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FIRENZE | MNAF | 10 gennaio – 10 marzo 2013

di SIMONE REBORA

“Con uno sguardo da pittore, e mosso da un’intensa sensibilità, un incessante perfezionismo e senso dell’umorismo, Bourdin ha creato ambientazioni fotografiche ambigue e narrazioni suggestive dall’estetica surreale, che hanno radicalmente rotto le convenzioni della fotografia commerciale”.

Con queste parole Shelly Verthime, curatrice di A message for you, introduce alla mostra ospitata dal Museo Alinari, nell’ambito delle manifestazioni di Pitti Uomo 83.
E certo Guy Bourdin è una figura che si distingue per originalità, interna coerenza e personalissime influenze. Il fotografo che esordì nel 1972 su Vogue Italia, non s’ispira infatti al lavoro dei suoi colleghi, quanto piuttosto alla pittura di René Magritte e Balthus, mentre l’influsso fotografico più diretto è forse quello di Man Ray (che fu anche suo mentore).
Cifre distintive della sua “pittura su pellicola” (che egli amava anche definire “Idée Peinture” o “IDPO – Ideas for Photos”) sono gli sfondi accesi e uniformi, i continui giochi prospettici, abitati da scene allusive, surreali, costruite con un’ossessiva attenzione ai dettagli minimi. Il suo lavoro nello studio di posa è stato equiparato a quello di un regista, che spesso impiegava diversi giorni per preparare uno scatto, e non di rado allestiva mise en scènes diffuse, con tanto di musica d’accompagnamento.

Il suo operare fu innovativo soprattutto sul piano concettuale, con particolare attenzione ai risvolti sociali. Il tema della morte, che più volte fa capolino nei suoi scatti, entra in un dialogo criptico e sibillino con il mondo della moda (e non occorrerà citare Leopardi, per comprenderne la coerenza). Non pochi furono gli screzi con le varie riviste per cui lavorava, da lui sempre gestiti con grande autonomia e limpidezza. La mostra ospitata dal Museo Alinari indaga il periodo “caldo” della sua produzione, alla fine degli anni ’70, e in particolare il rapporto con Nicolle Meyer, sua musa e modella di quegli anni. Una presenza costante in tutte le serie di scatti, che diviene infine (nelle parole di Alber Elbaz) “la sua tela”, “il fantasma di Guy Bourdin”.

L’allestimento al MNAF mantiene la consueta sobrietà ed equilibrio. Il primo intento è quello di documentare storicamente un percorso di ricerca, accompagnando alle foto una ricca raccolta di materiali d’archivio (proiettati nel video conclusivo). E qui, davvero, un allestimento troppo elaborato avrebbe solo guastato: la genialità dell’autore è già tutta espressa nella freschezza dei singoli scatti.

Guy Bourdin. A message for you
a cura di Nicolle Meyer e Shelly Verthime

MNAF
Piazza S. Maria Novella 14a/r, Firenze

10 gennaio – 10 marzo 2013

Orari: tutti i giorni compresi festivi
10.00-18.30 (chiuso il mercoledì)

Info: +39 055 216310
mnaf@alinari.it
www.mnaf.it

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