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Elisabetta Longari da Milano

La tua nuova ritualità quotidiana…
Come prima cosa, preparo la colazione per il cane Lui e per me. Poi con un balzo salto sulla cyclette (che ho riconquistato dopo una pausa non ben quantificata) con cui mi illudo di muovermi attraverso questa primavera clamorosa che ci è negata dalla quarantena. In un’ora faccio 16 chilometri in pianura leggendo narrativa di varia natura. Poi c’è il computer che mi aspetta dopo la doccia. E alla sera, dopo qualche uscita con il cane e qualche pausa sul divano, finalmente arriva l’ora del film quotidiano. Spazio attingendo abbastanza indistintamente, però attualmente vedo più volentieri alcune chicche comprese tra gli anni sessanta e settanta.

Com’è cambiato il tuo modo di lavorare?
La didattica a distanza non mi convince. Il rapporto diretto tra docente e discenti è parte integrante del gioco e mi manca al punto che faccio il ricevimento studenti con videochiamata per avere l’illusione di essere seduti allo stesso tavolo ad analizzare le loro esercitazioni scritte.

Ad oggi quali sono state per te le conseguenze immediate della diffusione del Covid-19 sul tuo lavoro e quali pensi possano essere le conseguenze a lungo termine?
Anche se il mondo si è fermato, per mantenere salda la barra, nonostante tutti i progetti siano stati bloccati, io ho comunque lavorato mettendomi avanti con le consegne dei testi, anche se i cataloghi delle mostre o i libri per i quali sono stati scritti hanno tempi di realizzazione ancora da ridefinire per ovvi motivi. Il lungo termine è qualcosa a cui comunque non ho mai pensato… incosciente? Le persone che mi conoscono più intimamente in effetti mi catalogano come “cicala”. Sta arrivando l’estate, nonostante tutto.

Elisabetta Longari, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, è tra le curatrici della rassegna Cinema & Arti e di diverse mostre, presso vari spazi pubblici e privati, personali tra cui Cesare Fullone Dal Creato al RiCreato, Museo di Storia Naturale, Milano, 2010; Antonio Scaccabarozzi. Variabile, Fondazione Antonio e Carmela Calderara, Vacciago di Ameno, 2012; Emilio Scanavino. Nascenza, Fondazione delle Stelline, Milano, 2014; Emilio Scanavino. Genesi delle forme, Palazzo Pigorini, Parma, 2019; e collettive H3O all’Acquario Civico, Milano 2011; Il dolore di altri animali, Fondazione Maimeri, Milano, 2012; Vs Cravan, Palestra Visconti, Milano 2018. Ha contribuito con continuità dal 1988 alla rivista Terzocchio (Bora, Bologna) e pubblicato diversi volumi tra cui Alfredo Chighine, Edizioni Matasci, Tenero (CH), 1991; Sironi e la V Triennale, Ilisso, Nuoro, 2007. La più recente pubblicazione, del 2020, è una monografia sul lavoro di Adriano Altamira per i tipi Postmediabooks.

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