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FONDAZIONE BISCOZZI | RIMBAUD. LA COLLEZIONE | Silvana Editoriale
LECCE | Fondazione Biscozzi | Rimbaud | Dal 2 marzo 2021

Intervista a ROBERTO LACARBONARA di Matteo Galbiati

In occasione dell’apertura al pubblico, vogliamo onorare l’inaugurazione della sede espositiva della Fondazione Biscozzi | Rimbaud, che a Lecce è destinata a diventare punto di riferimento per gli approfondimenti sulla cultura artistica contemporanea tra XX e XXI secolo, intervistando Roberto Lacarbonara, curatore della monografia, edita da Silvana Editoriale, con cui si documenta e analizza l’ingente patrimonio conservato da questa grande collezione, frutto della passione, profonda ed eclettica, che ha guidato e ispirato le scelte di Luigi Biscozzi (1934-2018) e della moglie Dominique Rimbaud (1947).
Prima di scoprire – con una prossima intervista a Paolo Bolpagni, curatore della collezione – la prima mostra monografica dedicata ad Angelo Savelli (1911-1995), con Lacarbonara analizziamo il completo studio, frutto di un lavoro di ricerca attento e minuzioso, che questo volume offre come strumento di conoscenza per il pubblico fin già dall’apertura della sede espositiva:

Quando sono iniziati gli studi sistematici sulla collezione che hanno portato alla pubblicazione di questa esaustiva monografia?
La monografia nasce dalla volontà di organizzare l’intero archivio e la collezione della famiglia Biscozzi Rimbaud. Nel 2015, quando abbiamo iniziato ad incontrarci per discutere di un catalogo ragionato sulla collezione, le intenzioni erano un po’ differenti: volevamo realizzare un documento che potesse sistematizzare i vari percorsi intrapresi in oltre mezzo secolo di acquisizioni, ma si trattava di un’iniziativa del tutto privata, direi anzi un dono affettivo da parte di Dominique a Luigi, un modo per fare il punto su una bellissima storia di vita e di esperienze artistiche. Ma ben presto abbiamo capito che quel patrimonio era destinato a diventare un libro, poi una mostra, poi un museo. Insomma, dalle stanze private dei collezionisti alla dimensione pubblica: dovevamo lavorare sulla storia.

Collezione Biscozzi Rimbaud – Calzolari, Leblanc, Vermi, Turcato, Sordini, Griffa

Come sono stati organizzati i vari contributi e materiali? Cosa emerge come dato significante rispetto alla collezione?
Abbiamo tracciato le coordinate interne alla collezione, le istanze di ricerca attorno a un nucleo di interessi principali e gli apporti più distanti. La grande e approfondita sezione dell’Informale e l’articolata produzione astrattista europea ne costituiscono i fondamenti storici e stilistici: Prampolini, Magnelli, Burri, Bertini dialogano con Fautrier, Hartung, Davie, tracciando una mappa meticolosa della pittura nel secondo dopoguerra; così come attorno ad Albers o Leppien si dispiega la matrice geometrica e la propensione strutturale e spaziale che sarà propria di molti informali italiani, con Dorazio e con il gruppo Forma, e del movimento spazialista cui la collezione dedica ampia ospitalità. Da Fontana a Castellani, Bonalumi, Scheggi, Dadamaino, verso il serrato confronto con le posizioni collettive dei gruppi optical: Morellet, Mack, Aubertin, per citare alcuni autori.
Si è pertanto privilegiato un raggruppamento in grado di mostrare unità e divergenze dei caratteri estetici nel contesto europeo tra anni Quaranta e Settanta, cui si intersecano anche traiettorie poveriste e concettuali, ma sempre – aspetto direi nodale del raggruppamento – privilegiando l’indagine sulla forma e la qualità estetica del pensiero che in essa trova corpo ed espressione.

Che profilo ci dai di Luigi Biscozzi e di Dominique Rimbaud? Quale “metodo” ha animato e indirizzato le loro scelte?
Luigi e Dominique abitano e si riflettono nelle opere acquisite nel corso di una vita. Non dunque il contrario, non opere di cui semplicemente circondarsi. Nel carattere rigoroso della ricerca e degli artisti incontrati e frequentati, ma anche nel lirismo e nella fragilità lieve di autori come Licini e Melotti o Lazzari e Verdirame, riconosciamo la loro personalità complessa, la sensibilità e la profonda attenzione verso la funzione sociale dell’arte, la definizione della bellezza, l’equilibrio tra regola e invenzione.
Non ho conosciuto a fondo il dottor Biscozzi, purtroppo la sua scomparsa nel 2018 ha interrotto un dialogo che speravamo più ampio e in divenire. Ma grazie alla tenacia di Dominique Rimbaud, sia io che Paolo Bolpagni – direttore della nascente Fondazione – abbiamo cercato di tradurre i loro orientamenti in uno spazio fruibile, leggibile e condivisibile. Credo sia questo ad aver animato l’intero processo: “restituire” alla collettività la bellezza conosciuta e inseguita negli anni, come ha sottolineato Biscozzi nel suo bellissimo testo in catalogo, vero e proprio testamento sentimentale e programmatico.

Nel tuo testo parli di “articolato modello di collezionismo privato” pur connotato da “un percorso sterrato, mai lineare”. In cosa il percorso devia rispetto ad una logica precisa?
Ho scelto di intitolare il mio contributo critico con i termini “Desiderare, collezionare”, ovvero marcando il carattere di una immaginazione appassionata e sincera, elevata e ambiziosa, siderale appunto, ma anche costantemente ridefinita, deviata, rimessa in questione con l’evolversi dei linguaggi dell’arte.
L’aspetto che mi colpì subito di fronte a questo corpus di opere fu l’altissima qualità della selezione e l’attenta filologia dei raggruppamenti. Inoltre nessun’opera è soltanto una firma, una presenza indiscriminata frutto del desiderio di possesso di un pezzo d’asta. Eppure, in questo percorso strutturato, sempre lo sguardo apre verso ipotesi complementari, spesso affettive e non convenzionali, ma assolutamente organiche ad una visione coerente.

Fondazione Biscozzi | Rimbaud. La collezione, Silvana Editoriale (copertina della monografia)

La Fondazione non esporrà tutto il patrimonio simultaneamente, ma procederà sempre per sezioni tematiche, storiche o tipologiche… Si seguono gli spunti offerti dalla monografia oppure il percorso espositivo sarà articolato secondo diversi intenti?
La Fondazione esprime pienamente l’attenzione verso una ricerca storica e artistica, con un carattere didattico ben evidente nella predisposizione delle opere, degli apparati e della sala lettura con la sua magnifica biblioteca. I due piani dell’edificio in Piazzetta Baglivi, nel cuore del centro storico di Lecce, potranno ospitare la collezione permanente al piano superiore e le mostre temporanee al piano terra. Questa articolazione permette al museo di organizzare per gruppi e sezioni i contenuti della collezione, ma anche di avviare indagini specifiche, focus tematici su autori ed espressioni tangenti. La monografia e il museo seguono comuni orientamenti, naturalmente le esigenze architettoniche del luogo obbligano ad una differente articolazione dei contenuti, ma lo spirito che ha animato me e Bolpagni nel configurare questi due “contenitori” ci ha condotti a ragionamenti concordi. Siamo molto emozionati da quanto è scaturito dall’intera operazione.

Oltre al tuo saggio ci sono gli interventi di altre personalità, quali sono i loro contributi?
La monografia edita da Silvana Editoriale raduna saggi e contributi molto interessanti, non solo utili ad approfondire i temi della collezione, ma anche a percorrere i luoghi in cui Biscozzi e il museo si radicano. In apertura, il testo di Paolo Bolpagni rappresenta un punto di approdo e sintesi, focalizzandosi sulle ultime acquisizioni – De Pisis, Martini e Veronesi – e mostrando le coordinate fondamentali alla base del progetto museale. Anche Marco Tagliafierro ha attraversato lo sguardo dei collezionisti in direzione di una omogeneità delle scelte pur espresse stando “accanto alla regola”, come scrive l’autore, quasi aggirando l’idea di un centro o di un unico fulcro.
Il contributo dello scrittore Antonio Mallardi ha invece il privilegio poetico dell’esplorazione ma anche quello sapiente di una archeologia dello sguardo e dei sentimenti, maturati nei luoghi del Salento, quella “grande ragnatela, un magico disegno che contiene tutta la sua storia”.
Se il testo di avvio del volume è idealmente quello di Luigi Biscozzi, in cui si narra dei primi passi incerti e buffi sulla scena delle arti, l’ultimo testo consegnatoci, in un dialogo interrotto ma intensissimo, è quello di Dominique Rimbaud, le premesse di un “sogno-utopia” condotto accanto a Gigi ed ora prolungato oltre la vita. 

Collezione Biscozzi Rimbaud – Schifano, Zorio, Verdirame, Esposito

Rispetto alle attività di studio e conoscenza che si vuole promuovere ed esercitare, per connettere la collezione alla contemporaneità e, in un certo senso, per tenerne attivo e propositivo il tenore culturale di “agente estetico”, questa monografia pensi possa essere definitiva, oppure potrebbe contemplarsi con successive e future integrazioni e/o approfondimenti tematici?
Secondo la volontà dei collezionisti la monografia rappresenta un compendio all’intero percorso di acquisizioni, quanto meno a quello avviato insieme a partire dal 1969, data del primo acquisto: una litografia di Vespignani ed una di Attardi. Non credo ci saranno integrazioni ma non escludo che negli anni a venire la Fondazione esprima pienamente il suo potenziale attraverso la produzione di mostre monografiche di artisti contemporanei e, perché no, anche proseguendo la mission di Biscozzi e Rimbaud. Credo che Dominique intenda chiusa la fase acquisitiva, ma chissà!
Al momento si parte con una preziosa antologica dedicata ad Angelo Savelli, “maestro del bianco”, ed un primo catalogo prodotto dalla Fondazione, curato da Bolpagni ed edito da Silvana Editoriale. Sarà il primo passo compiuto in questa nuova straordinaria sede salentina: una storia da scrivere, un’audace scommessa.

Titolo: Fondazione Biscozzi | Rimbaud. La collezione

A cura di: Roberto Lacarbonara

Testi di: Roberto Lacarbonara, Luigi Biscozzi, Dominique Biscozzi Rimbaud, Paolo Bolpagni, Antonio Mallardi, Marco Tagliafierro

Anno: 2020

Pagine: 216

Prezzo: Euro 34.00

ISBN: 9788836646524

Editore: Silvana Editoriale

e

Fondazione Biscozzi | Rimbaud
Curatore Paolo Bolpagni

Dal 2 marzo 2021

Fondazione Biscozzi | Rimbaud
Piazzetta Baglivi 4, Lecce

Orari: febbraio-marzo 11.00-18.00; maggio-giugno 11.00-19.00; luglio-agosto 11.00-22.00; settembre-ottobre 11.00-19.00; novembre 11.00-18.00, chiuso il lunedì
Ingresso intero €5.00; ridotto €3.00

Info: +39 351 5039402
info@fondazionebiscozzirimbaud.it
segreteria@fondazionebiscozzirimbaud.it
www.fondazionebiscozzirimbaud.it

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