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VERONA | Studio la Città | 13 dicembre 2014 – 14 febbraio 2015
#figlidarte

Intervista a GRETA RENTO di Francesca Di Giorgio

Nella sua biografia si legge di una tradizione famigliare e di un legame con il territorio di appartenenza molto forte. Nata e cresciuta tra le Dolomiti con la sua famiglia – nonno scalpellino e papà artista (Luca Rento) – Greta Rento (1986) ha un bagaglio ricco di valori ed esperienza. Da piccola giocava tra le pietre nei cantieri del nonno e i colori dello studio di papà «All’aria aperta, circondata da una natura meravigliosa. Vedevo e ammiravo quello che il nonno riusciva a creare da un pezzo di roccia che mi pareva inanimata». Poi è arrivato il momento di rielaborare, di crescere e scoprire cosa c’era al di fuori del suo mondo. E così è partita: viaggi, esperienze, città, nuovi scenari davanti a sé. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Padova nel 2009, per un periodo vive a Londra dove frequenta la scuola Central Saint Martins dove studia design del gioiello e lavora come direttore di produzione per un marchio d’avanguardia londinese.
Rientrata in Italia da circa un anno Greta è ora al suo debutto in galleria. Lo spazio che Studio la Città le ha riservato, in contemporanea alle altre personali in corso di Hiroyuki Masuyama, Emil Lukas, Shaun Gladwell, è un’occasione per riflettere sui concetti di design, artigianato e come si ri-definiscono in base all’unicità dell’opera d’arte…

Greta Rento nel suo laboratorio a Feltre (BL)

Da poco più di un anno sei rientrata in Italia. Le esperienze che hai fatto a Londra sembrano lontane… Cosa porti con te del mondo del fashion jewel e, soprattutto, del modo di lavorare da una grande metropoli alle pendici delle Dolomiti?
Londra mi ha permesso di aprirmi al mondo, mi ha fatto crescere e imparare a sopravvivere da sola. Mi ha insegnato che se davvero credi in quello che vuoi fare, ti devi impegnare con tutta te stessa per trovare il modo di realizzarlo, devi essere veloce, devi lottare, studiare, capire, comunicare e devi correre… Nessuno lo fa per te e non ci sono scorciatoie da poter imboccare… Londra è una scuola di vita. Esperienze fortissime che porto con me ogni giorno da quando apro gli occhi tra le mie magnifiche montagne a quando li chiudo nel silenzio delle mie riflessioni. Oggi, creo oggetti che, attraverso le loro forme e colori celebrano la bellezza del quotidiano, rievocano la natura, le tradizioni e i rituali. Pezzi senza tempo, fatti per essere utilizzati, goduti ed esprimere il grande fascino che la materia, come pure il processo lungo, impegnativo e allo stesso tempo meditativo dell’opera unica fatta a mano, hanno da sempre esercitato su di me. Edizioni esclusive che dipendono dal volere della natura, dal tempo e dall’uomo che plasma sapientemente la materia, e diventa promemoria del mio cammino nel mondo.

Greta Rento nel suo laboratorio

Ci parli del luogo in cui vivi, il tuo laboratorio…
Ho costituito il mio laboratorio a Feltre, dove vivo e lavoro da due anni con mio padre e con i migliori artigiani e scalpellini, alcuni dei quali lavorano da anni a stretto contatto con la mia famiglia. Il mio studio è il luogo della verità, è il nucleo del mio lavoro di continua ricerca, di un continuo andare e venire, sperimentare e ritornare sui propri passi, lavorare per parti e ottenere risultati in modo labirintico… Il mio lavoro assomiglia alla mia vita… Il lavoro artigianale e il toccare con mano sono importantissimi. Nella produzione manuale di ogni singolo oggetto c’è così tanto della personalità dell’individuo che nessuna macchina potrebbe mai replicare.

Pietra, legno, acciaio, bronzo, cera… I materiali sono riferimenti fondamentali. 
Le mie creazioni iniziano dalla materia, l’emozione sta nella materia. Sono sempre stata attratta dallo scoprire e imparare il processo attraverso il quale manipolare i materiali per trasformarli in qualcosa di unico. Per me creare un’opera partendo dalla materia significa cogliere l’essenza dell’inesplorato, della scoperta, del viaggio. Si tratta di dar vita ad un prodotto utile per l’anima, che dia valore alla risonanza emozionale. Scoprire l’oggetto e l’opera significa scoprire un nuovo mondo e linguaggio. Cosi l’avere un pezzo senza tempo che è fatto a mano per te, diventa un’esperienza.

Greta Rento, Lucciola, 2013, pietra, acciaio, cera, 10x10x10 cm, Courtesy Studio la Città, Verona

Lucciola (2013), Forever (2014), Il mare dentro (2014). Ci racconti come sono nate queste opere e come sono arrivate a Verona da Studio la Città?
Come la solennità della roccia rimanda ad un’esistenza immobile ed eterna, così la fiamma che brucia e determina la durata della candela, è simbolo del continuo mutare per poi rigenerarsi della vita. Da questo pensiero nasce invece Lucciola, il primo candeliere che ho creato, ispirato al lavoro del nonno e alla pietra che tanto amava scolpire. Ogni sasso viene scelto accuratamente, tagliato, scolpito e lavorato a mano artigianalmente valorizzandone le caratteristiche uniche e speciali della pietra dal colore bianco perlato, formatasi 130 milioni di anni fa. La materia viene vivificata dandone forma cubica, due facce a roccia viva, le altre a taglio liscio e serico, così da mettere in stretto rapporto le forme del tempo e della natura con quelle create dall’intervento dell’uomo.
I due elementi che sostengono la candela sono in acciaio inossidabile, frutto della tecnologia e del presente, e si completano l’uno nell’altro incastonandosi perfettamente nella materia, punto d’unione tra la pietra e la cera. Il candeliere innalzato a simbolo ci porta ad una visione interiore e personale così come l’emozione, la magia ed il calore che circondano la fiamma della candela, da sempre specchio delle nostre sensazioni più profonde.

Greta Rento, 2014/2015, veduta della mostra, Studio La Città, Verona

Il mare dentro è un’opera che nasce dal ritrovamento di un unico “masso trovante” nelle montagne delle Dolomiti feltrine. Una roccia proveniente da mari che celavano l’idea delle Dolomiti 23 milioni di anni fa quando solo le prime propaggini delle Alpi costituivano la ridotta terra emersa. Materiali che si rovesciavano trasportati ed erosi da acqua e gravità e ancora nell’acqua verso profondità salate, la materia divenne roccia inscurita da minerali. Roccia nera tempestata di vita. L’ho trasformato in piccoli cubi. Essenza eterna. Dalla stessa roccia nasce Forever un candeliere che cela e racchiude in sé porzioni di mare, moltitudini di conchiglie fossili, segni tanto antichi quanto eterni della vita nel nostro pianeta. La vita immersa nella notte del tempo è da me riportata alla luce attraverso lo “spacco” della pietra, che mette in contatto un passato lontanissimo all’istante presente, il visibile e l’invisibile, l’interiore e l’esteriore: una meditazione sul tempo, sullo spazio, sul mistero della natura e sull’essere al mondo. Questo candeliere è un’entità da me divisa, creandone due indipendenti, separate ma perfettamente coincidenti, una matrice dell’altra, uniche e irripetibili, “unite” per sempre.
Storie, sperimentazioni e ricerche che porto avanti nel mio laboratorio dove un giorno è arrivata Hélène… (Hélène de Franchis, titolare della galleria Studio la Città, Verona, ndr)

Greta Rento, 2014/2015, veduta della mostra, Studio La Città, Verona

Progetti in cantiere per il 2015?
Sto lavorando ad alcuni nuovi progetti, riportando alla luce materiali incredibili, sperimentando differenti tecniche per raccontare nuove storie sul mio cammino nel mondo ma il più grande ed importante “progetto” per il 2015 sarà dare alla luce il mio bambino.

Greta Rento

13 dicembre 2014 – 14 febbraio 2015

Studio la Città
Lungadige Galtarossa 21, Verona 

Info: +39 045 597549
www.studiolacitta.it
gretarento.it

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