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MONOPOLI (BA) | SEDI VARIE | 1-4 settembre 2022

intervista a VINCENZO DE BELLIS di Roberto Lacarbonara

La quattro giorni di Panorama Monopoli, voluta dal consorzio delle gallerie d’arte Italics, si avvia a conclusione. Vincenzo De Bellis, curatore della mostra diffusa nel centro storico della cittadina pugliese, fa il punto su un evento che ha visto migliaia di visitatori e uno straordinario consenso di critica, anche per la perfetta capacità di costruire un ponte tra i linguaggi artistici e la storia ed architettura di luoghi ai più sconosciuti o chiusi al pubblico da decenni.
Abbiamo incontrato De Bellis nella stupenda piazza Garibaldi di Monopoli, snodo centrale della rassegna, alle prese con mappe, team tecnico, artisti e galleristi di questa seconda edizione, dopo la prima nel 2021 a Procida.

Vincenzo De Bellis, curatore di Panorama Monopoli

Tiriamo le somme di Panorama Monopoli. Come è nata questa edizione e cosa ha comportato la scelta del comune pugliese, quali difficoltà, sfide e propositi?
La scelta di Monopoli è nata su mia iniziativa nell’inverno scorso. Italics era nata con l’intenzione di proporre Panorama ogni anno in un luogo diverso, ogni edizione con un nuovo curatore. L’esperienza di Procida era stata entusiasmante, ma anche estremamente impegnativa, realizzata in pochissimi mesi. Per questo il consorzio ha voluto nuovamente affidarmi il compito di pianificare una seconda edizione e ho subito voluto portare questo evento nella mia terra.

Sono luoghi che frequentavi ma che hai lasciato anni fa per la tua esperienza professionale all’estero. Cosa è cambiato?
Io sono andato via molto tempo fa dalla Puglia e conoscevo solo alcuni aspetti di questa città. In passato il centro storico di Monopoli era un luogo poco raccomandabile. E invece ho visto gli enormi cambiamenti di questi anni, anche nel vivere comune e nella percezione della gente. Così come non conoscevo moltissimi luoghi storici chiusi da tempo, che mi hanno subito stimolato a lavorare per riaprirli al pubblico.

Diego Miguel Mirabella, El asunto Miguel, 2022, Courtesy Studio SALES di Norberto Ruggeri, Roma

Quanto invece alle opere e agli artisti, come hai operato nel dialogo con le gallerie? Hai subito il loro condizionamento?
Diversamente da quello che si possa pensare, la libertà e la condivisione delle scelte in questa edizione di Panorama sono state totali. Ho lavorato esattamente come per ogni altra mostra museale, con la sola differenza – per obblighi istituzionali – di avere come primo interlocutore la galleria dell’artista. Ma immediatamente dopo la mia proposta, ho fatto un lavoro singolarmente con ogni artista, scegliendo le opere più opportune in relazione a spazi e temi, oppure decidendo insieme di proporre un nuovo intervento site specific in alcuni luoghi della città. Diversamente, sull’arte antica è stata fondamentale l’interazione con chi rappresentava l’artista.

La straordinarietà dell’evento Panorama, fa di Italics un soggetto esterno che passa, attraversa e scorre oppure è in grado di lasciare una traccia?
Panorama è un evento concentrato in un arco di tempo davvero minimo, solo quattro giorni. Eppure qualcosa accade e qualcosa resta.
Dopo l’edizione di Procida, l’isola si è subito attivata per trasformare il carcere in un contenitore museale e si sta lavorando in questa direzione.
In questo senso, Panorama può essere un attivatore, accende una luce e richiama l’attenzione, ma la responsabilità di portare avanti uno sviluppo su questi temi è direttamente collegata ai luoghi e alle persone che ci vivono.

Veduta di Panorama Monopoli. Foto: Piero Percoco e Mirko Jira. Courtesy ITALICS, le gallerie e gli artisti

Qui in Puglia, l’arrivo di Italics sembra un po’ stridere con la totale assenza di gallerie operanti durante l’anno. Cosa ne pensi? Non c’è il rischio di un’operazione – esageriamo! – esotica e coloniale?
C’è sempre il rischio di considerare un territorio come “periferico” e quindi escluso da alcuni flussi, anche economici e commerciali. Ma ci sono due possibili ipotesi di proseguimento. La prima è che le stesse gallerie di Italics conoscano i luoghi e decidano di investire, magari all’inizio con un progetto stagionale e poi, perché no, con una nuova sede della propria galleria. La seconda ipotesi – ed è quella che credo più stimolante e auspicabile – è che chi vive e opera in questo territorio ne capisca ancora di più il potenziale e possa avviare un progetto nuovo, generandolo dall’interno della comunità sociale ed economica.

Performance fotografica di Massimo Vitali all’alba del 1 settembre in Cala Portavecchia a Monopoli

Qual è il futuro prossimo di Italics?
Ti rispondo per la mia esperienza ma anche come interposta persona, ovvero come il curatore ospite di questa edizione di Panorama. L’ambizione è quella di proseguire per un totale di almeno 20 edizioni, una per ogni regione italiana: una grande sfida che speriamo si compia.
Quello che è nuovo è che per la prima volta le gallerie fanno rete tra di loro, anche prescindendo dai periodi storici. Credo che il futuro sia quello delle grandi mostre o, addirittura, di festival semi-permanenti, ovvero capaci di portare, in luoghi sempre diversi, le opere di straordinari artisti, ma anche di attivare delle piattaforme per un dialogo continuativo e per un confronto tra linguaggi e pubblici differenti. Ovviamente questo non esclude la matrice commerciale dell’operazione, ma anzi ne dà solidità e concretezza.

Per il 2023, c’è già un’ipotesi?
Sicuramente non sarò io ad occuparmene. So che al momento si vagliano più ipotesi ma credo, che da qui a un mese – anche in seguito ai tanti cambiamenti che ogni evento elettorale può portare – si arriverà a una decisione su Panorama 2023, in modo da lavorare con serenità ad una nuova edizione di successo.

Panorama Monopoli

Un progetto di Italics
A cura di Vincenzo de Bellis
Coordinamento curatoriale: Stefania Scarpini

1 – 4 settembre 2022

Sedi varie, Monopoli (BA)

Info: ITALICS Art and Landscape
www.italics.art

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