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GALLARATE (VA) | Museo MA*GA | 26 febbraio – 8 maggio 2022

di MATTEO GALBIATI

Luce e spazio sono le due componenti essenziali con cui attivare la dinamica di senso delle opere che compongono Melancholia, la personale che vede protagonista Chiara Dynys al Museo MA*GA di Gallarate (VA). Attraverso la suggestione del fattore luminoso, di quello specchiante e della loro capacità di determinare l’ambiente e la sua percezione, i lavori qui presenti si attivano, infatti, nell’inconfondibile fenomenologia che connota la poetica dell’artista e, cercando e insistendo sul “fattore anomalo e disorientante”, si propongono come fossero una soglia aperta su un tempo diverso e altro rispetto a quello della realtà.

Chiara Dynys. Melancholia, veduta della mostra, Museo MA*GA, Gallarate (VA)

Questi dispositivi visivi, esito finale di un processo di definizione attento e meticoloso che somma l’uso di materiali assai diversi relazionati da Dynys secondo un’alchimia peculiare, sono allora luogo fisico dell’immaginazione, presenza di un altrove metafisico che abilitano impensabili passaggi, altre scoperte in un’esclusiva e lirica deflagrazione di quel nostro vedere dato sempre per certo. La messa in discussione della realtà percepita, immaginata, evocata e persino assimilata alla finzione stessa, si appropria di un codice espressivo singolare che predispone le opere ad essere vere e proprie metafore visive in grado di rivolgersi in altro modo alla verità della nostra esistenza sensibile.
I racconti filmici, che Dynys ha definito nelle 20 opere inedite di diversa tipologia composte per questa mostra, si generano sempre dall’esperienza e dal vissuto dell’artista, dalla memoria dei suoi viaggi in diverse parti del mondo che si raccolgono “cinematograficamente” in un’estesa testimonianza non documentale, ma generativa nel senso di una nuova narrativa condivisa e aperta a chi osserva.

Chiara Dynys. Melancholia, veduta della mostra (dettaglio), Museo MA*GA, Gallarate (VA)

Questo modo di procedere, la sensibilità nel cogliere certe immagini, il ricorso al ricordo e alla suggestione, la teatralità antica e cólta del pathos sentito, dichiarano l’amore e la passione di Dynys per il cinema, ma potremmo già definirla una vera e propria cultura cinematografica: avviata a questa passione dalla madre (cui è dedicata la mostra), l’artista non può fare a meno di evocare l’atmosfera dei capolavori di certi registi amati da tutti e patrimonio della cultura umana come Roberto Rossellini, Lars Von Trier, Jane Campion o Federico Fellini. Si sente e si respira questa conoscenza del grande cinema che Dynys, senza mai essere direttamente citazionista, dissemina e stempera nelle sue immagini e nelle evocazioni che queste generano le quali, comunque, come si diceva, già appartengono alla sensibilità e al bagaglio culturale del visitatore e non solo all’immaginario filmico dell’artista. Esempio di immersiva e detonante grazia, straniante e ammaliante, silenziosamente indefinita nelle proprie coordinate di verità, è l’affascinante video che – certamente l’opera più palesemente “cinematografica” – illustra efficacemente la bellezza imponderabile dell’aurora boreale. In questo caso la sfuggente luce, che vibra in cromatismi inattesi, rapisce lo sguardo rendendoci protagonisti di una favola reale.

Chiara Dynys, Merry Liseberg Parade, 2021, dettaglio, cornice in metacrilato, plexiglas colorato, luce led, stampa fotografica su plexiglas, legno, alluminio

Condividiamo perfettamente il pensiero che Alessandro Castiglioni, curatore della mostra, fa dell’esperienza di questo progetto, intendendolo come un meccanismo che è in grado di offrire una lettura “labirintica” del lavoro di Dynys e delle infinite sfaccettature che sa produrre: passare in rassegna le opere esposte significa vivere nei luoghi da lei “costruiti” come spazi di ritrovo e incontro, di condivisione e scoperta se siamo capaci di farci sorprendere dall’inattesa imprevedibilità della visione, delle sue trame che diventano infinite negli occhi dell’altro.
In occasione di questa mostra, a sottolineare lo stretto rapporto che lega l’artista alla città – Dynys ha partecipato nel 1989 e nel 1995 alle mostre Premio Gallarate e nel 2004 è stata tra i vincitori con l’opera Tutto/Niente, ora nella collezione permanente del museo – negli spazi della biblioteca dell’Hub degli Istituti Culturali della Città di Gallarate (HIC) è presente l’installazione permanente Enlightening Books, donata al museo grazie a WEM, Empowering Art Platform, piattaforma che promuove innovativamente nuove forme di diffusione e sostegno delle arti visive contemporanee.
Si segnala, infine, che la mostra è accompagnata dalla monografia Chiara Dynys and the Filmic Imaginary, edita da Skira, un prezioso e utile strumento critico per approfondire i contenuti espressi da questi cicli di lavori.

Chiara Dynys. Melancholia
a cura Alessandro Castiglioni

26 febbraio – 8 maggio 2022

Museo MA*GA
via E. De Magri 1, Gallarate (VA)

Orari: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì 10.00-18.00; sabato e domenica 11.00-19.00; aperture speciali Pasqua (17 aprile) 11.00-19.00, 1° maggio 11.00-19.00
Ingresso intero €6.00; ridotto €4.00; Il biglietto consente la visita a tutte le mostre in corso
L’ingresso al MA*GA è consentito esclusivamente ai soggetti in possesso del Certificato Verde Rafforzato.

Info: +39 0331 706011
info@museomaga.it
www.museomaga.it

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