Espoarte Contemporary Art Magazine li aveva già incontrati sul numero 61 (ottobre-novembre) nel I capitolo di Dstreet, una ricognizione contemporanea tra graffiti-writing e urban art… Oggi li ritroviamo in galleria da Magazzini criminali alle prese con un nuovo progetto, che incuriosisce per il suo essere una vera e propria cronistoria dei trasferimenti di un’opera d’arte, dei suoi cambiamenti di senso e valore acquistati anche solo grazie all’essere esposta in luoghi differenti.
Di solito un’opera ha itinerari classici: dallo studio dell’artista, al gallerista, al collezionista passando per fiere ed eventi d’arte ma Dado&Stefy ci ricordano che spesso può anche essere qualcosa in più…
Il muretto del reato potrebbe essere un ottimo titolo per un romanzo noir, ambientato, tra l’altro, negli spazi altrettanto eloquenti di magazzini criminali. In un certo senso il racconto c’entra e il protagonista è un muro-scultura… Quando e come è nato muretto?
Il nostro “muretto” e’ nato nel 2008 in occasione della mostra Scala Mercalli curata da Gianluca Marziani ed e’ stato quindi esposto per la prima volta all’Auditorium della Musica a Roma. Al termine della mostra abbiamo trasferito il nostro muretto al centro di una rotonda spartitraffico bolognese proprio sotto ai palazzi della Fiera, con un’azione documentata da un video su YouTube.
Erano le h 20. Per 6 mesi il nostro muretto ha vissuto indisturbato nella rotonda, poi, lo abbiamo tolto e tenuto nascosto per altri 6 mesi.
Sabato 5 dicembre entrera’ nella galleria Magazzini Criminali di Sassuolo svelando tutta la sua storia. Oltre alla scultura ci saranno le foto e il video a documentazione del suo “percorso”.
Dado seduto sul muretto. Spartitraffico, zona Bologna fiera
Muretto è un vero e proprio esempio del modo di operare di Dado & Stefy: affinate tecniche di writing unite ad una ricerca che esonda dagli argini imposti per diventare un’esperienza unica e totalizzante…
L’opera e’ un’ulteriore step della nostra ricerca sulla scrittura come forma (dalle lettere di un graffito dipinto al bassorilievo del graffito che esce dalla parete, al complemento di arredo formato dall’intreccio di lettere alla struttura architettonica formata da lettere).
Si tratta di un graffito combo style di Dado che si fa forma tridimensionale al punto di essere, esso stesso, struttura portante di un muretto. Il suo aspetto e’ quello coloratissimo e giocoso del graffito al quale e’ ancora legato, ma potrebbe essere di mattoni o cemento il suo prossimo sviluppo.
Dado guarda la citta’ composta da forme geometriche che compongono le lettere del suo nome. Stefy inventa giochi nuovi da realizzare. La citta’ e’ lo sfondo del videogame.
Il muro è quanto di più solido si possa immaginare ma il vostro è un muro nomade che sembra in cerca di una “casa”, l’ha trovata? Dal museo, alla strada, dalla galleria… e poi?
La nostra decisione, in accordo con l’Assessore alla Cultura Cuoghi, e’ che, al termine della mostra, il muretto venga donato al Parco Amico del quartiere Braida di Sassuolo e quella dovra’ essere la sua casa.
Perché avete scelto proprio quel quartiere?
Nel 2007, abbiamo progettato e realizzato un negozio: Angelina heart made a Sassuolo. Abbiamo vissuto circa 3 mesi nella cittadina modenese. Abbiamo presto scoperto che la casa che avevamo affittato era nel cuore del quartiere ghetto di Sassuolo: Braida, quartiere composto al 90% da cittadini stranieri. Ci siamo subito innamorati del posto, della gentilezza e del cuore dei suoi abitanti e della vivacita’ incredibile di Gerod e tutti gli altri bambini che venivano a giocare nel nostro giardino. Noi siamo di Bologna, citta’ esterofila, citta’ che vuole bene ai suoi cittadini stranieri. Eravamo bambini negli anni ’80, siamo cresciuti con We are the world e tutto quello che abbiamo sempre dato per ovvio è naturale. A Sassuolo abbiamo visto per la prima volta il razzismo e ancora non riusciamo a superare questo trauma. Appesi per le strade, cartelli scritti dalla cittadinanza contro i cittadini stranieri di Braida. Lo stesso Comune non effettua a Braida il normale servizio di pulizia stradale, che effettua nel resto di Sassuolo (eppure Braida e’ attaccata al centro storico), gli stranieri di Braida maltrattati e umiliati continuano a vivere e lavorare la’, anche i loro bellissimi bambini continuano a giocare e crescere in una cittadina che li odia e tutto questo ci ha fatto soffrire cosi’ tanto che non sapevamo cosa fare. Allora abbiamo preso le nostre t-shirt Dado&Stefy che sono state alla performance della Biennale di Venezia del 2007, alla Byblos art gallery di Verona e su Glamour e le abbiamo regalate a tutti i bambini di Braida proprio mentre erano nelle vetrine del negozio piu’ costoso di Sassuolo.
Un vero e proprio dono…
Il dono è per i bambini di Braida perche’ ha sembianze di un grosso giocattolo, perche’ un graffito in un ghetto si sente vicino alle sue origini e poi c’e’ bisogno di colore e bellezza proprio nei ghetti, anzi, ghetti e zone degradate non dovrebbero esistere.
Ma soprattutto perche’ questo muretto e’ il simbolo che una nostra azione, anche piccola, puo’ cambiare le cose. Da opera d’arte ad atto vandalico a dono, quest’opera e’ stata tante cose e potrebbe esserne tante ancora. Come simbolo e augurio a questi bambini che le cose si possono cambiare sempre. Purtroppo siamo solo due artisti, quello che possiamo fare, per ora, e’ solo una cavolo di scultura ma vorremmo fare di piu’…
La mostra in breve:
Il muro del reato
installazione di Dado&Stefy
a cura di Luiza Samanda Turrini
Magazzini criminali (associazione culturale)
Piazzale Gazzadi 4, Sassuolo (MO)
orario di apertura: sabato e domenica dalle 16 alle 19
Info: +39 392 4811485
5 dicembre 2009 – 6 gennaio 2010
Inaugurazione sabato 5 dicembre ore 17.30