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GENOVA | Prisma Studio | 18 dicembre 2021 – 19 febbraio 2022 

Intervista ad ANDREA DAFFRA e PAOLA VALENTI di Matteo Galbiati

Si snoda tra storia e attualità, tra opere del passato e creazioni recenti, la mostra Landscapes of paint / Paesaggi di Pittura la personale che Prisma Studio dedica alla riflessione che Enzo Cacciola (Arenzano, Genova, 1945) dedica alla natura, alla materia, al colore. Dallo studio nella bellissima cornice di Rocca Grimalda (AL) il suo sguardo poi sopraggiunge agli orizzonti suggestivi dell’America Latina, tra Messico, Cuba, Panama, dove l’artista rigenera le proprie visioni alimentandosi delle influenze differenti alimentate da una natura diversa, capace di ristabilire quello scambio e quegli stimoli che si riverberano poi nell’assoluto della sua pittura. Una pittura che diventa senza tempo, senza spazio, senza limite, forte di un’energia e una fisicità capaci di abbracciare e coinvolgere l’empatia spirituale di ciascuno di noi. Sono paesaggi totali, imprevedibili nel risultato visivo ultimo, limite e nuova origine della nostra immaginazione.
Abbiamo accolto l’occasione per registrare la doppia, corale e congiunta, testimonianza dei curatori della mostra Andrea Daffra e Paola Valenti:

Enzo Cacciola. Landscapes of paint / Paesaggi di Pittura, veduta della mostra (Tele di Città del Messico, 1980), Prisma Studio, Genova

Si tende ad inquadrare l’opera di Enzo Cacciola nell’ambito della Pittura Analitica, eppure, come in questo caso, la sua ricerca riesce a riflettere nel colore anche un legame con la vita, la natura, le esperienze dirette. Come si legge tale aspetto in queste opere?
Bisogna tenere presente che la Pittura Analitica è un momento della ricerca artistica che si colloca negli Anni Settanta e che, terminato quel decennio, perde progressivamente la sua capacità di aggregare intorno al suo nucleo teorico artisti di formazione, ambiti culturali e provenienze geografiche diverse. Ognuno di loro prende strade autonome, portando comunque con sé le esperienze maturate in seno alla corrente.
Ecco perché nell’incontro con la natura Cacciola non realizza una “pittura di paesaggio”, bensì dei “paesaggi di pittura”: la materia, i suoi colori, le sue reazioni alle sollecitazioni ambientali e processuali, il dialogo che essa riesce a instaurare con il supporto e lo spazio circostante rimangono al centro degli interessi dell’artista, ma su di essa si innesta una sorta di componente biografica: si può dire che la materia ‘imprigiona’ le esperienze maturate dall’artista e ne conserva memoria, senza però mai cadere nel racconto o, peggio, nell’anedottica.

Un altro elemento connotante di questi lavori, realizzati anche “on the road”, è il supporto libero della tela che rende l’immagine cromatica leggera, scostandola dalla matericità e dalla fisicità del “quadro”…
In realtà anche questo è un esito che si pone in continuità con le riflessioni teoriche maturate da Cacciola in seno alla Pittura Analitica: la priorità conferita, dal punto vista sia ideativo che esecutivo, al progetto e al processo rispetto al prodotto finale (l’opera oggetto o, se si vuole, l’opera feticcio) porta Cacciola a liberare il quadro in primis dalla cornice e poi a ideare in più occasioni strutture di tubi innocenti o altri sistemi di supporto tali da permettere alle tele di affrancarsi dalla parete e di instaurare con lo spazio circostante relazioni di tipo installativo, atte ad attivare nello spettatore modalità di fruizione diverse da quelle tipicamente frontali e contemplative.

Enzo Cacciola, San Giacomo, 1980

Come raccoglie e sviluppa, in questi termini, un tema importante e assai attuale, oggi come allora, quale il rapporto con la Natura?
Il rapporto di Cacciola con la natura è un rapporto vissuto dall’interno, una vera e propria immersione nell’ambiente naturale, sia esso quello che circonda la sua casa-atelier di Rocca Grimalda, nel Basso Piemonte, o quella incontrata nei viaggi a Panama e a Cuba. Il suo rapporto con la natura è, dunque, un rapporto ‘panico’, che poi si sublima nel rigore del processo e in quella materia che, come dicevamo prima, è capace di imprigionare e custodire la memoria tanto della natura in sé – l’acqua del mare usata per bagnare il cemento appena steso sulla tela, i materiali di recupero reperiti in loco – quanto delle emozioni maturate dall’artista a contatto con essa.

Che Natura emerge allora dal pensiero di Cacciola? Cosa la connota e la definisce?
Una natura libera e incontaminata che diventa traccia di memoria.

Enzo Cacciola. Landscapes of paint / Paesaggi di Pittura, veduta della mostra (Tele di Cuba, 2017), Prisma Studio, Genova

Quali “nuovi orizzonti” guardava allora Cacciola e dove poi l’hanno condotto?
Gli ‘orizzonti’ di Cacciola sono sempre stati quelli di un costante aggiornamento dei processi, dei metodi e delle soluzioni tecniche che sorreggono, e informano, la sua prassi artistica, al fine di raggiungere, all’interno di una ricerca sorretta da punti di riferimento costanti, risultati sempre nuovi e originali. 

Che eredità leggiamo oggi, nelle sue opere recenti, di quelle riflessioni originatesi nei primi Anni ‘70?
Senza dubbio la priorità conferita alla dimensione progettuale, processuale, fisico-materica rispetto al risultato finale dell’operazione artistica: da sempre per Cacciola l’‘oggetto opera’ acquista significato e valore solo se non viene scisso da tutto ciò che ne precede e determina la nascita.

Enzo Cacciola. Landscapes of paint / Paesaggi di Pittura
a cura di Andrea Daffra, Paola Valenti

18 dicembre 2021 – 19 febbraio 2022 

Prisma Studio
Vico dei Ragazzi 14/R, Genova

Orari: da giovedì a sabato 16.00-19.00

Info: studioprismagenova@gmail.com
www.prisma-studio.org

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