VENEZIA | Palazzo Fortuny | 13 maggio – 26 novembre 2017
di MATTEO GALBIATI*
Palazzo Fortuny, con la grande mostra Intuition, chiude un lungo ciclo di mostre che, iniziato nel 2007, ha portato nella storica dimora veneziana di Mariano e Henriette Fortuny esposizioni che hanno sempre messo in dialogo le opere di maestri contemporanei (e non solo) con i suggestivi ambienti dello storico palazzo, ma anche con le contaminazioni dettate dal raffronto dell’arte del passato.
Chi conosce questo luogo sa bene come gli ambienti del Fortuny rendano al contempo estremamente difficile l’allestimento di una mostra – abituati come siamo al classico white cube asettico – e pure particolarmente stimolante per la dimensione “domestica” di un luogo a tal punto denso di storie e di oggetti da sembrare ancora abitato da presenze che lo vivono e lo modificano quotidianamente.
In questo decennio la collaborazione tra la direttrice dello spazio veneziano Daniela Ferretti e il collezionista ed imprenditore Axel Vervoordt ci ha sempre stupito con progetti di altissimo livello e curatissimi in ogni dettaglio, il cui indirizzo interpretativo e tematico ha, senza dubbi e riserve, colpito per la loro precisione ed efficacia. Anche questo sesto ed ultimo capitolo – dopo Artempo (2007), In-finitum (2009), TRA (2011), Tàpies. Lo sguardo dell’artista (2013) e Proportio (2015) – non delude lo spettatore, anzi lo rigenera stimolandolo in un viaggio illuminante nel mondo dell’“intuizione”, la radice vera di ogni pensiero, artistico e non.
Intuition dissemina opere che, dalla preistoria al presente, identificano il senso e l’influenza che l’intuizione ha esercitato sulla “mente artistica” dell’uomo in parti differenti del mondo, testimoniando come l’atto creativo sia un artificio che vive nel profondo dell’animo umano, smuovendo pensieri e idee in ogni latitudine culturale e in ogni coordinata temporale, a dimostrazione di come, il desiderio di “espressione” con il mezzo dell’arte sia un’esigenza in noi quasi innata.
I dieci anni si chiudono con una mostra che rinnova e rinsalda il patto con questa location d’eccezione: le sue affascinanti e conturbanti stanze sono lo scrigno che, per la caratterizzazione forte della personalità e per l’unicità assoluta del suo fascino, ospita una nuova ampia carrellata di nomi che basterebbero a riempire un manuale di storia dell’arte. Le opere selezionate e suddivise con abile regia guidano nell’esplorazione di un “sentimento” – l’intuizione – che muove lo spirito ad agire sempre in modo peculiare. Tecniche, materiali, ricerche, gusti e tendenze si articolano in successioni ed accostamenti che trascinano lo sguardo, il cui desiderio si perde in ogni angolo di questa incantevole dimora.
L’ultimo capitolo conclude un ciclo predestinato a segnare la storia espositiva veneziana facendo riflettere – quasi fosse una sorta di lascito per il futuro – proprio sul potere intuitivo della creazione, fattore questo che non ha mai fine nel tempo.
Dopo dieci anni, quindi, il Fortuny chiude in bellezza, lasciandoci però in sospeso con l’interrogativo su cosa si potrà ammirare nelle sue sale, data l’incisività di questa ingombrante eredità culturale, in occasione della Biennale targata 2019.
*[da Espoarte 97 – Speciale Biennale]
Intuition
a cura di Daniela Ferretti e Axel Vervoordt
co-curata da Dario Dalla Lana, Davide Daninos e Anne-Sophie Dusselier
in collaborazione con Fondazione Musei Civici di Venezia e Axel & May Vervoordt Foundation
13 maggio – 26 novembre 2017
Palazzo Fortuny
San Marco 3958 San Beneto