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MONZA (MB) | VILLA CONTEMPORANEA | 13 GENNAIO – 10 MARZO 2018

Intervista a LAURA RENNA di Chiara Serri

“Cosa faccio? Vado e vengo. Seguo la scultura là dove deve andare”. Parola di Laura Renna, artista pugliese classe 1971 (vive e lavora a Modena), selezionata dalla galleria Villa Contemporanea di Monza nel contesto del VI Premio Ora. Una frase che allude al carattere germinativo della sua ricerca, maturata punto dopo punto, ma anche al valore positivo dell’errore, del ripensamento, alla possibilità di guardare la realtà da un punto di vista inconsueto, scegliendo liberamente di cambiare strada. Un lavoro estremamente organico pur nella varietà dei materiali, legato alle forme minerali e vegetali da cui trae ispirazione, ma fatto di intrecci, di fotografie e di ritagli sottili, così come di grandi sforzi fisici e materiali industriali piegati a mano. Nella reiterazione del gesto risiede il senso profondo del tempo, il recupero di una memoria personale che, nelle mani dell’artista, diventa collettiva, aprendo anche agli infiniti spazi del sogno e della visione.

Laura Renna, Acrocori, 2017, fotografie sagomate e cucite su nastri di cotone, cm 250x350

Laura Renna, Acrocori, 2017, fotografie sagomate e cucite su nastri di cotone, cm 250×350

La mostra allestita presso la sede di Villa Contemporanea s’intitola Acrocori / Accrochés, allusione al dato reale dal quale trae ispirazione il tuo lavoro. Le montagne, però, sono sempre rovesciate…
Quando l’orizzonte è sempre lo stesso, immobile e gli occhi si sono abituati a non vederlo più, anche un piccolo cambiamento o uno spostamento, come quello di capovolgere l’immagine di una montagna, può rimettere in moto la visione e l’immaginazione.

Le opere esposte presentano uno spiccato carattere site-specific. Sono state realizzate per l’occasione?
Sì, sono state realizzate per lo spazio della galleria e sono il frutto di una collaborazione che ha visto la partecipazione attiva del curatore, Alberto Zanchetta, e della gallerista Monica Villa. Il progetto iniziale si è modificato nel tempo grazie al loro contributo, per questo motivo il risultato è nuovo anche per i miei occhi. La galleria ha due stanze, una grande e una piccola. Lo spazio di solito influenza molto il mio lavoro, così ho pensato a due installazioni diverse che parlassero di dualità e di contrasto: grande e piccolo, luminoso e buio, leggero e pesante, etereo e materiale. Nella prima stanza prende posto un grande lavoro a parete costituito da immagini di paesaggi montani, fotografie realizzate durante le mie passeggiate, ritagliate, stropicciate e poi cucite su nastri di cotone colorati che a loro volta creano un disegno nello spazio. Nella seconda stanza più raccolta ci sono gli Accrochés, tre sculture dalle forme vegetali.

Laura Renna, Accrochée #3, 2018, lana di acciaio inossidabile, cm 195x70x70

Laura Renna, Accrochée #3, 2018, lana di acciaio inossidabile, cm 195x70x70

Nella seconda stanza, in particolare, usi la lana d’acciaio, un materiale non convenzionale che ricorre da una decina d’anni nel tuo lavoro…
Ho usato la lana d’acciaio per la prima volta nel 2006 per realizzare Memoria inossidabile, una scultura pensata come omaggio al lavoro di Pino Pascali, che aveva usato la lana di ferro per la sua Trappola del 1968. A differenza delle pagliette utilizzate da Pascali, però, la lana di acciaio che uso per le mie sculture è ancora una materia prima, non ha cioè la forma finita di un prodotto o di un oggetto. È perciò un materiale a tutti gli effetti, che uso per costruire il mio oggetto/opera. Un materiale industriale, difficile da manipolare, repellente al tatto, morbido alla vista. Lo intreccio con le mani, senza l’ausilio di attrezzi, e per farlo devo coinvolgere tutto il mio corpo e tutta la mia forza.

Quando si parla di scultura solitamente si pensa al bronzo o al marmo. Nel tuo caso le opere appaiano sempre morbide e flessibili, sia che lo siano realmente (pensiamo all’arazzo della prima sala), sia che ingannino volutamente la vista sfidando il tatto (pensiamo al carattere ambivalente della lana d’acciaio). Perché ricercare il velluto nella scultura?
Non lo ricerco, se intendi per “velluto” una certa dolcezza delle forme, quella proviene dal mio bagaglio. La ricchezza e la morbidezza del barocco, la decadenza di un paesaggio “spettinato” come quello del sud della Puglia, le dune di sabbia dorata, le lenzuola stese mosse dal vento… Tutte cose che hanno contribuito a formare il mio sguardo. Ho lasciato l’Accademia troppo presto per dire di avere avuto una formazione tipica, mi sono costruita la mia idea di scultura strada facendo e dando molta importanza all’intuizione.

Il caso, nella produzione artistica, ha una valenza importante?
Ho una predisposizione ad assecondare una processualità aperta, ma non lo chiamerei caso. Ha importanza invece “l’indefinito” o il “non finito”, in contrapposizione al termine “definitivo”, associato spesso alla scultura. Sento la necessità di lasciare una seconda possibilità all’opera. Il mio non voler scegliere di stare di qua o di là non è la mancanza di una presa di posizione, si tratta piuttosto della necessità di voler prendere più posizioni, altrettanto valide per me. Per questo motivo diversi miei lavori nascono come sculture ma si trasformano in fotografie, oppure, come nel caso di Acrocori, le immagini fotografiche dopo varie manipolazioni diventano materiale per le scultore. Il mio lavoro segue diverse traiettorie, apparentemente distinte tra di loro. Tra errori, correzioni e felici intuizioni mi sento libera di cambiare idea…

Laura Renna, Acrocori / Accrochés, installation view

Laura Renna, Acrocori / Accrochés, installation view

Dove potremo vedere le tue opere nei prossimi mesi?
Dal 17 febbraio esporrò da Marignana Arte a Venezia, nella collettiva E-merging Nature, a cura di Ilaria Bignotti e Federica Patti. Dal 24 febbraio, in occasione della rassegna Meccaniche della Meraviglia 12. In the City a Brescia, terrò a Palazzo Averoldi la personale Phantasmata, a cura di Ilaria Bignotti. In maggio installerò, infine, una mia opera site-specific all’interno del Louhu Art Museum di Shenzhen, in Cina, per la Biennale. Con me, ci saranno anche altri quattro artisti italiani: Maurizio Donzelli, Arthur Duff, Alberto Gianfreda e Francesca Pasquali.


Laura Renna, Acrocori / Accrochés
a cura di Alberto Zanchetta

13 gennaio – 10 marzo 2018

Villa Contemporanea
Via Bergamo 20, Monza (MB)

Orari: da martedì a sabato  ore 15.00-19.00 e su appuntamento

Info: +39 039 384963
info@villacontemporanea.it
www.villacontemporanea.it

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