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Vorno, Capannori (LU) | Tenuta Dello Scompiglio | settembre 2018 – dicembre 2019

Intervista ad ANGEL MOYA GARCIA di Lucia Longhi

Angel Moya Garcia

Il 15 settembre la Tenuta dello Scompiglio ha inaugurato il progetto Della morte e del morire, un programma di mostre, performance, concerti, workshops, residenze e incontri organizzato dall’Associazione Culturale Dello Scompiglio. Il fil rouge del progetto è il tema della morte, che viene rappresentato e indagato in ogni suo aspetto e implicazione, in relazione a diversi contesti: celebrativo-rituale, ideologico e socio-politico. Il lancio della programmazione è stato affidato a tre dei progetti vincitori del bando: Gli Impresari, Christian Fogarolli e Alejandro Gómez de Tuddo hanno interpretato il tema secondo un approccio che li accomuna, quello della ricerca d’archivio e del recupero della memoria. Ne abbiamo parlato Angel Moya Garcia, Co-Direttore per le Arti Visive della Tenuta Dello Scompiglio.

Innanzitutto, da dove ha origine la scelta di questo tema, elemento guida della programmazione annuale da settembre 2018 fino a dicembre 2019?
L’idea è nata dalla direttrice artistica dell’Associazione Culturale Dello Scompiglio, Cecilia Bertoni, che ha voluto dedicare la programmazione a un argomento che, in fin dei conti, è sempre stato elemento centrale nella storia dell’arte, nella letteratura, nella musica e in ogni ambito culturale e sociale dell’essere umano.

Christian Fogarolli, Krajany. Courtesy artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio

Il tema della morte, in ambito culturale, politico e personale, sta sempre in equilibrio tra il tabù e la speculazione. Qual è oggi la strategia giusta per indagare questo tema in modo delicato, intelligente e originale?
Bisogna essere molto cauti quando si parla della morte, soprattutto nell’ambito della dimensione socio-politica. Il rischio e l’errore sono quelli di voler seguire le mode, raccontare i fatti di cronaca e narrare solo in modo documentaristico le vicende che si sono incrementate negli ultimi anni. La realtà stessa ci parla quotidianamente e lo fa con una veemenza inaudita. L’unica strategia, a mio avviso, è quella di invitare gli artisti a rapportarsi con la morte da un punto di vista poetico e soggettivo che, inevitabilmente, non può fare a meno del contesto attuale che stiamo vivendo. Gli Impresari, Christian Fogarolli e Alejandro Gòmez de Tuddo hanno inaugurato la stagione espositiva. Le loro pratiche hanno in comune alcuni aspetti: la ricerca fatta con modalità scientifiche, l’indagine dentro archivi dimenticati, il recupero di immagini, strumenti e infomazioni del passato che rischiano di perdersi. Sono tre lavori che scavano con intelligenza dentro memorie specifiche e personali, eppure universali.

Puoi approfondire quelli che sono per te gli aspetti più interessanti dei loro lavori?
Le tre mostre che hanno inaugurato il progetto Della morte e del morire hanno alcuni aspetti in comune, ma sono differenti in quanto ognuna ha delle evidenti specificità per quanto riguarda il proprio rapporto con la morte. Alejandro Gómez de Tuddo è un artista ossessionato dai cimiteri e ha realizzato Columbarium, una sorta di panoramica del ritratto funerario contemporaneo attraverso un’installazione ambientale realizzata con il materiale raccolto in oltre 700 cimiteri di tutto il mondo. Christian Fogarolli ha realizzato un’installazione di carattere archeologico e archivistico. Il progetto Krajany prende in oggetto l’ospedale psichiatrico di Bohnice a Praga e l’annessa zona cimiteriale poco distante da essa in cui venivano sepolte le persone decedute all’interno della struttura: malati di mente, ma anche soldati della Prima Guerra Mondiale e persone che si sono suicidate nella vicina struttura. Infine, Gli impresari hanno lavorato sugli aspetti enigmatici e ambigui della morte attraverso l’utilizzo di alcune lanterne magiche come strumento narrativo e affabulatorio. Il loro lavoro è partito dall’invito a oltre quaranta artisti di creare un proprio lavoro in relazione al Trionfo della Morte, affresco staccato e conservato nella Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo.

Gli Impresari, Il lanternista. Courtesy artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio

Il programma prevede anche incontri scientifici. Come sono stati selezionati? Ci degli aspetti in particolare che volete approfondire con essi, e come dialogano con la parte artistica del programma?
La scelta e la divisione degli interventi scientifici è stata legata ai tre ambiti di riferimenti con cui abbiamo preparato la programmazione culturale: dimensione celebrativa, dimensione ideologica e dimensione socio-politica della morte. All’interno di ognuno di questi blocchi, l’intento è quello di approfondire, attraverso esperti accademici, alcuni dei punti nodali dell’argomento. In particolare modo, abbiamo concluso a fine settembre il primo blocco, quello sugli aspetti celebrativi della morte in cui abbiamo avuto come ospiti Desiderio Vaquerizo, professore ordinario di archeologia dell’Università di Cordova (Spagna), Fiorinda Li Vigni, Segretario generale Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli e Luigigiovanni Quarta, PhD in Antropologia presso l’Università di Pisa. Tre prospettive completamente diverse, ma inevitabilmente intrecciate, di come i nostri antenati hanno reagito al lutto e di come hanno celebrato i funerali. Il prossimo blocco di incontri, previsto per i primi di dicembre, vedrà invece gli interventi di alcuni teorici delle religioni per analizzare le possibilità e le ideologie relative a una possibile vita dopo la morte, mentre l’ultimo blocco, previsto per la primavera, analizzerà gli aspetto socio-politici della morte.

 

Della Morte e del morire

Programma settembre 2018 – dicembre 2019

Tenuta Dello Scompiglio
via di Vorno 67/B Vorno, Capannori (LU)

Info: Associazione +39 0583 971475
SPE +39 0583 971125
info.ac@delloscompiglio.org

www.delloscompiglio.org
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