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BILBAO (SPAGNA) | Museo Guggenheim Bilbao | Fino al 10 settembre 2023

di MATTEO GALBIATI

È un’operazione di reciproca sintesi, di vicendevole integrazione, di possibilità che provano a completarsi per cercare qualcosa che va oltre la verità della realtà, in questo modo e secondo queste coordinate Lynette Yiadom-Boakye (Londra, 1977) lavora mettendo in parallelo sia l’attività di scrittrice che quella di pittrice. Due linguaggi utili per dare all’immaginazione una possibilità di traduzione pratica e concreta e, nel suo caso, come si diceva, di avere modo di ampliarsi e ultimarsi una nell’altra.

Lynette Yiadom-Boakye. Ningún ocaso tan intenso, Museo Guggenheim, Bilbao, 2023 © Lynette Yiadom-Boakye, Guggenheim Bilbao Museoa, 2023

Lei stessa ha voluto sottolinearlo ripetendoci un suo pensiero ricorrente: “Scrivo su ciò che non posso dipingere e dipingo ciò che non posso scrivere”. Qui sta la chiave di accesso per la dimensione mentale e concettuale in cui si cala tutto l’intenso repertorio iconografico dell’artista che – tra le figure più apprezzate e talentuose della sua generazione, le sue esperienze espositive vantano partecipazioni e presenze nelle maggiori istituzioni, pubbliche e private internazionali – abbiamo avuto modo di apprezzare nella grande personale Nessun crepuscolo è troppo potente (Ningún ocaso tan intenso) che le ha dedicato il Museo Guggenheim di Bilbao.
Partendo dai suoi soggetti si rileva che, non certo per rivendicazioni etniche o ideologico-politico, ma semplicemente statuto di appartenenza (l’artista è nata a Londra da genitori ghanesi), ritraggono esclusivamente “neri”, dipinti con quella stessa prossimità degli artisti europei che, nella storia, hanno dipinto con spontanea naturalezza “i bianchi”. Tale esclusività di soggetto, quindi, pur essendo elemento in lei connotante, non è fondamentale né per la qualità della pittura, né per i suoi contenuti, validi per chiunque senza esclusivismi di sorta. Quello che, di questi individui, pesa al nostro sguardo è il loro essere in posa, l’essere messi nella condizione di venire ritratti attraverso la pittura immersi in un conteso indefinito e indefinibile.

Lynette Yiadom-Boakye, Sobre el corazón y bajo la mente (Above The Heart And Below The Mind), 2021, óleo sobre lienzo, 60x50x3.6 cm, Cortesía de la artista, Corvi-Mora, Londres, y Jack Shainman Gallery, Nueva York © Lynette Yiadom-Boakye, Bilbao 2023

Ci interessa il loro rimanere imperturbabili o, meglio, quella personalità così evidente che ce li fa sentire vicini, prossimi. Veri. Loro, però, volutamente non cercano e non provano a incontrare con i loro occhi i nostri mentre li scrutiamo. Restano intimamente chiusi, calati nella loro dimensione, nella loro distante, sorda e silente, realtà.
A questo punto è importante sapere che – per tornare alla vicinanza con la letteratura – tutte le “persone” presenti nei quadri e nelle carte di Yiadom-Boakye sono in verità personaggi che provengono da un repertorio completamente affidato alla fantasia. Nessuno di loro incarna qualcuno che vive nel nostro mondo ed è presenta fisicamente da qualche parte, nessuno di loro è stato davvero davanti all’artista mentre ne dipingeva le fisionomie, ma sono individui che ci impegnano a cogliere altre esperienze in altre dimensioni. Atteggiandosi (virtualmente) davanti a lei, è la stessa artista ad averne simulato le messe in posa, rivendicando così quella nuova realtà che, inesistente, prova a diventare altro racconto esistenziale. Sono ritratti senza esserlo davvero: riuniscono, allora, spunti di diversa origine spaziando tra elementi e rimandi, modelli e innesti assai differenti, tutte parti che si appianano nel suo colore, nella natura ambigua e memorfica della sua pittura di fantasia.

Lynette Yiadom-Boakye, Corrientes del éxtasis (Ecstatic Streams), 2021, óleo sobre lino, 100x80x3.6 cm, Cortesía de la artista, Corvi-Mora, Londres, y Jack Shainman Gallery, Nueva York © Lynette Yiadom-Boakye, Bilbao 2023

L’artista allora si impegna a descrivere e rendere plausibile qualcosa che non c’è, riporta visibili dei racconti, dei capitoli differenti della sua sensibilità narrativa che ora, attraverso la qualità di una pittura vibrante, elegante e espressivamente intensa, riafferma una verità di appartenenza tutta da scoprire e verificare. Una verità da conoscere e valutare nelle sue infinite possibilità.

Non ci aiutano i titoli che, veri e propri enunciati narranti, quasi modelli letterari – del resto Yiadom-Boakye rivendica la vicinanza alle opere di scrittori, tra gli altri ricordiamo in particolare modo James Baldwin, Okwui Enwezor, Toni Morrison –, rimandano ad una prosa che, abilmente suggerisce qualcosa, ma resta poi ambigua e surreale. Ci danno l’indirizzo per strade aperte che sono, però, molteplici e tutte percorribili. Titoli – per citarne alcuni: Ecstatic streams; Above the heart and below the mind; Harbour The Anointed; … – così complessi e completi, così narrativi appunto, da spingerci a completarli attraverso quel che si vede e si coglie. La storia continua con la nostra immaginazione interpellata da quei valori enigmatici che non chiudono, nel quadro, il racconto.

Lynette Yiadom-Boakye. Ningún ocaso tan intenso, Museo Guggenheim, Bilbao, 2023 © Lynette Yiadom-Boakye, Guggenheim Bilbao Museoa, 2023

Nessun crepuscolo è troppo potente ci dice anche di quel tempo al tramonto quando il giorno non si è ancora spento e nemmeno la notte affonda tutto nel suo buio profondo: l’artista britannica inserisce in questi attimi di indecisione visiva, dove le parti e i dettagli sono da cogliere, tra ombra e luce, le vicende diventano quasi surreali e metafisiche. Quando la reinvenzione continua del suo dipingere ci indirizza a vedere un altrove di là dal tempo.
Ancora quando i riverberi non sono divenuti tenebra, in un fosco chiarore, le sue figure cercano un’affermazione identitaria possibile, il loro esserci cromatico deve, in qualche modo, essere colto da noi prima della loro eventuale corrosione definitiva. Lo sguardo, in questo gioco che l’arista attua con la pittura, rende tutto quasi latente, anche la realtà stessa che va valutata e compresa passo dopo passo, rivista continuamente. La responsabilità della sua ambigua decifrabilità, che non è più dettata né della letteratura né della pittura, con la delicatezza enigmatica dei suoi colori potenti Lynette Yiadom-Boakye la fa diventare, in questo modo, tutta nostra.

Lynette Yiadom-Boakye. Nessun crepuscolo è troppo potente
commissaria Lekha Hileman Waitoller
organizzata da Museo Guggenheim Bilbao
catalogo con testi di Lynette Yiadom-Boakye, Kodwo Eshun e Lekha Hileman Waitoller

31 marzo – 10 settembre 2023

Museo Guggenheim Bilbao
Avenida Abandoibarra 2, Bilbao (Spagna)

Orari: da martedì a domenica 10.00-19.00; in estate aperto tutti i giorni 10.00-20.00
Ingresso adulti €18.00 (online €16.00); studenti, pensionati e over 65 anni €9.00 (online €8.00); gratuito amici del Museo e under 18 anni; tariffe in funzione delle esposizioni

Info: +34 944 359000; +34 944 359080
informacion@guggenheim-bilbao.eus
www.guggenheim-bilbao.eus

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