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SANTA SOFIA (FC) | Parco di Sculture e Galleria “Vero Stoppioni” | 4 maggio – 1 giugno 2014

di MASSIMO MARCHETTI

Per entrare nel centro di Santa Sofia (FC), il paese dei colli forlivesi dove si tiene da oltre cinquant’anni il Premio Campigna, si deve attraversare una fenditura, quella operata negli anni Venti del secolo scorso nel mezzo dei resti terremotati della vecchia chiesa per far posto alla nuova strada provinciale. Arrivati nella piazza principale, lungo il muro esterno del comune, il più alto edificio del paese prospiciente il fiume Bidente, ecco un’altra fenditura ma questa volta simbolica: un sinuoso nastro di specchio spezzato a metà “apre” il muro in diagonale come una crepa, riportando alla mente i segni di quel grave terremoto. Questo segno è Via, l’intervento di Chiara Pergola (1968) inaugurato domenica 4 maggio come realizzazione differita del progetto vincitore dell’edizione 2010 del premio.

Chiara Pergola, Via, 2014

Il perché di questa forma specifica non si esaurisce nella rievocazione dell’evento, ma si confonde con un’altra traccia nota agli abitanti del paese, quella del fiume che scorre pochi metri più sotto, e per sorprendente analogia in essa risuona anche la cintola azzurra della Madonna del dipinto cinquecentesco custodito nella chiesa di Santa Lucia. Attorno a questo segno leggero, geografia e storia locale intrecciano i loro profili in modo singolare, facendo emergere una forma necessaria. I riflessi del cielo e delle case circostanti si stagliano in una forma radicata nel luogo, determinata dalla sua storia culturale e naturale. Dettagli decorativi ed esigenze strutturali si rimandano vicendevolmente: i dischetti che punteggiano lo specchio come pietre che emergono dall’acqua non sono altro che i bulloni di sostegno, mentre due vecchie chiavi di rafforzamento presenti ai bordi della parete vengono ora riscattate e coinvolte esteticamente da questa novità, promosse a fregi in un sottile discorso di ornato. Non si percepiscono elementi aggiunti in questo quadro che in definitiva registra un’espressione del territorio, con tanto di frattura.

Chiara Pergola. Via, veduta dell'allestimento, Galleria “Vero Stoppioni”, Santa Sofia (FC)

Sottotraccia questo lavoro declina la memoria nella sua accezione di debito. Una volta che la materia vivente è stata separata e attraversata la natura tende al suo risarcimento o alla cicatrizzazione. In questo caso l’offerta di un nuovo punto di vista sul paesaggio, di un’inattesa modalità di fruizione, sembra operare in questo senso, e meglio ancora se con questa azione case, colline e nuvole filtrano nel blocco dell’istituzione più rappresentativa.
A completare l’evento, negli spazi della Galleria d’arte comunale “Vero Stoppioni” è stata allestita una rassegna dell’artista che esce dai canoni della tipica mostra personale. Attorno alla ricorrenza del riflesso e dello specchio, sono stati infatti assemblati alcuni lavori molto precedenti questa fase, progetti non realizzati, scarti di lavorazione e casualità, tutte parti che si concatenano per associazioni reciproche nel disegno di un denso campo simbolico in continuità con la tradizione artistica occidentale, e quindi anche con l’idea che l’osservatore – proprio “noi” – debba avere una posizione (non solo spaziale).

Chiara Pergola. Via, veduta dell'allestimento, Galleria “Vero Stoppioni”, Santa Sofia (FC)

Accolti da una X costruita a terra con le prime prove di Via che, in quanto “sbagliate”, biffano se stesse – un segno che rimanda anche alla firma usata in certe occasioni dall’artistaX/?, ossia Per chi? – lo spazio è punteggiato da immagini ambigue e oggetti che rivelano altro: la fotografia di una plafoniera convessa vista dal di sotto intitolata Convolo assorbe in sé tutto lo spazio di una stanza offrendo necessariamente un autoritratto dell’artista (evidente la continuità con Van Eyck, Parmigianino ecc.), ma ci accorgiamo presto di come una piccola zanzara sia sfuggita a questa logica; Angelus Novus è uno specchio largo pochissimi centimetri preziosamente incorniciato che non appena lo avviciniamo ci restituisce la nostra immagine scomposta e arricchita da un terzo occhio; decine di altri sottilissimi listelli di specchi (scarti di lavorazione) sostengono come gracili contrafforti un muro maestro della galleria quasi smaterializzandoloPentagono è, invece, una vecchia cornice da tavolo che rimanda un riflesso di luce ma non di figura dato da una stagnola accidentalmente sagomata e corrugata che diventa emblema, geografia, silhouette, cascata d’acqua; un altro autoritratto fotografico “necessario”, FIN&, si manifesta come una specie di emoticon corporeo che fa pensare a una crocifissione, negando ancora una volta non solo le convinzioni sull’ampiezza del nostro sguardo ma una discontinuità tra materia e spirito. In definitiva questi pezzi inattuali raccontano come nella piazza di Santa Sofia si sia attuata una sintesi che ha permesso a Via di affiorare e vedere la luce. E, soprattutto, di restituirla.

Chiara Pergola. Via
a cura di Renato Barilli 

4 maggio – 1 giugno 2014

Parco di Sculture
piazza Matteotti, Santa Sofia (FC)

Galleria “Vero Stoppioni”
viale Roma 5, Santa Sofia (FC)

Info: www.comune.santa-sofia.fc.it

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