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I Leoni d’oro alla carriera della 54. Esposizione Internazionale d’arte assegnati a Sturtevant e Franz West

Il Cda della Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta, su proposta della direttrice Bice Curiger, ha assegnato i Leoni d’oro alla carriera della 54. Esposizione Internazionale d’ArteILLUMInazioni all’americana Sturtevant e all’artista austriaco Franz West “per l’unicità e la particolare attualità del loro contributo all’arte contemporanea, e per aver sviluppato un’opera ricca e piena di forza, che invita a vedere la produzione artistica in connessione ad altri ambiti intellettuali”.

Il riconoscimento sarà consegnato ai due artisti ai Giardini della Biennale sabato 4 giugno 2011 alle ore 12, nel corso della premiazione e inaugurazione della mostra.

Sturtevant è nata nel 1930 a Lakewood, nell’Ohio (Usa). Vive e lavora a Parigi.
La sua carriera artistica è unica e affascinante per aver sviluppato un’opera estremamente coerente, letteralmente “all’ombra” delle più importanti sperimentazioni e correnti artistiche del XX secolo. I suoi lavori hanno sollevato le questioni dell’originalità e della paternità dell’opera, molto prima che questi temi fossero oggetto di un intenso dibattito in filosofia e nella teoria letteraria. Anticipatrice dell’arte concettuale, Sturtevant ha creato repliche dei lavori di artisti quali Marcel Duchamp, Frank Stella, Andy Warhol, Joseph Beuys e, più recentemente, Felix Gonzalez-Torres o Paul McCarthy. È solo a partire dagli anni ottanta che il suo lavoro è entrato nel dibattito artistico, conquistandosi un’eccezionale reputazione negli ultimi anni, particolarmente attraverso lo sviluppo recente della sua opera – presentata nel 2010 al Musée d’Art Moderne de la ville de Paris – che include anche video e performance.

Franz West è nato a Vienna nel 1947, dove vive e lavora.
È uno dei più importanti artisti contemporanei che opera nell’ambito della scultura, ma anche del collage e dell’installazione. I suoi primi lavori sono stati creati intorno all’idea di “Passstücke” (o “Adaptives”), piccole sculture maneggiabili che si completano a contatto del corpo dello spettatore. L’interpretazione di queste opere è rintracciabile nei concetti di “nevrosi” e “protesi”. Allo stesso tempo il suo lavoro affronta un linguaggio estetico che, puntando all’indefinito e all’obsoleto, si collega alle teorie sul corpo, alla psicoanalisi, alla letteratura e alla filosofia in modo spesso grottesco e “disordinato”.

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