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#laprimavolta

Fermarsi alle impressioni provate/provocate dalla prima visione di un’opera d’arte. Accogliere il primo istinto e tentare di trascriverlo soffocando la necessità di addobbarlo con troppe parole.
Pacare le interpretazioni più complesse, che si potrebbero generare interrogando ripetutamente l’immagine e l’autore della stessa, a favore di una lettura rapida basata sulla personale pulsione nei confronti della specifica visione.
Qui, veloce non è sinonimo di superficiale ma di «prossimo all’impulso»: accorciando i tempi di riflessione, studio e confronto, si emancipa la spontaneità.

Questa è
La Prima Volta di Giorgia Bergantin che chiede ad artist* da lei scelti di inviarle una foto di una propria opera inedita (non ancora esposta o pubblicata su cataloghi, articoli, social…) e che si consegna anche a noi, alla nostra visione, per la prima volta, attraverso i canali web e social di Espoarte, per due sabati al mese.

di GIORGIA BERGANTIN

È la terra umida dopo un acquazzone. Tutti sono ancora ritirati; attendono uno squarcio nel cielo per uscire dai propri rifugi. Solo delle piccole rondini hanno già esplorato l’insidioso suolo fangoso. I loro nidi erano caduti nella poltiglia già durante il temporale, nulla si può ormai salvare ma l’ostinazione le spinge a continuare a cercare. Sono delle superstiti vagabonde. Le tracce dei loro passi scompaiono risucchiate dal terriccio bagnato: rimangono scoperte solo per poco. È quel momento che Jacopo afferra e congela.

Le rondini non hanno ancora raggiunto le loro case, sfasciate e forse ormai inutili.
Sopra a vari strati di colore chiaro, il pennello scrive la storia di un istante: il narratore è esterno, osserva la scena dall’alto e descrive quel che vede, non potendo conoscere altro al di fuori di ciò.
Le impronte delle zampe sono stretti segmenti scuri, i nidi dei grovigli di linee più sottili, sparse senz’ordine sulla superficie della tela, sulla zolla di questo luogo ignoto che pare disabitato.

 


Jacopo Naccarato, classe ’95, laureato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2021. Pittore, sculture, modifica la sua definizione al variare dei materiali che utilizza: legno, pietra, tessuto, cera ed olio. Crea spazi, piccoli e visibili solo dall’esterno (come un quadro) o aperti e fruibili (come un’installazione). Ci si sente coinvolti nel suo mondo, che spesso rimane ambiguo e quindi sconosciuto. Nel 2020 ha aperto ad Arezzo Sottofondo Studio, uno spazio di sperimentazione condiviso con altri artisti, che ospiterà una sua personale a giugno.
https://www.jacoponaccarato.com/

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