istituzione? Qual è la sua mission, oggi?
Il nuovo corso di Pinacoteca deriva dalla volontà di proiettare l’istituzione nella contemporaneità rispettando la sua storia e l’importante Collezione Giovanni e Marella Agnelli in essa contenuta. La sfida era creare un programma espositivo che non solo coniugasse passato e presente ma si connettesse anche a tematiche ispirate dal contesto che ospita Pinacoteca: il Lingotto, la sua archeologia industriale, l’architettura e la storia che porta con sé, la fabbrica, l’immaginario dell’automobile, la velocità, il movimento. Questi sono stati i tasselli fondamentali nello sviluppo di una nuova identità per l’istituzione, un’identità che si vuole porre in modo complementare nell’importante sistema dell’arte torinese, arricchendolo con la sua specificità e la sua missione.

Pinacoteca Agnelli. Foto Mybosswas

Come si compone e come è stato selezionato il suo team di lavoro?
Pinacoteca Agnelli si è trasformata in un’istituzione che valorizza la produzione interna di mostre e progetti. In questo senso ho pensato subito di formare tre dipartimenti principali a rappresentare l’ossatura del museo e a coordinarne la maggior parte delle attività. A guidare il Dipartimento Curatoriale ho chiamato Lucrezia Calabrò Visconti con la quale avevo avuto già modo di collaborare in passato. All’interno di quel dipartimento ho affidato a Elena D’Angelo il ruolo di producer che è fondamentale per un’istituzione che punta proprio a produrre le sue mostre e commissioni site-specific. Ho scelto Beatrice Zanelli, che già collaborava con Pinacoteca, come responsabile del Dipartimento Collezione, educazione e coordinamento editoriale, ambiti in cui ha un’esperienza consolidata. Mentre Gloria Bartoli, mia insostituibile collaboratrice durante Artissima, è responsabile del Dipartimento Comunicazione e pubbliche relazioni. Le diverse figure di staff già precedentemente in Pinacoteca sono andate a inserirsi nei vari dipartimenti in base alle singole risorse e capacità. La loro esperienza è stata fondamentale per accompagnarci in questa transizione e permetterci di partire e costruire un programma in tempi brevi.

Dalla sua esperienza pluriennale nell’ambito del sistema dell’arte, quali sono secondo lei i tre concetti guida oggi imprescindibili per ottenere esiti favorevoli nella direzione progettuale?
Penso che un’istituzione dovrebbe sempre seguire una identità specifica che sia riconoscibile per il pubblico che la frequenta. È attraverso questa identità che si definiscono programma espositivo e missione. Le mostre e i progetti devono aver senso per il luogo e il contesto peculiare che le ospita, non solo in un’ottica locale ma secondo un pensiero allargato e globale, costantemente stimolato da una riflessione sui dibattiti artistici del presente. Nella costruzione di una linea progettuale è anche importante capire a quali pubblici rivolgersi e come farlo, attivando tutti gli strumenti necessari per incuriosire, far conoscere e sorprendere le diverse categorie di visitatori. I musei dovrebbero differenziarsi a livello di programma dai centri per l’arte, dagli spazi alternativi e così via, proprio affinché sia rispettato ogni volta messaggio, missione e unicità.

Pinacoteca Agnelli. Foto Mybosswas

Custodita nel cosiddetto Scrigno, progettato dall’architetto Renzo Piano, la Collezione Giovanni e Marella Agnelli, è sempre stata il fulcro attorno al quale si sono costituite le progettualità di Pinacoteca. Come si caratterizza il nuovo programma espositivo del museo? Con quale cadenza temporale si svolgeranno le attività?
Il programma di Pinacoteca Agnelli è suddiviso in tre categorie progettuali. La prima è dedicata alla Collezione Giovanni e Marella Agnelli, che rimane il fulcro del museo. In occasione del Ventennale apriremo lo spazio dello Scrigno all’inserimento temporaneo di nuove opere che andranno a relazionarsi con i 25 capolavori della collezione. Con il progetto annuale Beyond the Collection, infatti, partiremo ogni volta da un’opera diversa per costruire narrazioni alternative e raccontare nuove storie attraverso tematiche e immaginari specifici. La prima edizione di questa proposta progettuale sarà inaugurata a fine maggio e si intitolerà Pablo Picasso e Dora Maar: qui il ritratto di Picasso Homme appuyé sur une table (1915-1916) nella Collezione Giovanni e Marella Agnelli verrà posto in dialogo con i tre ritratti di Dora Maar, realizzati da Picasso e provenienti dalla Fondation Beyeler di Basilea. L’obiettivo è quello di raccontare Dora Maar, non solo come amante e musa di Picasso, ma come artista surrealista e fotografa che ha fortemente influenzato a livello intellettuale il suo compagno. Una serie di fotografie dell’artista verranno, inoltre, affiancate ai dipinti in una sala dedicata al ritratto con l’intento di svelarne letture inedite.
La seconda progettualità è invece legata alle mostre temporanee allestite nello spazio espositivo principale, al terzo piano di Pinacoteca, che da maggio 2022 a gennaio 2023 dedicheremo all’artista svizzera Sylvie Fleury, anche lei donna, pioniera e al tempo stesso importante punto di riferimento per la contemporaneità. Il suo è un linguaggio pop e seducente che affronta temi, stereotipi e simboli della società attraverso immaginari che vanno dalla moda, alla fantascienza, alle automobili e che, oltre a riferirsi alla storia dell’arte, evidenziano con ironia la predominanza di una presenza maschile e patriarcale.
La terza proposta espositiva si sviluppa sulla Pista 500, la storica pista di collaudo delle automobili della FIAT ai tempi della fabbrica. Trasformata ora da FIAT in un giardino sospeso sul tetto del Lingotto, la Pista 500 diviene attraverso i progetti artistici di Pinacoteca, una mostra all’aperto. Presenteremo opere storiche ricontestualizzate e nuove produzioni site-specific commissionate ad artisti internazionali, in dialogo con il contesto urbano.

Pista 500. Foto Mybosswas

In che modo questi interventi artistici dialogheranno con gli spazi di archeologia industriale del museo? Qual è l’obiettivo di questa proposta progettuale?
La Pista 500 offre l’opportunità unica di far scoprire l’arte anche a chi salirà sul tetto del Lingotto semplicemente per fare una passeggiata o osservare il paesaggio. Le opere si inseriranno in modo molto naturale nello spazio, attraverso installazioni di diverse tipologie (audio-video, sonore, scultoree, ambientali), che si riferiranno al percorso del visitatore e al suo modo di attraversarne la spazialità, così come al paesaggio naturale e urbano circostante. Le opere saranno interattive, inaspettate, coinvolgenti, o semplicemente incuriosiranno. Vogliamo immaginare di includere pubblici diversi e permettere loro di mettersi in gioco attraverso l’arte nell’intento che possano scoprire nuove storie e idee di “monumento” nel nostro presente.

Qual è il filo conduttore che lega le iniziative museali?
Il Lingotto, la fabbrica, l’architettura industriale, la velocità, l’automobile con tutti i suoi immaginari, lo scenario naturale e il paesaggio urbano sono elementi forti nell’intenzione che guida il programma perché definiscono il luogo in cui Pinacoteca si trova. È un luogo in cui gli immaginari maschili dominano. Rimane pensiero fondante la collezione e il patrimonio storico dell’istituzione che vogliamo attivare nella contemporaneità come strumento per comprendere il presente. Le mostre in generale faranno da ponte tra dimensioni storiche diverse, discipline e linguaggi. La programmazione sarà coerente e fluida rispetto a queste idee e suggestioni e si rivolgerà a diverse categorie di pubblico. Educazione, public programme e inclusione saranno altrettanto centrali nella nostra missione e nella possibilità di mettere in connessione tutte le attività realizzate.

In occasione del suo ventesimo anno dall’apertura, Pinacoteca Agnelli acquisisce una nuova direzione programmatica. Questo cambiamento si riscontra anche nell’identità visiva del museo; in che modo è stata pensata e cosa vuole trasmettere al pubblico?
La nostra attuale veste grafica connette la geometria e il movimento della pista con la “a” di Agnelli, minuscola, dinamica, in dialogo con il presente. L’identità grafica creata dallo studio Giga Design di Milano è una delle tante novità, insieme ai canali social e al nuovo sito che è ora online, e che rappresenta il nuovo corso ma anche il nuovo approccio di Pinacoteca. A tutte e a tutti diamo appuntamento il 27 maggio a Torino.

Sarah Cosulich, foto Alessandro Cantarini

Sarah Cosulich (Trieste, 1974) è la direttrice di Pinacoteca Agnelli a Torino per il nuovo corso dell’istituzione che inaugurerà il 27 maggio 2022. Attualmente è anche curatrice del progetto Mutina for Art a Modena/Milano. Dal 2018 al 2020 Cosulich è stata direttrice artistica della Quadriennale di Roma e ha co-curato l’esposizione Quadriennale d’Arte 2020 FUORI.
Dal 2012 al 2017 Cosulich ha diretto la fiera internazionale Artissima a Torino e successivamente ha collaborato come consulente per lo sviluppo di Manifesta 12 a Palermo. Tra il 2004 e il 2008 è stata curatrice del Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin, dopo aver lavorato come assistente curatrice di Francesco Bonami alla Biennale di Venezia del 2003.
Sarah Cosulich si è formata a Washington D.C, Berlino e Londra. Tra i suoi incarichi, progetti espositivi per gallerie e collezioni private, contributi su pubblicazioni e riviste e docenze presso istituti universitari in Italia e all’estero.

*Intervista tratta da Espoarte #117.

 

Calendario:

27 maggio – 25 settembre 2022
PABLO PICASSO E DORA MAAR
Un dialogo con la Fondazione Beyeler
A cura di Sarah Cosulich, Lucrezia Calabrò Visconti, Beatrice Zanelli

27 maggio 2022 – 15 gennaio 2023
SYLVIE FLEURY
Turn Me On
A cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti

dal 27 maggio 2022
LA PISTA 500
Un nuovo progetto artistico sul tetto del Lingotto.
Artisti: Nina Beier, VALIE EXPORT, Sylvie Fleury, Shilpa Gupta, Louise Lawler, Mark Leckey e Cally Spooner

www.pinacoteca-agnelli.it

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