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ROMA | Nomos Value Research | 3 marzo – 30 giugno 2016

di TOMMASO EVANGELISTA

Fino a giugno la personale di Michele Giangrande Cosmic Milk, a cura di Christian Caliandro per il progetto espositivo Interzone presso gli spazi di Nomos Value Research a Roma, indaga, attraverso l’utilizzo di inedite successioni, un’idea personale di tempo e spazio. L’archetipo di un’architettura del “visivo”, ovvero di una strutturazione (dis)armonica ed emozionale del mondo, sembra caratterizzare l’intera ricerca di Giangrande nella quale si avverte l’impressione che l’ambiente possa acquisire nuovo senso dall’indagine sulle forme e che queste, in virtù di una nuova strutturazione artistica, possano veicolare significati simbolici. L’idea di ontologizzare le strutture, ovvero di mutarle in precisi canoni espressivi, è altro rispetto alla formula, ormai satura, del ready made e l’artista, pur utilizzando materiali comuni, riesce a trasformare l’oggetto attraverso interventi minimi, ripetitivi e sostitutivi, ottenendo rielaborazioni imprevedibili e inedite le quali fanno emergere l’intuizione progettuale iniziale. Se, come scrive Arienti, nelle sue opere non fa che “personalizzare il consumo” e che si sente più figlio di Warhol che di Duchamp, in Giangrande invece vi è una forte funzionalità antropologica, e il legame con una terra, quella pugliese, ricca di suggestioni e stratificazioni. Si percepisce in tutto ciò una sorta di paradosso della pittura o l’estrema riflessione sull’azione artistica per quel tentativo di creare tracce mnemoniche, trasformando l’oggetto in processo, in direzione di un’immagine multisensoriale.

Michele Giangrande - Writing Series

Michele Giangrande – Writing Series

In Writing Series, fogli A4 con livelli di frasi sovrapposte, il colore finale è determinato dal processo di fissazione, dall’uso ad oltranza di una proposizione (poetica, storica, scientifica) la quale è contenuta nell’opera ma che, in virtù della sua saturazione, diventa anche contenitore, ovvero componente cromatica e quindi messaggio. Il gesto stesso della scrittura che si spazializza e si temporalizza, come scrive giustamente Caliandro, è l’azione creativa di fondo la quale diventa azione e forma, immagine compiuta e opera aperta. Il processo della compilazione ritorna anche nel dittico che confronta due scritture sull’origine del mondo: la Genesi e il Big Bang. Le parole diventano invisibili, emerge solo il timbro cromatico quale rumore di fondo che frantuma lo spettro semantico tracciando una sintesi liquida del pensiero.

Il trittico in ottone Pillars of Creation (Time, Space, Gravity), presentando diversi processi di lavorazione, sintetizza la dimensione cromatica, il trattamento della superficie e gli archetipi veicolati dal titolo. L’opera, che si ispira alle placche commemorative poste a bordo delle sonde Pioneer, declina questa spazialità “cosmica” con modalità differenti.

Michele Giangrande riflesso in Pillars of Creation

Michele Giangrande riflesso in Pillars of Creation

Il gesto che diventa firma, invece, definisce l’ultima opera esposta la quale presenta la prima e l’ultima segnatura dell’artista, estrapolate da una serie temporale, comunicandoci il processo dell’azione attraverso il confronto tra due estremi, ovvero tra due limiti di tempo e spazio. È in fondo la constatazione della disponibilità dell’oggetto comune, la sua elezione a struttura ma in questo c’è molto poco di “pop”, come potrebbe apparire, e invece molto di arcaico, di antropologico, nel tentativo di riflettere le dinamiche stesse della costruzione.

Michele Giangrande, Cosmic Milk

Michele Giangrande, Cosmic Milk

C’è naturalmente la leggerezza e l’ironia della “cosa” che perde la sua funzione quotidiana e diventa sottile confine in tensione. Scriveva Manzoni “Senza il mito non si dà arte”; l’opera di Giangrande è profondamente connessa anche ad una precisa tensione narrativa nella quale mito e descrizione determinano un alfabeto probabile di costruzioni. Non vi è nell’artista l’eccesso del feticcio bensì la tensione di un’opera intesa quale involucro di tempo, messa in opera come dispositivo di sublimazione spaziale e cromatica.

Michele Giangrande – Cosmic Milk

a cura di Christian Caliandro

3 marzo – 30 giugno 2016

Nomos Value Research
viale Gorizia 52, Roma

Ingresso: libero

Info: +39 0694365200
www.nomosvalueresearch.it

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