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INTERVISTA A MARCO PALETTA DI LEONARDO REGANO 

Ospite del nuovo appuntamento di #CloseUp è Marco Paletta, imprenditore edile di origini toscane che da qualche anno si è avvicinato con sempre più interesse al mondo dell’arte contemporanea. Nella sua collezione, opere di artisti storicizzati si alternano a quelle dei giovani emergenti, mostrando una capacità di dialogo tra linguaggi e media diversi. Dalla scultura, alla pittura, all’installazione fino alla performance e i nuovi media, Marco Paletta ha creato una collezione in grado di raccontare l’oggi, riunendo opere di Francis Alÿs, Renata Boero, Luca Bertolo, Giulia Cenci, Pamela Diamante, Marcos Avila Forero, Chiara Fumai, Haris Epaminonda, Rodrigo Hernandez, Benedikt Hipp, Esther Kläs, Teresa Margolles, David Rickard, Torbjørn Rødland.

Marco Paletta. Sullo sfondo: dittico fotografico Senza titolo di Pamela Diamante

La mia prima curiosità è in merito alle motivazioni che ti hanno spinto verso l’arte contemporanea. Com’è nata la passione e la scelta di dare vita a una vera e propria collezione?
In realtà una decina di anni fa ho iniziato a seguire la mia compagna nella sua attività di gallerista tra mostre, vernissage, fiere, etc.. avvicinandomi quindi all’Arte Contemporanea da neofita. La curiosità e la necessità di approcciarmi ad un mondo “fantastico”, diametralmente opposto al mio mondo lavorativo fatto di numeri e concretezza, sono stati gli elementi che mi hanno spinto ad addentrarmi in questo contesto. Provenendo da una formazione tecnica, le prime opere che ho acquistato sono accomunate da una forte componente fisica, dinamica, tecnologica poiché sviluppano temi a me noti. Poi la ricerca mi ha portato ad espandere la mia collezione con opere di artisti già affermati, altri su cui scommettere e molti giovani. Una cosa che mi piace fare è cercare di far dialogare le opere per dare un’identità alla collezione.

Pamela Diamante, Senza Titolo, 2016, dittico fotografico, 50×80 cm

Credi ci sia una prevalenza di media nella tua collezione?
No, non ho preferenze di media; in collezione ho pittura, fotografia, installazioni e video.

Scorrendo i nomi degli artisti, mi sembra di aver colto nella tua collezione una presenza abbastanza rilevante di artiste donne. C’è una preferenza per il femminile nell’arte?
Francamente non ci avevo fatto caso, ma è così… pura casualità.

Quali sono le opere che ritieni più importanti nella tua collezione?
Affezionandomi alle opere stesse, per me sono tutte importanti indipendentemente dal valore di mercato.

Luca Bertolo, Il buon futuro di una volta, 2011, olio e acrilico su tela, 105×150 cm

E quali sono invece gli acquisti “sbagliati”?
Gli acquisti sbagliati sono quelli che mi hanno fatto crescere e prendere consapevolezza di cosa cercavo per cui non li definirei affatto sbagliati, ma utili.

Il tuo prossimo acquisto?
Ho una lunga lista dei desideri che include sia giovani artisti che artisti più quotati, ancora sono indeciso sul prossimo.

Credi ci sia un diverso modo di approccio al mercato tra generazioni di collezionisti? 
Ritengo che nonostante il mercato sia sempre compresso fra le maglie della burocrazia, la nuova generazione di collezionisti abbia la capacità di divincolarsi con maggiore sfrontatezza rispetto alle precedenti generazioni.

Marcos Avila Forero, From the montains, 2017, fotografia, 100×140 cm

Quanto è importate il confronto con altri collezionisti nelle tue scelte?
Si colleziona per appagamento personale e per sana competizione quindi il confronto con gli altri collezionisti è fondamentale, sia per lo scambio di idee ed opinioni, sia per carpire verità e pettegolezzi. Proprio per questo faccio parte di due Associazioni di Collezionisti (www.artcollective.club e www.collectionofcollections.org ) che, con scopi diversi, sono accomunati dalla voglia di condivisione ed aggregazione.

Gabriella Ciancimino, Liberty Fleurs, 2013, installazione

Hai delle gallerie di riferimento? 
Le gallerie italiane di riferimento sono, pensando alle storiche, Massimo Minini e Continua, mentre tra le giovani Gilda Lavia e UNA Galleria; tra le gallerie straniere sicuramente Peter Kilchmann di Zurigo, ADN di Barcellona e Chert Lüdde di Berlino.

Ha mai comprato in asta, e cosa? Quali aste segui?
Non sono un assiduo frequentatore di aste, difatti ho acquistato una sola opera.

Dal tuo punto di vista, considerando anche la recente esperienza di Art Basel, in che direzione sta andando il mercato dell’arte?
A mio avviso il mercato sta rispondendo alla richiesta di freschezza e di rinnovamento del collezionismo nel post-pandemia.

Parliamo di NFT. Cosa pensi: nuova opportunità o azzardo?
Non riesco ad accostare il mondo degli NFT a quello dell’Arte, per quel che se ne dica; credo fermamente che sia una grande bolla di sapone.

Haris Epaminonda, N.VI, 2018, installazione, 141,2×170 cm

Un artista su cui puntare oggi?
Punterei su tutti gli artisti presenti nella mia collezione, ovviamente.

Quali sono le tue impressioni sull’ultima Biennale?
Nel complesso sicuramente buone; ho visto delle installazioni molto valide, curate ed articolate, nonostante alcune altre mi siano sembrate volutamente scarne, scontate o già vissute. Personalmente ho apprezzato molto il Padiglione del Belgio e mi ha piacevolmente colpito quello della Francia.

Dal suo punto di vista, quali sono le condizioni della scena artistica italiana?
È ormai noto che il mercato italiano non riesce a “spingere” i propri artisti all’estero senza l’intervento delle gallerie straniere che li posizionino nei propri mercati. Accade però che diversi artisti stranieri, di livello discutibile, riescono a sovrastare la scena artistica italiana. Credo che, sia i collezionisti che le gallerie italiane, dovrebbero puntare di più sui nostri bravi artisti.

Francis Alÿs, camgun #85, 2008, scultura, 36,5×66,5 cm

Un consiglio per un giovane artista e uno per chi si avvicina per la prima volta al collezionismo.
Il consiglio che posso dare ad un giovane artista è quello di continuare nella propria ricerca e di non farsi influenzare dalle logiche economiche. Credo inoltre che sia importante affidarsi ad una galleria, responsabile ed ambiziosa, che supporti l’artista nell’organizzazione e nella gestione dell’aspetto economico, in modo tale che possa dedicarsi alla sola produzione delle opere. Invece, a chi si avvicina per la prima volta al collezionismo, gli raccomanderei di lasciarsi trasportare dalle emozioni senza nessun timore. L’acquisto dei primi pezzi, la dedizione allo studio e qualche amico collezionista a cui affiancarsi, fanno crescere il proprio bagaglio personale ed una volta partiti il gioco diventa sempre più emozionante.

CloseUp è un appuntamento mensile con il collezionismo, a cura di Leonardo Regano, realizzato in collaborazione con Art Defender.

Leggi gli altri episodi di #CloseUp: www.espoarte.net/tag/closeup/

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