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di ILARIA ABBIENTO

Mio blu – dicevi –
mio blu.
Lo sono.
E anche più del cielo.
Ovunque tu sia
io ti circondo.

(Ghiannis Ritsos)

Per tutte le tempere d’azzurro che amo e che tingono la mia ricerca artistica che da molti anni si concentra sul mare, elemento fluido e allegorico dell’esistenza.

Era estate ed io saltavo da un gradino all’altro sulle scale che portavano alla spiaggia. D’un tratto caddi e mi ferii le ginocchia. Mi soccorse mio padre, mi prese in braccio e mi immerse nel mare. Ero molto piccola e non comprendevo bene la ragione di quel gesto. Poi lui, con dolcezza, sorrise e mi disse: “Ilaria lo sai che il mare guarisce tutte le ferite?”
Quel ricordo prezioso credo rappresenti la mia prima immersione introspettiva nel mio oceano interiore.
La sensazione che l’acqua salata sia balsamo per le ferite è ancora viva in me, da quel giorno.

Ilaria Abbiento, καρδια, 2020, mare dell’isola, stampa giclée, 60×90 cm installata in cornice artigianale dipinta a mano di bianco

Ho scelto di osservare il mare, un fil rouge turchese che unisce tutte le mie opere, emulsione liquida della mia esistenza.
Costruisco nel tempo il mio poema, un racconto poetico in capitoli della mia antologia acquatica in cui elaboro cartografie immaginarie, disegno una geografia di pensiero, traccio coordinate invisibili e nuove rotte per orientarmi, per valicare i confini, svelando, opera dopo opera, nuove formule per rimanere a galla. Un’azzurra mappatura del mio “stare al mondo”.

La dedizione verso il mare è il mio esercizio quotidiano, lo contemplo in tutte le sue tempere, dal blu cobalto all’acquamarina, come nell’opera Cartografia del mare realizzata tra il 2016-2017, che sarà esposta nuovamente a breve al Museo Pino Pascali di Polignano a Mare, un polittico di 24 elementi in cui si alternano 12 immagini marine e 12 ritagli di carta nautica del Golfo di Napoli. Un diagramma acquatico, che prende forma dalla linea di costa dei paesaggi delle mie origini, un archivio immaginario del mare e delle sue mutevoli variazioni in relazione allo spazio, al clima e ai miei stati d’animo.

Ilaria Abbiento, Teorèma Celèste, 2020, conchiglia, pellicola trasparente, stampa giclée 50×75 cm installata in cornice artigianale dipinta a mano di bianco

In seguito ho avvertito il forte desiderio di esplorare nuovi itinerari e di salpare dalle mie coste, nel mare aperto, per raggiungere le isole. Il sogno si è materializzato quando sono stata selezionata a partecipare a ben tre residenze d’artista.
Ho realizzato tre corpi di lavoro: Quaderno di un’isola, nel 2019 sull’isola dell’Asinara in Sardegna, καρδια, nel 2020 sull’isola di Capraia nell’arcipelago toscano e Aria, nel 2021 sull’isola della Corsica. Mi affascina molto il pensiero che la fatalità mi abbia portato a lavorare su tre isole molto vicine tra loro e che, nonostante le abbia raggiunte in tre momenti differenti della mia vita, il loro racconto configura il mio arcipelago interiore in cui mi sono sentita sempre un’isola nell’isola.

Ilaria Abbiento, Teorèma Celèste, 2020, carta del cielo, sale marino e telo blu oceano, stampa giclée 50×75 cm installata in cornice artigianale dipinta a mano di bianco

Oltre alle opere fotografiche la mia pratica artistica è costellata di tracce materiche, che rappresentano i frammenti delle mie traversate, di diari di viaggio e talora si ispira a testi letterari e poetici.
Soprattutto negli ultimi anni della mia ricerca mi sono dedicata a studiare installazioni, talvolta site-specific, come nel caso dell’opera Acquario, esposta nel 2021 al Porto d’arte contemporanea di Acciaroli, realizzata con la costruzione di una teca trasparente in cui “fluttuano” sospesi, come sulla superficie dell’acqua, diversi materiali che raccontano il mio percorso: una bussola, una carta nautica, un libro di poesie, le mie “pietre di mare” trasparenti, il sale marino, il mare raccolto nelle boccette di vetro, pietre vulcaniche e un oblò installato a parete, recuperato da un’imbarcazione.

Ilaria Abbiento, Acquario, 2021, particolare dei materiali di ricerca installati nella teca trasparente

Durante il periodo della pandemia, non potendo raggiungere il mare a causa delle regole restrittive imposte, ho elaborato diversi lavori recuperando materiale d’archivio come nel caso dell’opera video Marosi 48Kn 90Km/h, 2020 in mostra ora a Lodi nello spazio d’arte contemporanea Associazione 21, e costruendo Teorèma Celèste, un’opera ancora inedita dedicata a mio padre che mette in relazione il mare con le carte stellari, una “mappa del cielo” immaginaria che ho realizzato spargendo il sale marino su una tela blu oceano, insieme all’immagine di una conchiglia “protetta” da un velo trasparente come fosse immersa nell’acqua di mare.

Ilaria Abbiento

Ilaria Abbiento è un’artista visiva partenopea. Le sue opere sono state esposte in molte gallerie d’arte e musei in Italia e all’estero e molte fanno parte di collezioni pubbliche e private. Ha partecipato a diverse residenze d’artista, ha avuto molti riconoscimenti e ha esposto in fiere d’arte contemporanea. La sua ricerca, incentrata sul tema del mare, parte da una profonda immersione introspettiva volta a costruire una narrazione poetica che indaga il suo oceano interiore. L’artista utilizza prevalentemente la fotografia, ma adopera anche elementi materici in relazione alle immagini, costellate talvolta da testi poetici e letterari e crea, talvolta, installazioni site-specific. La sua indagine artistica rivela geografie di pensiero, il suo studio è un osservatorio sul mare, elemento fluido e allegorico dell’esistenza, del quale osserva movimento, mutamento, tempera e temperatura. 
Nel mare si perde continuamente per ritrovarsi. www.ilariaabbiento.com

 

Leggi qui i contributi delle artiste invitate in Open Dialogue: www.espoarte.net/tag/open-dialogue/

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