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#LAPRIMAVOLTA

di GIORGIA BERGANTIN

Fermarsi alle impressioni provate/provocate dalla prima visione di un’opera d’arte. Accogliere il primo istinto e tentare di trascriverlo soffocando la necessità di addobbarlo con troppe parole.
Pacare le interpretazioni più complesse, che si potrebbero generare interrogando ripetutamente l’immagine e l’autore della stessa, a favore di una lettura rapida basata sulla personale pulsione nei confronti della specifica visione.
Qui, veloce non è sinonimo di superficiale ma di «prossimo all’impulso»: accorciando i tempi di riflessione, studio e confronto, si emancipa la spontaneità.
Questa è La Prima Volta di Giorgia Bergantin che chiede ad artist* da lei scelti di inviarle una foto di una propria opera inedita (non ancora esposta o pubblicata su cataloghi, articoli, social…) e che si consegna anche a noi, alla nostra visione, per la prima volta, attraverso i canali web e social di Espoarte, per due sabati al mese.

Di fronte a lei niente. I fiori raccolti qualche giorno prima ancora profumati, la zuppa fumante preparata quel mattino, la girandola sbiadita che ruotava al soffio del vento. I suoi occhi castani erano aperti, il suo sguardo perduto. I suoi piedi poggiavano freddi sul pavimento, il suo corpo evanescente. La sua attesa, divenuta da tempo il suo unico impegno quotidiano, era svanita. Non le restava che continuare a ricordare il volto, l’odore, la voce, di quell’uomo ora spettro della sua sepolta gioia. Prese una fotografia dal comò, sfuocata, scattata in fretta prima di un bagno al fiume. Linee aguzze delineavano il suo viso ancora giovane. Aprì un’anta dell’armadio, con il naso sfiorò il tessuto ruvido delle giacche appese. Esalavano il suo profumo di spezie orientali e di tabacco. Si distese sopra le lenzuola di flanella, ascoltò il suono del respiro affaticato. Perché è così difficile rievocare il timbro dolce ed esile udito per anni? Si assopì tentando di ripescare un ricordo sonoro ma ritrovò solamente un ritratto muto.

 


Domenico Grenci (1981), laureato in Pittura all’Accademia di Bologna nel 2007. Indaga l’animo umano varcando mondi immaginari e naturali. Il ritratto diventa dialogo aperto con il proprio io e con lo spettatore, che si immedesima e gioisce, e soffre. Rappresentato a Berlino da Galerie Martin Mertens e in Italia da Nuova Galleria Morone a Milano, nel 2021 ha esposto insieme a Giovanni Blanco alla galleria Soquadro di Ragusa con la mostra Come isole nel mare. Ha inaugurato qualche giorno fa la personale Non ancora buio, a cura di Alberto Mattia Martini, alla Nuova Galleria Morone.

https://www.domenicogrenci.it/

Leggi qui tutte le altre uscite de La Prima Volta: https://www.espoarte.net/tag/laprimavolta/

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