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VANNI CUOGHI DA MILANO

La tua nuova ritualità quotidiana.
Dal 9 marzo, dal momento in cui il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte decretò l’inizio della quarantena per l’Italia Intera, decisi di tenere un diario, perché capii immediatamente che bisognava produrre un documento che testimoniasse lo stato e la condizione in cui il Paese entrava. Ne parlai con Giuseppe Pero, mio amico e gallerista, e decidemmo di redigere insieme una pagina al giorno. Io realizzo un acquerello e lui cerca, tra le pagine dei quotidiani o della letteratura, un commento o una frase che completi l’impressione giornaliera.
Alla fine di tutto, questo lavoro diventerà un libro. Per adesso Lucrezia, figlia di Giuseppe, ha aperto una pagina Instagram (Our strange days) e ogni giorno, alle 19.30 posta l’immagine, la frase e cura l’impianto grafico-comunicativo. Quindi ogni giorno realizzo un acquerello di 15cmx10, lo invio a Giuseppe e Lucrezia e ne discutiamo. Pranzo tardi, a volte verso le 15.00, perché voglio finire il lavoro e permettermi, qualora non andasse bene, di rifarlo. Il lunedì e il martedì mi collego con l’Accademia Aldo Galli di Como e tengo le lezioni di disegno per il restauro e di Pittura. Insomma lavoro più di prima… In fondo noi artisti siamo abituati a passare molto tempo da soli e io con una scatola di acquerelli, qualche pennello e un album di carta, posso fare qualsiasi cosa.

Com’è cambiato il tuo modo di lavorare?
Lavoro sul tavolo della sala. Lo spazio che mi serve è minimo. Devo solo far attenzione che Chiappa e Mucca Mu, i miei gatti, non decidano di farmi da assistenti. Ho provato a spiegare loro che non sono un Pittore informale… ma non mi ascoltano.

Abbiamo a che fare con un tempo e uno spazio nuovi. Cosa stai scoprendo o riscoprendo di te?
Salvo ha lasciato scritto su un’epigrafe: “Più tempo in meno spazio”. Ecco per me è così adesso. Ho momentaneamente sospeso il mio lavoro di indagine sulla Pittura e sulla Rappresentazione e ho ripreso a fare questi piccoli acquerelli che facevo nel 2004 in cui, la modalità veloce del fare, mi pone in una stretto rapporto con la quotidianità: le piccole cose, la spesa al supermercato, la cautela nei gesti, le pulizie di casa, il pranzo, il notiziario, i gatti e la preparazione delle lezioni on line… Guardo a tutto ciò con l’occhio e lo stato d’animo del maratoneta che, durante la corsa, è in continuo e costante stato di ascolto di sé, dei propri ritmi.

Ad oggi quali sono state per te le conseguenze immediate della diffusione del Covid-19 sul tuo lavoro e quali pensi possano essere le conseguenze a lungo termine?
La quarantena ha congelato tutto. Avevo, tra marzo e aprile, due mostre personali e spero di poter inaugurare quella di luglio… Se devo analizzare la situazione da un punto di vista razionale, le conseguenze economiche, per gli artisti italiani della mia generazione (e non solo per loro), saranno terribili. Ma, forse, potrebbe verificarsi un’inversione di tendenza: un rinnovato interesse nazionale per l’Arte italiana da parte degli Italiani stessi.
Ci sentiremo meno sicuri a viaggiare all’estero e quindi il collezionismo rivolgerà la propria attenzione al mercato e alle fiere interne (spero). In questi giorni ricevo inviti sui social a trascorrere le vacanze in Italia… In fondo non ci manca nulla: tra Arte, Cultura, paesaggio e tradizione l’Italia è il Paese più bello del Mondo.

Vanni Cuoghi. È diplomato in scenografia presso l’Accademia di Brera, Milano. Dall’ottobre del 2015 è titolare della cattedra di Pittura presso l’Accademia Aldo Galli di Como. Tra le mostre personali pubbliche si ricordano nel 2011 Novus Malleus Maleficarum, presso San Pietro in Atrio e Pinacoteca di Palazzo Volpi a Como, nel 2013, Aion presso i Musei Civici Cremaschi a Crema, nel 2016 Da Cielo a Terra al Museo Ebraico di Bologna, nel 2017 The Invisible Sun, presso il Museo Francesco Messina a Milano. A fine maggio del 2019 inaugura The eye of the Storm, una mostra personale presso la Rossi-Martino Gallery a Hong Kong.
Il 19 marzo 2020 avrebbe dovuto inaugurare la mostra Sette Dipinti Magici alla Galleria Giuseppe Pero di Milano, a cura di Giovanni Martino e Giuseppe Pero.
http://www.vannicuoghi.com/it/

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