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VENEZIA | 55. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia – Padiglione Santa Sede | 1 giugno – 24 novembre 2013

di MATTEO GALBIATI

Buona la prima! Sintetizziamo così, usando il gergo cinematografico, l’esito della prima partecipazione dello Stato della Città del Vaticano (nome ufficiale) alla Biennale di Venezia. Al Padiglione della Santa Sede, introdotto da una sorta di trilogia sulla Creazione di Tano Festa (1938-1988), s’incontrano, senza dubbio, tre diverse personalità e ricerche che non mancano di colpire lo sguardo del visitatore: Lawrence Carroll (1954), Josef Koudelka (1938) e Studio Azzurro (collettivo fondato nel 1982).



Artisti di fama internazionale, non necessitano certo di introduzioni approfondite o ampie descrizioni, che, guidati dalla regia di Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, coadiuvato da un autorevole comitato scientifico, hanno trovato un’inedito legame e unione, intrecciando un percorso che diventa luogo tangibile di riflessione ed emozione. Epicentro del Padiglione è il punto d’origine delle sacre scritture, dell’esistenza e della fede del credente. È la Genesi con i suoi capitoli, i quali racchiudono il senso di un racconto in cui, tema fondamentale non solo della cultura della Chiesa, l’uomo si confronta con i misteri più grandi del suo esistere: dal miracolo della vita alla speranza dopo la punizione del Diluvio, passando per la conoscenza del male e del dolore.



Creazione
, De-creazione e Nuova Umanità o Ri-creazione: le tre sezione lette rispettivamente da una video-installazione interattiva di Studio Azzurro, dalle fotografie di Koudelka che descrivono la deriva e l’afflizione del mondo e, infine, dalle trasfiguranti opere di Carroll in cui i materiali rigenerano le proprie sostanze e quindi il loro essere.
In Biennale le nazioni presentano il meglio della loro espressione artistica, ma il Vaticano – con meno di 900 abitanti, per lo più prelati – ha optato non per un nome, ma per un tema e di richiamare a “svolgerlo” gli artisti ritenuti più rispondenti. Non lo si intenda come un confronto o una gara: la Santa Sede propone un dialogo agito per immagini forti e orientate. Se la critica dei detrattori è proprio di aver puntato su nomi illustri – ma non ci è già forse capitato in ogni Biennale di incontrarne? – qui prevale l’opera e non il nome. L’opera e l’unione con le altre nell’insieme, esempio di una “moderna” committenza.



Non s’illuda lo spettatore di poter fare una classifica su chi è più o meno, su chi coinvolge o no, qui non si fanno rescissioni nè si azzardano graduatorie. Ogni momento ha una propria autonomia con il proprio artista e, allo stesso tempo, tutto si soddisfa nella visione complessiva. In questa sincronia puntuale le immagini riconsegnano la loro forza e dichiarano il loro senso. Non occorre nemmeno credere, avere fede o no, perché le interrogazioni, che questi interventi sollevano e impongono, valgono sempre e sono di tutti. Appartengono all’uomo perché universali. Proprio come universale vuole essere la missione dello stato più piccolo del mondo.
Buona la prima!

Genesi. In principio
a cura di Antonio Paolucci
commissario Gianfranco Card. Ravasi
comitato scientifico Sandro Barbagallo, Francesco Buranelli, Andrea Dall’Asta SJ, Micol Forti, Pasquale Iacobone

Artisti: Lawrence Carroll, Josef Koudelka e Studio Azzurro

1 giugno – 24 novembre

55.Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia – Padiglione Santa Sede
Sale d’Armi Nord, Arsenale, Venezia

Info: www.labiennale.org

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